Santu Pedru – Villa San Pietro: tomba megalitica di Perda ‘e Accuzzai

Tomba megalitica Perda ‘e Accuzzai, Villa San Pietro

Autrice  Luisanna Usai

L’analisi strutturale del monumento di Villa S. Pietro consente di effettuare alcune interessanti considerazioni.  La tomba in esame è costituita da un lungo e stretto vano tombale che m 1,35 con estremi che vanno da m 1,20 nella parte terminale a m 1,40 si estende per una lunghezza di m 7,75 e mostra una larghezza mediale  nel tratto immediatamente seguente l’ingresso; questo vano è preceduto da un angusto e breve corridoio d’accesso lungo m 0,57 e largo m 0,36. Sulla sinistra dell’ingresso, a breve distanza da questo, è stata ricavata nello spessore murario una nicchia rettangolare larga m 0,47 e profonda m 0,70 del tipo ben documentato in numerose tombe di giganti. Il pavimento è lastricato con grossi ciottoli fluitati, caratteristica anche questa comune a numerose sepolture di età nuragica

La tomba è stata ricavata nella dorsale sudest di un piccolo rialzo con l’escavazione del terreno e la costruzione della camera tombale semipogeica. Per la messa in opera dei paramenti murari sono state utilizzate grosse pietre granitiche, parzialmente lavorate, e ciottoli fluviali di grosse dimensioni disposti in filari senza ordine preciso, se si esclude la scelta di soli ciottoli per la parete di fondo e la maggior frequenza di grosse lastre nella parte alta della costruzione. Grosse pietre accuratamente lavorate sono state scelte anche per la realizzazione della nicchia

A causa della conformazione del terreno e per scelta precisa dei costruttori, il breve andito d’accesso, limitato da grossi blocchi dei quali residuano i due basali, appare non ipogeico

La struttura muraria, nonostante le manomissioni antiche e recenti, si conserva in altezza per ampio tratto (m 2,15), consentendo di individuare la sezione del vano tombale. Questa chiudeva ad ogiva, come si può vedere dalla sezione che è stata rilevata nel punto in cui la tomba si conserva maggiormente in alzato. Va sottolineato che la presenza di grosse radici ha provocato in questo punto lo smottamento degli ultimi tre filari del lato destro della struttura, falsando l’immagine della sezione reale. Non è attualmente possibile ricostruire l’alzato dell’ingresso della sepoltura il contorno esterno della stessa; alcuni grossi massi visibili in superficie indicano però, una terminazione absidata

La struttura sepolcrale in esame, pur accostandosi per la tecnica muraria e per alcuni particolari costruttivi alle classiche tombe di giganti, se ne discosta per caratteristiche rilevanti quali la provata mancanza di esedra e il quasi totale ipogeismo. Peraltro nel quadro delle numerose strutture megalitiche di età nuragica che si discostano dal modello classico della tomba di giganti, la sepoltura di Villa S. Pietro sembra occupare, sulla base delle strutture, uno stadio evoluto

Questo tipo di tombe megalitiche senza esedra, del quale diventano sempre più numerosi gli esemplari conosciuti, non sempre trova un’esatta collocazione cronologica anche per la frequente mancanza di scavi e di dati stratigrafici. Tralasciando i monumenti costruiti con tecnica strettamente dolmenica, troppo lontani per cronologia e per impostazione strut- turale dalla tomba in esame, in attesa di uno studio più approfondito, si possono citare per analogie formali di pianta la tomba di S’Ena e Sa Vacca di Olzai e le due tombe recentemente segnalate in località Conca e S’Ebba di Gesturi, nelle quali, peraltro, la tecnica ad ortostati persiste con quella a filari. Analogie si possono, inoltre, istituire per la presenza di un lungo vano tombale di forma subtriangolare spesso preceduto da uno stretto corridoio, con le due tombe di Sa Mandara in territorio di Guasila, presentate in questa stessa sede dalla collega Gloria Lai, con le due strutture sepolcrali di Cuccuru Figu e Perda de Fogu sempre in agro di Guasila, nonchè con le sepolture di Bopitos in territorio di Laerru, con la tomba di Santu Pedru presso Pimentel e con la tomba di Motrox’e Bois di Usellus

Sulla base delle scarse indicazioni che si sono potute rilevare al momento della scoperta, potrebbe inserirsi, in via di ipotesi, in questa ampia categoria di tombe megalitiche, la tomba di Cuccuru Nuraxi presso Settimo S. Pietro, le cui suppellettili indicano una contemporanea fase cronologica

Strutture megalitiche simili alla nostra sembrano anche presentare la tomba in località Giardone di Villasimius, segnalata da Luisa Anna Marras, e quella di Pran’e Mendula in territorio di Gesturi, pubblicata da Gabriella Puddu, delle quali è, però, difficile la lettura completa

Va, infine, segnalata la tomba di Su Fraigu in territorio di San Sperate, recentemente scavata dal collega Giovanni Ugas, che, per il suo ipogeismo, e per la sua struttura muraria, mostra elementi di contatto con la nostra

Per tutte le tombe citate resta di difficile spiegazione la mancanza di esedra. Per la tomba di Villa S. Pietro e per alcune delle sepolture citate a confronto, databili al Bronzo recente e finale, la spiegazione può derivare dalla stessa cronologia. Nei tempi proposti sembra iniziare a venir meno, almeno parzialmente e in alcuni ambiti strutturali, la grande ricerca monumentale che caratterizza l’età nuragica, come sembra indicare l’esistenza nel retroterra cagliaritano di villaggi con capanne seminterrate prive o quasi di strutture murarie

Testo tratto da: La Sardegna nel Mediterraneo tra il Bronzo medio e il Bronzo recente : (XVI-XIII Sec. a.C.) : atti del III Convegno di Studi Un Millennio di Relazioni fra la Sardegna e i Paesi del Mediterraneo, Selargius-Cagliari 19-22 novembre 1987

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