Tertenìa – Tertenia: nuraghe Nastasi o Anastasi

Nuraghe Nastasi o Anastasi, Tertenia

 

Il nuraghe Anastasi (per aferesi chiamato ‘Nastasi) è ubicato nella località di Sàrrala ‘e Basciu della Marina di Tertenìa, nella parte centro meridionale della “regione” chiamata Sàrrala, a circa 12 Km di strada dal centro abitato. Nel sardo terteniese viene chiamato Nuragi ‘e ‘Nastasi o Nuragi Anastasi ( il “nuraghe di Anastasio”). Il toponimo identifica il vero e proprio nuraghe, mentre la zona è chiamata più genericamente “Su Pedriàrgiu” o “Su Perdiàrgiu” , ovvero “la pietraia”.

Il sito prende nome dalle grosse quantità di pietre che caratterizzano la zona, soprattutto in forma di cumuli informi sotto cui si celano edifici antichi, di periodo nuragico (nuraghi, capanne, tombe di giganti, pozzi) ma soprattutto di periodo romano e Alto Medievale (in genere edifici di pianta quadrangolare).

Il nuraghe sorge a 33 m.s.l.m, su una modesta collina alla destra del ruscello Erriu Perd’e Lioni, corso d’acqua tra i più importanti della parte meridionale di Sàrrala, che sfocia tra la spiaggia di Fogi ‘e Lioni e quella di Fogi ‘e Murdegu (in IGM Foxi Murdegu e Melisenda), per importanza considerata oggi come la seconda spiaggia della Marina di Tertenia. Questa spiaggia fu con molta probabilità utilizzata come approdo in epoca preistorica, e P.V.M Cannas vi collocava il porto di periodo Fenico-Punico-Romano della città di Saralapis.

Il nuraghe è il più conosciuto e il più studiato del territorio dalla bibliografia ufficiale, Interessato da diverse campagne di scavo.

Gli studi si sono concentrati sui materiali del nuraghe, mentre si conosce poco del villaggio parzialmente indagato da scavi ufficiali. Nelle vicinanze è segnalata anche la presenza di due tombe di giganti, di cui oggi non si riesce ad individuare la posizione. Forse completamente distrutte, nella Carta Archeologica sono indicate rispettivamente a E e O dell’insediamento. Dalle informazioni del Cannas si sa che erano del tipo a ortostati, e fonti orali hanno riferito di una grossa lastra che farebbe pensare a una stele centinata.

Il nuraghe è di tipo complesso, composto da: un ambiente di disimpegno (A); una torre arcaica (C) con ingresso rivolto a ESE che definiremo mastio; quattro “torri” secondarie (B, D, E, G); due cortili (F, H); un pozzo. Si può accedere al complesso da due ingressi: uno guarda a sud e immette nell’ambiente A, l’altro si apre nella torre B e guarda a est. I piani superiori erano raggiungibili attraverso due scale, una ricavata tra il mastio e la torre B, l’altra all’interno della torre E.

L’arcaicità della costruzione è indicata dalle forme architettoniche e dall’irregolarità delle strutture, le quali sembrano frutto di un progetto improvvisato. La torre E è l’unica che conserva la copertura, costituita da lastroni posti a piattabanda. Il mastio ha una pianta semplice senza scala d’andito e senza nicchie, salvo un piccolo ripostiglio sopraelevato, e al centro ha restituito un focolare di forma circolare. Se non fosse per lo spessore murario, questa torre ricorderebbe più una grossa capanna che un nuraghe classico. Lo stesso spessore murario potrebbe essere indizio della presenza di una scala intermuraria oggi non più riconoscibile. La strana e illogica risega interna della torre C, potrebbe essere ciò che resta del paramento interno di questa scala, paramento murario mal interpretato durante i lavori del 1967-1968, quindi ricostruito in maniera scorretta. Il pozzo oggi risulta crollato. La stratigrafia muraria rende possibile distinguere varie fasi edilizie. La struttura è stata realizzata prevalentemente con rocce locali (porfidi e graniti) ma nelle murature esterne sono presenti zeppe di rincalzo in basalto bolloso, materiale probabilmente importato dall’attuale territorio di Barisardo.

Gli interventi di scavo effettuati nel 1966 e nel 1981 hanno riportato alla luce alcuni bronzi, tra cui una bandierina direzionale di arciere, il frammento dell’umbone di uno scudo di bronzo figurato, 2 frammenti di lingotto del tipo “ox-hide”,. Inoltre numerosi reperti in terracotta, come uno scodellone lenticolare biansato, un vaso con listello esterno, un fornello a ferro di cavallo, frammenti pertinenti a ciotole o tazze carenate, frammenti riferibili a tegami, un frammento decorata a pettine impresso, un frammento di grande dolio con ansa ad X, scodelloni lenticolari, frammenti decorati a punteruolo, altri a occhio di dado ed uno con decorazione plastica a serpentello, e uno di ceramica dipinta, attribuito al Miceneo IIIC. Poi fusaiole (di cui una decorata a cerchielli) e due vaghi di pasta vitrea azzurrina.

A SW del nuraghe si sono individuati i resti di un villaggio. Di questo non si hanno notizie bibliografiche precise nonostante sia stato interessato da sondaggi di scavo, le fotografie e le informazioni degli anni ’60 mostrano un villaggio abbastanza esteso, con capanne di pianta circolari, e altre costruzioni con muri curvilinei e rettilinei. Era presente anche un tratto di selciato (ben visibile fino a pochi anni fa) con diversi pozzetti rettangolari equidistanti (forse alloggi per i pali di un portico?). Un edificio rettangolare aveva il pavimento di grosse lastre di porfido. Nei dintorni numerosi i frammenti di terrecotte di periodo storico, come frammenti di anfore romane e resti di fittili da costruzione (coppi, mattoni). Negli anni diverse persone hanno ritrovato oggetti, in particolare monete di fine impero, macine in basalto e fittili che fanno pensare a una frequentazione fino all’Età dell’Alto Medioevo.

Testo a cura di: Stefano Crispu, Archeologo

relazione del Comune di Tertenia

Planimetria Nuraghe Nastasi o Anastasi

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