Gonnesa: nuraghe Seruci

 

Nuraghe Seruci, Gonnesa

Ufficio del turismo del Comune di Gonnesa

Percorrere la SS 126 Carbonia-Iglesias e, all’altezza di Bacu Abis, svoltare a sinistra per Portoscuso e procedere per qualche km fino all’area archeologica. Coordinate:  39°14’56″N 8°25’28″E

Il sito di Seruci sorge nelle campagne di Gonnesa, ai piedi della catena metallifera dell’Iglesiente, in vista di una vallata ricca di pascoli e coltivazioni, in posizione strategica a controllo del valico che dai monti dell’Iglesiente va verso il mare e la regione sulcitana.

L’area archeologica, estesa per più di 6 ettari, è caratterizzata dalla presenza di un nuraghe complesso, con antemurale, ubicato a margine di un esteso villaggio di capanne; i resti di una tomba di giganti sono presenti sulla collina prospicente, 300 metri a Sud-Ovest del villaggio.

In base ai risultati delle ricerche il nucleo centrale dell’insediamento si data al Bronzo finale, con continuità abitativa fino a tutta l’età del Ferro; i dati acquisiti sottolineano l’importanza del centro nello sfruttamento delle risorse minerarie del territorio.

Gli scavi hanno portato alla luce una fortezza complessa, costituita da un nuraghe con bastione polilobato di planimetria irregolare, che racchiude due piccoli cortili ed è delimitato da un antemurale turrito. Il bastione, oltre ad avvolgere il mastio centrale, ingloba forse anche un precedente protonuraghe;

la torre centrale mostra una camera circolare attualmente priva della copertura, ampliata da una sola nicchia.

L’intera fortezza, compreso l’antemurale, si estende per 62 metri sull’asse Nord-Sud e 41 metri sull’asse Ovest-Est.

Molto importante è anche il villaggio che si sviluppa intorno al nuraghe.

La capanna A è una delle meglio conservate e sin dalle prime ricerche ha suscitato interesse per la sua singolare struttura: il muro perimetrale si inspessisce, in maniera particolare sulla parte destra dell’ingresso, per fare posto ad una nicchia di grandi dimensioni, pavimentata con lastre di trachite sulle quali furono rinvenuti, al momento dello scavo, tracce di ceneri, carboni e ossa, definiti come resti di pasto collettivo.

All’atto dello scavo venne messa in luce una sorta di zoccolo di pietre sbozzate della medesima altezza, interpretato come sedile, alla sinistra del quale fu ritrovato un elemento litico di forma cubica, leggermente sbozzato. Questo tipo di edificio è stato più volte accostato ad una analoga capanna di Santa Vittoria di Serri, di eguale funzione comunitaria.

Testo tratto da “La Sardegna Nuragica” , a cura di Alberto Moravetti, Paolo Melis, Lavinia Foddai, Elisabetta Alba

http://www.sardegnadigitallibrary.it/documenti/17_27_20180611131452.pdf

 

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