Borore: nuraghe Porcarzos

Nuraghe Porcarzos, Borore

Il monumento si trova a circa 800 metri a NE del complesso nuragico di Toscono – nuraghe con villaggio e tomba di giganti di Santu Bainzu – e a meno di 700 metri a Est delle tombe di giganti di Achileddu con le quali il Nuraghe Porcarzos era probabilmente in stretta relazione culturale.

Sino al 1963, prima dell’intervento di scavo e di restauro operato dalla Soprintendenza di Sassari, la tipologia del nuraghe sfuggiva a causa della fitta vegetazione arbustiva e dell’enorme massa di crollo che lo ricopriva in gran parte. Gli scavi consentirono di definire in qualche modo lo schema planimetrico del monumento e di rivelarne alcuni elementi architettonici assai significativi. Purtoppo, a quel primo intervento non seguirono altri lavori che sarebbero necessari per una migliore conoscenza della struttura e indispensabili ad evitare che le gravi lesioni che lo rendono pericolante non producano danni irreparabili.

Il nuraghe è di tipo complesso, con un mastio al centro di un bastione quadrilobato a profilo rettocurvilineo che include un cortile a cielo aperto vagamente rettangolare (largh. m 7,80; prof. m 3,00). L’insieme della costruzione misura m 22,00×20,00 (asse OE-NS), mentre l’altezza massima residua è di m 6,20 a SO e gli spessori risultano di m 6,40 a SO e m 2,80 a Nord. Delle torri è rilevabile soltanto quella posta a Est, accessibile dal cortile attraverso un corridoio (m 3,40) con gradini visibili nell’ultimo tratto (m 1,60.). La camera di questa torre, a pianta lieve-mente ellittica (m 3,60×4,00), presenta nella parete Nord l’ingresso ad una scala che piega “a gomito”, agibile solo per breve tratto a causa del crollo che la ostruisce.

La torre centrale, di pianta circolare (10,70×11,50), svetta dal bastione per m 3,10 a SE – ma si può ipotizzare una altezza residua di almeno 13 metri dal piano di campagna – ed è ora parzialmente accessibile attraverso il finestrone del primo piano (largh. m 1,00; alt. m 1,35), appena sopra il livello di crollo che occupa l’antistante cortile (m 1,54 s.r.). Il corridoio che segue il finestrone (lungh. 4,10), presenta, a m 1,50 dal filo esterno, le aperture contrapposte di due rampe di scale, percorribili soltanto per breve tratto; una che proviene dal piano terra (m 10,00), a destra, e l’altra che conduce al piano superiore (m 6,00), a sinistra.

Il corridoio introduce in quella che è la seconda camera del mastio, a pianta circolare (m 3,60×3,90), che presenta la particolarità costruttiva, finora documentata nel Nuraghe Oes di Giave e in pochi altri casi, di non essere coperta a tholos, ma da tramezzi di legno che poggiavano su riseghe anulari ricavate nella muratura stessa della camera. Una di queste riseghe residua per circa un metro al di sotto del piano di calpestio del corridoio, un’altra due metri più sopra. le celle sovrapposte erano dunque almeno tre.

L’opera muraria – pietre lavorate con cura e di minori dimensioni nel mastio, massi meno rifiniti nel bastione – appare differenziata in relazione alle fasi costruttive che hanno interessato il monumento nel tempo, fasi che potranno essere individuate con maggiore correttezza soltanto dopo nuovi interventi che libereranno il quadrilobato dal crollo e dal pietrame che vi è stato ammassato.

 

Sezione Nuraghe Porcarzos
Sezione del Nuraghe Porcarzos

 

planimetria porcarzos
planimetria Nuraghe Porcarzos

Testo, sezioni e planimetrie da: Ricerche archeologiche nel Marghine-Planargia, di Alberto Moravetti

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