Laconi: menhir di Perda Iddocca

Menhir di Perda Iddocca, Laconi

Un’altra concentrazione di menhirs, la maggiore sinora in agro di Laconi, è a Perda Iddòcca, una località situata a poche centinaia di metri a S.S.O. di Corte Noa, su un ampia insellatura che si apre a sud, alla quota di m. 405 s.l.m., tra il colle Nicola Cannas e la punta di Conca Zerfalius, in un terreno pascolativo un tempo arato, libero dalla fitta macchia mediterranea circostante. 

Il misterioso toponimo (Perda e Iddòcca pietra di Iddòcca) non trova riscontri in Sardegna, ma si lega a una leggenda tramandata dagli anziani del paese: Iddòcca, regina nuragica, sconvolta dall’ira e dal dolore per la morte delle figlie, uccise dai nemici, scagliò lontano i massi che trasportava per costruire un nuraghe: sulle pietre che si conficcarono al suolo rimase l’impronta delle sue mani. 

La leggenda, variante dell’antico mito di Luxia o Giorgia Rajosa, tanto diffuso nell’Isola, fiorì evidentemente quando le pietrefitte erano ancor note in zona, in una interpretazione dello strano motivo antropomorfico a tridente o a candelabro visto come una mano. 

Otto pietrefitte, rinvenute nel bel mezzo dell’insellatura sulla superficie erbosa, in uno spazio rettangolare di m. 100×50, mostrano sinora: due menhirs di tipo protoantropomorfo, un menhir antropomorfo, tre statue- menhirs maschili armate, una statuamenhir maschile, o asessuata, non armata, una statuamenhir femminile. 

Sono state numerate come di seguito in base al loro rinvenimento. 

Perda Iddocca I

Menhir protoantropomorfo. In trachite brunonocciola, quà e là sbrecciato dal vomere, che ne ha anche troncato obliquamente il vertice ogivale, appare ora raddrizzato nel punto esatto della sua giacitura, pochi metri ad O. della pista che, provenendo da Genna Palau, passa nel mezzo della sella di Perda Iddòcca. 

Dimensioni: altezza cm. 255, di cui 53 reinterrati; larghezza, alla base, cm.50; larghezza massima, all’altezza di un metro, cm. 77; spessore cm. 65. 

In una slanciata forma ogivale di sezione trasversa pianoconvessa, leggermente ristretto alla base tronca, si presenta ben sagomato e modellato da regolare lavoro di martellina che lo appiattisce leggermente ai fianchi; sul retro mostra una coppella naturale sul fianco destro. 

 

Perda Iddòcca II

Menhir protoantropomorfo. In coppia col precedente, dodici metri ad est sul lato opposto della pista di Genna Palau, si presenta consunto e leggermente degradato al vertice. 

Dimensioni: altezza cm. 270, di cui 69 reinterrati; larghezza massima cm. 76; spessore, alla base, cm. 45. 

Perfettamente lavorato a martellina in una equilibrata figura ogivale, a barchetta, mostra leggermente bombé la superficie ventrale mentre i fianchi appaiono in una fascia obliqua un poappiattita; la sezione trasversa è quasi trapezoidale. 

 

Perda Iddòcca III

Statua menhir maschile, armata. In trachite locale brunonocciola, m. 38 a nord del precedente, mostra il vertice nettamente troncato da un taglio trasversale e il fianco destro longitudinalmente sbrecciato dall’altezza di m. 1,05 in su; consunta per giacitura la superficie frontale. 

Dimensioni: altezza residua cm. 245, di cui 50 reinterrati; larghezza mas- sima cm. 70; spessore, alla base, cm. 58. 

Leggermente appiattita sul lato frontale, di sezione trasversa semitonda, la più alta delle statue- menhirs di Laconi appare elegantemente sagomata a martellina; tende dorsalmente a rastremarsi nel profilo longitudinale sia alla base che al vertice; di prospetto, la convergenza dei fianchi verso l’alto rivela l’originaria forma appuntita, ogivale. 

Superiormente, impostato sotto la linea di frattura e quindi non al vertice, forse realizzato sul supporto di una precedente forma protoantropomor- fa, il bassorilievo a Tdel viso conserva integro l’appuntito triangolo del naso, con arcate sopraccigliari ben visibili che, specie a sinistra, ricurvano in basso. Il capovolto, sul petto, è in un rigido motivo a tridente, con una testa tonda e con bracci che ripiegano ortogonalmente in alto contro la faccia, in un bassorilievo consunto ed eroso specie a destra. Molto distanziato, al di sotto dello schema antropomorfo, è il doppio pugnale a lame triangolari convesse, originariamente in netto bassorilievo ora quasi del tutto staccatosi: residua solo nella punta della lama volta a destra, mentre quella opposta, a sinistra, appare centralmente incavata, quasi per erosione. 

 

Perda Iddòcca IV

Menhir antropomorfo. Raddrizzato a circa 55 metri a nord della coppia dei protoantropomorfi, presso la pista di Genna Palau, appare leggermente sbrecciato alla sommità e fortemente patinato sul fianco destro. 

Dimensioni: altezza cm. 190, di cui 45 ora reinterrati; larghezza massima cm. 50; spessore massimo cm. 52. 

Ben lavorato a martellina, presenta una sagoma subogivale di sezione trasversa quasi trapezoidale per restringimento e leggero appiattimento dorsale, con due lievi e simmetriche spalle oblique che abbozzano al vertice una testa. Sul lato frontale, all’altezza di cm. 63, passa una marcata solcatura trasversa orizzontale che, larga 1 cm, si prolunga, a cintura, sul fianco sinistro. 

 

Perda Iddòcca V 

Troncone di statuamenhir, in trachite brunocenere, a m. 2,50 a N.E. del precedente. 

Dimensioni: altezza residua cm. 25; larghezza calcolabile cm. 57; spesso- re cm. 25-30. 

Parte centrale del corpo di una stele di sezione trasversa pianoconvessa, consunta sui fianchi, sbrecciata dall’aratro, spezzata da nette fratture trasversali; rivela un’accurata lavorazione a martellina.

 

Perda Iddòcca VI

Statuamenhir maschile, armata. In trachite bruna locale a zone rosate, sbrecciata e patinata lungo tutto il fianco destro e in parte sulla superficie frontale, giaceva a metri 2,75 a N.E. della precedente, in linea dunque con la V e la IV 

Dimensioni: altezza cm. 135; larghezza massima cm. 52; spessore cm. 20. È un lastrone subovalare finemente realizzato a martellina e ben model- lato ai fianchi, che convergono simmetricamente su una ristretta base; la superficie frontale appare accuratamente spianata, il dorso regolarmente convesso. Lo schema a Tdel viso mostra ampie sopracciglia ricadenti e sfumanti sul contorno delle spalle; il capovolto ancoriforme presenta una testa a pomo rotondo e raggiunge coi suoi ampi e ricurvi bracci il punto degli occhi; il doppio pugnale, in impostazione leggermente obliqua, eroso e rovinato all’impugnatura, è a lame triangolari ben appuntite, quella a sinistra centralmente incavata da un netto appiattimento triangolare che, da sotto la guardia, sfuma verso la punta. 

Sinora inedito, fra tutte le statue- menhirs del Sarcidano, il copricapo che appare sul retro, a casco di ciclista, con tre tiranti convessi, larghi poco più di un centimetro, ben rilevati sulla superficie picchiettata della stele, i quali muovono rispettivamente dalle due tempie e dal vertice per raccordarsi ortogonalmente sulla nuca. Sul dorso, dal cascopende medialmente un codino incavato a canaletto, lungo cm. 12, largo un centimetro e mezzo, leggermente obliquo a destra. 

Perda Iddòcca VII

 

Statuamenhir maschile non armata, o asessuata. A circa 40 metri a N.E. dalla precedente, sembra continuarne l’allineamento; è in trachite bruna a zone rossastre, con sbrecciature sul fianco destro. 

Dimensioni: altezza cm. 200; larghezza massima cm.54 spessore cm.30. In una irregolare sezione trasversa pianoconvessa, la statuasi direbbe realizzata su un più antico menhir protoantropomorfo, già ben lavorato a martellina: mostra il lato frontale semiogivale, con fianco sinistro parabolicamente ricurvo dalla base al vertice, il destro quasi rettilineo, appena obliquo; il piano ventrale è sensibilmente incavato da una scheggiatura radente e superficiale, quasi una piallatura a squame, a piccoli stacchi ben giustapposti che si sovrappongono a un fondo già picchiettato ancor visibile sui lati e nel terzo superiore. 

Il vertice, che stacca nella rientranza a sinistra di una lieve spalla, appare leggermente rigonfio nella sua sezione anteroposteriore e modula un abbozzo di testa frontalmente proiettata in avanti su un viso dal contorno ovalare disegnato a martellina: lo caratterizzano un lungo naso a pilastrino, in rilievo di un centimetro, con netto taglio anatomico alla base, e due occhi incavati a coppellina rotonda, impostati in croce. 

 

Perda Iddòcca VIII 

Statuamenhir femminile. Situata al centro del raggruppamento di Perda Iddòcca, circa dodici metri a O.S.O. dalla III, presenta, in trachite bruna rivestita da verde patina, la superficie ventrale incavata da un’ampia sfalda- tura che stacca da una linea obliqua a metà corpo, e antiche sbrecciature specie sul lato sinistro. 

Dimensioni: altezza cm. 141; larghezza massima cm. 62; spessore cm. 27. Mostra un irregolare contorno subogivale, con un’ampia spalla a destra, la testa arrotondata sulla nuca, superfici consunte qua e là con residue trac- ce di lavorazione a martellina. Rilievi anatomici umanizzanti, un naso digitiforme, modellato con leggera incisione, senz’occhi e sopracciglia, e una sola mammella a pastiglia piatta circolare, appena rilevata da un abbassamento intorno del piano di fondo. 

 

Numerose, in superficie, a Perda Iddòcca le schegge di ossidiana. Una minuscola punta di freccia triangolare e peduncolata, lunga cm 1,5, realizzata con buona lavorazione a ritocchi bifacciali, è stata raccolta pochi metri a sud della coppia di menhirs protoantropomorfi. 

 

Nell’area è presente una statua menhir che reca i simboli del capovolto e del doppio pugnale e la stilizzazione delle sopracciglia e del naso (secondo l’interpretazione più condivisa dagli archeologi).

FONTE: E.ATZENI – Menhirs antropomorfi e Statue-Menhirs della Sardegna in “Annali del Museo Civico della Spezia” Vol. II – 1979, 1980
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