Terranòa – Olbia: pozzo sacro Sa Testa

 

 

Pozzo sacro Sa Testa, Olbia

Il monumento è ubicato sulla destra della strada provinciale 82 OlbiaGolfo Aranci, al km 3 + 300, davanti allHotel Ristorante «Pozzo Sacro»

Ledificio fu scoperto casualmente da alcuni pastori che stavano eseguendo dei sondaggi per la ricerca di acqua; immediatamente, nel maggio giugno del 1938, la Soprintendenza Archeologica eseguno scavo che ne mise in luce tutta la struttura; nel 1969 il complesso fu integralmente restaurato, in particolare rialzando la parete sinistra della scala, praticando una canalizzazione di drenaggio e recingendo il monumento per evitare i danneggia menti provocati dal bestiame

La struttura del monumento si compone di quattro parti distinte: un ampio cortile circolare detto «Sala del Consiglio», un vestibolo o pronao una scala, ed una camera a «tholos» che racchiude la sorgente, a sua volta sovrastata da un ambiente a «tholos»

Il cortile interamente lastricato e attraversato in tutta la sua lunghezza da una canaletta di scolo al di sotto della pavimentazione, è un ampio ambiente (m 8,30 x 7,41) scavato nella collina e cinto da un muro circolare alto in media cm 30 e largo cm 94. È presumibile, date le dimensioni, che si trattasse di unarca ipetrale, forse per usi cerimoniali, come attesterebbe la presenza di una banchina alta cm 45 e larga da cm 69 a 39. Si accede al cortile, che è ad un livello inferiore rispetto al piano di campagna, scendendo una scaletta di 4 gradini sul lato nord

Il vestibolo o atrio posto su di un piano inferiore rispetto al cortile, anchesso lastricato ed attra versato da una canaletta di scolo, è un vano trapezoidale (lungo m2,62 largo da m 1,87 a m 2,62) con due sedili lungo le pareti; da esso si accede alla scala che con 17 gradini porta alla sorgente. Come alcune scale in altri pozzi sacri e soprattutto analogamente a quella del vicino «Pozzo Milis» di Golfo Aranci, questa ha una copertura architravata costituita da blocchi di granito che formano quasi una scaletta rovesciata, con geniale soluzione architettonica e con bellissimo effetto ottico

La camera del pozzo è un vano conico con un diametro di base di cm 1,25; la base è costituita da una pedana di 35 cm intorno ad un incavo circolare di cm 50 di diametro da cui scaturisce la vena sorgiva

La muratura della camera presenta 28 filari di blocchetti, per unaltezza di m 5,25, che si vanno progressivamente restringendo fino a formare un foro circolare: al di sopra si ergeva una camera, anchessa a «tholos», che si conserva solo per unaltezza di m 1,650,84

Lintero complesso è protetto da infiltrazioni di umidità da una intercapedine larga in media cm 85 ed alta cm. 138, tutta rivestita di paramento murario

I materiali adoperati nella costruzione sono lo scisto, il granito e, in misura minore, la trachite, accuratamente sbozzati con la mazza

Lorientamento è NNO/SSE e la lunghezza totale è di m 17,47

Dei reperti rinvenuti durante lo scavo si hanno solo brevi notizie; dalla relazione dei lavori risulterebbe che lo scavo sia stato eseguito in tre tagli di 40 cm ciascuno: dal primo strato sarebbero stati raccolti frammenti di anfore romane ed una coppa aretina, frammentaria; dal secondo altri frammenti di anfore, frammenti di coppe e piatti a vernice nera, alcuni con decorazioni a palmette, e brocchette intere e frammentarie di argilla figulina giallina decorate a fasce orizzontali dipinte con vernice rossa probabilmente di Età punica

Il terzo strato, con vasi dimpasto e ciotole carenate con anse a nastro o con prese, è indiscutibilmente riferibile ad Età nuragica

Segnalata in particolare dal Levi nel secondo strato, «una statuetta» di legno (ginepro) di forme sommarie e primitive, alta cm 21, è stata di recente ripresa in esame e ritenuta uno xoanon rappresentante il tipo della Kore, databile tra la fine del VII e la prima metà del VI secolo (Nicosia) o poco più tardi (Tore); associati ad essa un vasetto di legno ed un frammento di un altro, più grande

Lo scavo dellatrio, eseguito con la stessa tecnica, ha rilevato una uguale successione di materiali nel livello punico sono stati rinvenuti tre «thimiateria» e, nel livello nuragico, un braccialetto a nastro di bronzo, un punteruolo, una spiralina ed un piccolo pugnaletto ad elsa gemmata, sempre di bronzo, e due frammenti di piombatura

Lesatta cronologia del monumento è difficilmente precisabile a causa delluso continuato del pozzo fino in Età romana; gli ultimi scavi archeolo gici che hanno avuto ad oggetto dei pozzi sacri nuragici hanno verificato lesistenza di una tipologia molto articolata, mentre resta ancora incerta la datazione delle forme più antiche, alle quali sembra appartenere limpianto originario di «Sa Testa», in via di ipotesi inquadrabile nella fase III del Lilliu, nellEtà del Bronzo Finale (1200900)

La presenza dei «thimiateria» lascia supporre che fino in Età storica il monumento abbia conservato la sua valenza sacrale

I materiali sono conservati nel Museo Nazionale di Cagliari

Testo tratto da:  I Sardi – La Sardegna dal Paleolitico all’Età Romana


Il pozzo è realizzato in granito e, soprattutto, in scisto, è orientato sull’asse nord/nord est-sud/sud ovest, con lunghezza complessiva di m 17,50 ed è composto da un cortile circolare, con ingresso gradinato sul versante nord, da un vestibolo e da un pozzo, al quale si accede tramite una scala che parte dal vestibolo stesso.

Il pozzo ha una camera con copertura a tholos. Superiormente ed esternamente a questa c’era una seconda tholos, di cui è visibile solo la base circolare.

Il cortile antistante è delimitato da un alzato circolare alla base del quale corre una panchina. La pavimentazione in lastre di scisto è attraversata da una canaletta di scorrimento per le acque che passa sotto lo strato pavimentale.

Il vestibolo è un piccolo ambiente di raccordo tra il cortile e la scala d’accesso al pozzo. Ha forma trapezoidale e ha due sedili laterali. La scala che porta alla sorgente è composta da 17 gradini ed è coperta da una sequenza di architravi digradanti in granito, mentre nel fondo della camera si apre un incavo circolare da cui sgorga l’acqua della fonte perenne.

Testo a cura di Paola Mancini – PUC Olbia- Beni culturali


Il pozzo sacro di Sa Testa, scoperto nel 1938, fu restaurato nel 1969. Comprende un cortile circolare, lastricato e con sedile alla base, duso sacro e pubblico, un atrio, una camera a tholos. Restano le tracce di un altro ambiente circolare, disposto sopra ledificio a tholos. La costruzione è realizzata in pietre lavorate di scisto, trachite e granito. A giudicare dai materiali restituiti dagli scavi, il pozzo, eretto in età nuragica (età del Bronzo Finale: 1200900 a.C.), fu utilizzato successivamente in età punica e romana. Di particolare rilievo appare una statuetta in legno di ginepro, ritenuta uno xoanon di gusto arcaico, attribuibile, forse, alla metà del VI secolo a.C., rinvenuta assieme ad altri frammenti lignei, tra cui una scodella, similmente databili.

Testo a cura di Giuseppa Tanda

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