Biddanòa Franca – Villanovafranca: nuraghe Su Mulinu

 

 

Nuraghe Su Mulinu, Villanovafranca

 

Coop. Il Coccio

Come arrivare:
Dalla SS 131 ci si immette nello svincolo che porta sulla SS 197, in direzione Villamar-Barumini. Si attraversa Villamar e, poco distante, si imbocca a destra il bivio per Villanovafranca, lungo la SP36. Al centro del paese si trova il cartello con l’indicazione per il nuraghe: si prende la via Verdi che conduce verso la periferia e si continua su strada sterrata per circa 800 metri, fino all’area archeologica. Coordinate:  39°38’3″N 8°59’38″E

Il sito nuragico di Su Mulinu è situato in località Pranu Scalittu, su un modesto rilievo collinare marginato a Est dalla valle del Riu Sa Canna; si compone di un nuraghe complesso, circondato da antemurale, e di un esteso villaggio di capanne. La struttura principale è il risultato di diverse fasi costruttive. Il primo nucleo è visibile solo parzialmente, a causa delle sovrapposizioni e delle ristrutturazioni successive: si tratta di un protonuraghe complesso, edificato durante il Bronzo medio, dalla planimetria non ben definibile che all’interno ospitava almeno due grandi celle ellittiche, coperte a gradoni, ed altri piccoli ambienti minori raccordati da corridoi a copertura angolare. Il monumento risulta inglobato in un bastione trilobato a profilo concavo-convesso (m 21×22), che presenta all’interno una struttura articolata in angusti corridoi e celle ellittiche, con un piccolo cortile interno di disimpegno.

L’accesso all’edificio avveniva attraverso diversi ingressi protetti esternamente da un singolare antemurale in cui le torri secondarie, unite a gruppi di tre in schema a trifoglio, sono raccordate a ciascuno degli ingressi del bastione da corpi murari rettilinei, disposti radialmente rispetto all’edificio principale e percorsi da corridoi di collegamento con le camere delle torri, queste ultime coperte ad aggetto e soffitto gradonato.

Successivamente, la vecchia struttura a sviluppo radiale venne soppiantata da un vero e proprio antemurale turrito del consueto tipo avvolgente, di cui residuano quattro torri raccordate da cortine rettilinee che racchiudevano un ampio spazio a Ovest del bastione, definito dagli archeologi “Corte d’Armi”; si segnala la torre H, provvista di almeno sette feritoie.

Durante il Bronzo recente (1400-1150 BC cal) ulteriori ristrutturazioni interessarono il bastione, che venne ampliato con l’aggiunta di almeno una nuova torre a Nord e parzialmente rifasciato, mentre i vari ingressi vennero obliterati e ne venne aperto uno unico a Sud-Ovest, sulla Corte d’Armi; nella parte superiore dell’edificio, imponenti lavori portarono alla creazione di un coronamento a torri angolari terminanti con soppalchi su mensoloni. Per quanto riguarda l’antemurale, nel lato Sud-Est parte della precedente cinta venne sostituita da un corpo di fabbrica molto largo, raccordato al bastione stesso, che racchiudeva un vasto ambiente ellittico e dove si apriva l’accesso alla corte centrale, tramite un corridoio marginato da nicchie contrapposte; nel lato Nord, l’antemurale

venne rafforzato con l’edificazione di una grande torre (m 9,30 di diametro) al di sopra di una precedente, in cui si aprirono almeno una dozzina di feritoie. L’ultima importante fase edilizia vede, sullo scorcio del Bronzo finale, il parziale smantellamento della fortezza e la realizzazione, alle soglie dell’età del Ferro (900 BC cal), di un villaggio con spiccate caratteristiche di santuario. 

Uno dei vani ellittici del bastione, il vano e, venne ristrutturato, per alloggiarvi un eccezionale altare in arenaria, un bancone-sedile e due focolari rituali: l’altare è una vasca lustrale, sormontata da una conca più piccola con canale di scolo, che ripropone l’aspetto di una fortezza nuragica, con cortine rettilinee e torri sporgenti terminanti con parapetto su mensole. I bordi dell’altare erano coronati da oggetti votivi in bronzo, forse lunghi stocchi, mentre sulla parete è scolpito in rilievo un motivo a “crescente lunare”.

L’insediamento di Su Mulinu, fatta eccezione per una breve parentesi nella prima parte dell’occupazione cartaginese, perdurò sino all’età giudicale.

Testo tratto da “La Sardegna Nuragica” , a cura di Alberto Moravetti, Paolo Melis, Lavinia Foddai, Elisabetta Alba

http://www.sardegnadigitallibrary.it/documenti/17_27_20180611131452.pdf

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