Tàtari – Sassari: domus de janas Oredda

 

 

 

Domus de janas Oredda, Sassari

 

La domus si sviluppa a piano di campagna di un grande tancato calcareo a vocazione cerealicola, dominato da un’antenna radio, lungo la strada che dalla borgata di San Giovanni conduce a Bancali.

Essa fa parte di una piccola necropoli costituita da tre domus con ingressi a pozzetto, le cui prime notizie datano al 1977. Soltanto tra il maggio e l’agosto del 1988 le archeologhe Lo Schiavo e Antona Ruju avviano e completano l’esplorazione scientifica delle tombe I (detta “delle doppie spirali”) e II. Analizzando lo sviluppo di pianta, la domus I può inscriversi nella tipologia planimetrica detta a “T” , scandita da un pozzetto d’accesso, un’anticella priva di copertura, una cella principale (b) a pianta semiellittica a copertura piana, con pavimento posto a una quota inferiore di cm 30 rispetto al piano dell’anticella.

Il piano pavimentale, con al centro una colonna a sezione trapezoidale raccordante con il suo profilo semicurvo il soffitto e il pavimento, è a sua volta scompartito in due distinte aree, di cui quella posta a Sud della colonna è ulteriormente ribassata di cm14. Ed è proprio in questo settore, l’unico non sconvolto da scavi clandestini, che le archeologhe raccolsero preziose testimonianze sull’utilizzo della sepoltura nel tempo. Infine, sull’asse Est-Ovest del vano principale si aprono, rilevate dal suolo, tre celle con volta a forno. Di tutto l’insieme architettonico, il vano b è quello di maggiore interesse. Infatti, sul lato della colonna posta in asse all’ingresso (sezione B-B) è possibile ammirare una serie di motivi spiraliformi scolpiti a rilievo curvo. Dall’alto verso il basso abbiamo: un motivo a doppia spirale, forse una protome d’ariete con corna verso l’alto; un motivo complesso a quadruplice spirale, dato da un rilievo centrale dai cui apici si dipartono doppi motivi a doppia spirale contrapposta rivolta verso il basso, espressioni, forse, di una divinità maschile. Secondo lo studio che G. Tanda fa dei motivi corniformi scolpiti,

i rilievi sulla colonna sono resi nello stile curvilineo semplice A,V Ma ancora, il principio divino maschile è ben rappresentato sulla parete anteriore della cella. Ai lati degli stipiti delimitanti il portello, l’intera parete è ornata da motivi corniformi curvilinei a schema triplice, resi a rilievo piatto. Sul lato sinistro, al di sotto del motivo taurino si legge una protome d’ariete o muflone (sezione A-A) reso a rilievo convesso; non si esclude che tale motivo campeggiasse anche nel suo lato destro.

Sempre nello studio della Tanda, sia il motivo a schema triplice sia quello a protome d’ariete vengono classificati come appartenenti allo stile curvilineo complesso C,I,4. La straordinaria ricchezza dei simboli dell’universo religioso di quella lontana età scolpiti sulla parete e sulla colonna, portano a ipotizzare che all’interno del vano b si svolgessero particolari cerimonie in onore dei defunti.

Sulla base del complessivo disegno architettonico della domus, dei rilievi e dei materiali (frammenti fittili di vaso a cestello e testa di idolo femminile in calcite a placca traforata), la Antona Ruju e Lo Schiavo propongono «[…] un inquadramento nella Cultura di Ozieri in una fase già matura, entro la prima metà del III millennio[…]». Sui tempi di realizzazione della domus G. Tanda propone, al contrario, una differente cronologia. E lo fa sulla base dei motivi tauriformi, collocandola nella seconda metà del III millennio, ai tempi della Cultura di Filigosa.

Un riutilizzo della domus è altresì attestato in età storica, essendo stati recuperati fibbie in ferro, una punta di lancia e numerosi bottoni in giaietto (legno fossile) -questi ultimi ben documentati in Sardegna a livello etnografico e di chiara provenienza spagnola-, materiali che ci rimandano ai secoli XIV–XVI, quando la Spagna dominava sull’isola.

Mario Masia

Testo e illustrazioni da: Sassari nella preistoria – Editrice Democratica Sarda

Oredda

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