Tiesi – Thiesi: domus de janas di Mandra Antine

 

Domus de janas di Mandra Antine, Thiesi

 

Marzo 2024: aperto il sabato pomeriggio e la domenica mattina solo su prenotazione

Cooperativa Siendas

3483493208

[email protected]

La tomba fa parte di una necropoli costituita da quattro ipogei ricavati in una parete trachitica in marcato declivio.

Presenta una disposizione planimetrica “a T” costituita da un dromos, un’anticella ed una cella principale nella quale si aprono, contrapposti, due vani secondari.

Un breve corridoio d’accesso, orientato a Sud-Est ed oggi rovinato, immette nell’anticella ellittica (lungh. m 1; largh. m 1,50), anch’essa piuttosto danneggiata, ove, sulla parete destra, sono visibili le tracce di due lesene dipinte di rosso.

Dall’anticella si accede alla camera principale, di pianta rettangolare con angoli smussati (lungh. m 1,60; largh. m 3,60; alt . m 1,20). Al centro dell’ambiente, nel pavimento, è presente un focolare rituale scolpito, formato da quattro cerchi concentrici e da una coppella centrale, originariamente dipinti di rosso. Tutto attorno, sulle pareti, è presente uno zoccolo dipinto di colore rosso.

La parete contrapposta all’ingresso, sebbene piuttosto danneggiata, conserva ancora una complessa decorazione: nel punto di contatto con la volta sono presenti due fasce orizzontali, una superiore di colore nero e una inferiore rossa; al di sotto, in rilievo ed arricchita con pittura rossa, si trova una composizione costituita da una falsa porta (alt. m 0,76; largh. m 0,65) e da tre fasce orizzontali con margini rialzati, interpretabili come corna taurine.

La prima protome, a partire da quella superiore, è lunga m 2,40 e si fonde con l’architrave della falsa porta: nel punto di contatto presenta un motivo rettangolare campito da due file di tre triangoli contrapposti.

La seconda fascia, di lunghezza uguale alla prima, si interrompe a destra e a sinistra della falsa porta. Da questo motivo pendono, tre per parte, dei dischi di colore nero del diametro di m 0,12. La terza fascia, simile alla seconda, anch’essa interrotta in prossimità della falsa porta, presenta, tuttavia, una lunghezza maggiore (m 3,10).

A destra e a sinistra delle fasce superiori, uno per parte, sono collocati due riquadri quadrangolari dipinti di nero, con pendente a disco. Anche la parete d’ingresso, per buona parte danneggiata, era decorata dallo stesso motivo: purtroppo, in questo caso le tracce di colore sono appena percettibili.

L’ingresso della cella secondaria Est risulta a sua volta decorato: il portello è contornato da un doppio riquadro di colore arancione e nero ed è marginato, a destra e a sinistra, da due bande verticali dipinte di bianco e di rosso.

L’ipogeo non finisce di stupire per la straordinaria e finora inedita decorazione della volta del vano principale, nella quale compare la rappresentazione in rilievo di un tetto a doppio spiovente con trave centrale e travetti trasversali. Lo spazio compreso tra un travetto e l’altro è riccamente ornato da motivi dipinti: si distinguono infatti spirali, pseudo-spirali, semicerchi, bande oblique di colore avorio e giallo su sfondo nero. 

Lo scavo, effettuato nel 1961 da Ercole Contu, ha restituito, per le fasi preistoriche, soltanto pochi reperti litici. Più numerosi i reperti fittili di età punica e romana, i quali indicano una frequentazione dell’ipogeo in età storica.

Testo tratto da “La Sardegna Preistorica” , a cura di Alberto Moravetti, Paolo Melis, Lavinia Foddai, Elisabetta Alba

https://www.sardegnadigitallibrary.it/documenti/17_27_20180612094927.pdf

 

Mandra Antine- Contu
Illustrazione tratta da “La Sardegna preistorica e nuragica” di E.Contu

Thiesi - Mandra Antine

error: Content is protected !!