Cuartu Sant’Alèni – Quartu Sant’Elena: nuraghe Diana

Nuraghe Diana, Quartu Sant’Elena

Attualmente aperto solo in occasione degli eventi Incanti al Nuraghe Diana e alla Villa Romana oppure su prenotazione.

Testo tratto da: Quartu Sant’Elena e il suo volto – Autrice: Patrizia Zuncheddu

Localizzazione del Nuraghe Diana 

Il nuraghe Diana è situato sulla litoranea per Villasimius ed è facilmente raggiungibile percorrendo la SP17 fino alla località di Baia Azzurra-Is Mortorius. Domina sulla sommità di una collinetta, a nord del promontorio di Is Mortorius, a circa 150 metri dal mare ed occupa una straordinaria posizione di controllo sul Golfo degli Angeli. Il nuraghe ricade nell’attuale Piano del Comune in zona H di salvaguardia e più precisamente nella sottozona H 9 riguardante la tutela di parti di territorio di particolare pregio.

Il nuraghe Diana, da tempo segnalato nel territorio di Quartu Sant’Elena, si erge per circa 15 metri dal piano di campagna, in posizione dominante sul promontorio granitico di Is Mortorius ed è posto a 35 metri sul livello del mare. La tholos è sovrapposta da una postazione d’avvistamento militare risalente alla seconda guerra mondiale. Nell’ambito delle difese costiere essa è conosciuta come Batteria C. Faldi. Dal 2014, il nuraghe Diana è stato sottoposto a vincolo di tutela ai sensi lell’art. 15 del D. Lgs. N. 42/2004 e s.m.i.

Descrizione del Nuraghe Diana

Le prime notizie storiche sul complesso nuragico risalgono al 1856. Lo storico Casalis nella sua opera, alla voce Quarto ab urbe lapide, recita: quello notevole che dicono NaragiAnna (da identificare con il nuraghe, denominato nella cartografia Jana, conosciuto in letteratura come nuraghe Diana) distrutto in gran parte, ma degno di essere veduto per la singolar forma che si vede nella sua camera. 

Il Nuraghe Diana, nel suo schema planimetrico essenziale, presenta una pianta a schema plurimo con mastio o tholos centrale, due torri minori e un vano di disimpegno collegati tra loro da ciclopiche cortine murarie che ne delineano una pianta a forma triangolare del tipo cosiddetto a tancato, racchiudenti un cortile quadrangolare, con ingresso aperto a sudest. Sono presenti, lungo l’asse principale della cortinaingresso- cortile, una coppia di garitte a transetto, ricavate nello spessore murario della stessa cortina sud. 

È presente un ben conservato cortile interno, ad andamento quadrangolare, con funzioni anche di disimpegno per l’accesso ai diversi ambienti del nuraghe, quali la tholos centrale e le torri laterali B e C, munite di corridoi di accesso. 

Il vano di disimpegno, risultato visibilmente alterato da interventi non autorizzati, posto lungo il perimetro murario sudovest, è stato recentemente oggetto di un intervento di restauro e consolidamento che ne ha consentito il recupero. 

Il vano scala dove sono presenti gradini, che si sviluppano lungo il perimetro murario est del cortile, fanno supporre che il monumento fosse caratterizzato da piani superiori. 

La tholos centrale o mastio risulta sovrastata da una torretta di avvistamento, riferita al periodo bellico (II guerra mondiale), raggiungibile dall’esterno tramite una rampa di gradini granitici, cementati dagli stessi militari sullo spessore della cortina nordest, presenta un pavimento in cemento armato, munito di botola che si apre verso l’interno della poderosa e ben conservata tholos centrale. 

All’interno della tholos sono presenti due nicchie, di esse, la nicchia ovest, risultò, già durante gli scavi, visibilmente alterata nella sua struttura a causa di uno sfondamento operato da persone non autorizzate. Recentemente, questa nicchia è stata oggetto di interventi di restauro e consolidamento che hanno consentito di riportarla allo stato originario. 

Il nuraghe, interamente ricavato dal granito, è stato realizzato in un unico momento e rivela paramenti murari in opera subquadrata e poligonale realizzata con massi di notevoli dimensioni. All’interno del monumento sono presenti accorgimenti architettonici di pregio, quali due poderose nicchie, perfettamente simmetriche tra loro, e la finestrella triangolare della tholos principale che si affaccia sul cortile. 

Lungo il perimetro esterno del nuraghe, è stata rinvenuta una notevole quantità di materiale litoide, dovuta a crolli, a deposito naturale avvenuto nel corso dei secoli, e da presunta sottrazione e/o alterazione planivolumetrica degli impianti originari, avvenuti durante l’utilizzo dell’area come Batteria militare. 

Durante l’ultima campagna di scavo, a ridosso del lato nordovest del nuraghe, sono stati riportati alla luce alcuni basamenti in pietra di alcune capanne, una delle quali risultata pavimentata. È accertata la presenza di un villaggio a ridosso del nuraghe e sulle pendici della collinetta. 

Il nuraghe, per la sua straordinaria posizione strategica e di controllo, certamente faceva parte del sistema difensivo costiero nuragico a controllo delle rotte percorse nell’età del Bronzo, nel Golfo degli Angeli (da capo Carbonara fino a Capo Spartivento per poi procedere fino a Capo Teulada e oltre) da traffici micenei, levantini, ciprioti, punici e romani. Dall’analisi dei materiali finora rinvenuti possiamo ascrivere il nuraghe alla fase nuragica del bronzo recente (XIV sec. a.C); con una fase di occupazione in età punica e in età romana repubblicana (fra il II e I a.C.). 

Le indagini e i contributi scientifici, che risalgono fin dagli anni ’50, sono dovuti agli studi e alla ricerca tutt’ora in corso a cura del Prof. Enrico Atzeni dell’Università di Cagliari, direttore scientifico degli scavi del nuraghe Diana in coodirezione alla Soprintendenza Archeologica. 

Testo e planimetria gentilmente concessi dalla dott.ssa Patrizia Zuncheddu, che ringraziamo vivamente per le informazioni e l’ottima visita guidata 

Planimetria nuraghe Diana


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Per scoprire di più sul nuraghe Diana visita il sito ufficiale: 



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