Sune – Suni: domus de janas Chirisconis

 

 

Domus de janas Chirisconis, Suni

TACS s.n.c.

328 8789521 – 392 1650347
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Come arrivare:
Da Suni si prende la strada per Padria. Le domus sono dopo una doppia curva all’incirca al km 63, ben visibili dalla strada.  Coordinate:  40°19’52″N 8°35’33″E

Le 12 domus de janas che costituiscono la necropoli ipogeica di Chirisconis sono scavate in una parete basaltica che guarda la valle del Riu Mannu, sul versante meridionale della provinciale Suni-Pozzomaggiore, a breve distanza dai nuraghi Chirisconis (m 175 a SE) e Assi (m 375 a SO), mentre più lontano si erge maestoso e possente il nuraghe Nuraddeo. Tutti gli ingressi di questi ipogei guardano a NNE.

La Tomba I presenta una celletta di forma semicircolare (prof. m 0,72; largh. m 0,90; alt. m 0,74), con volta a forno, preceduta da un breve vestibolo rettangolare (largh. m 0,74; prof. m 0,42; alt. m 0,76). Le pareti sono lisciate con cura.

La Tomba II è costituita da un breve padiglione di forma quadrangolare (largh. m 1,00; prof. m 0,80/0,66; alt. m 0,84/0,90) che precede una cella quasi quadrata (prof. m 1,26; largh. m 1,20; alt. 0,85) con angoli e spigoli arrotondati e soffitto leggermente concavo. L’accesso alla cella avviene mediante un portello quadrangolare (largh. m 0,40/0,44; alt. m 0,40; spess. m 0,20), leggermente rialzato dal piano di calpestio.

La Tomba III è costituita da un breve spazio a cielo aperto che precede un cella quadrangolare (prof. m 1,70; largh. m 1,84/1,72; alt. m 0,86/0,94), a sezione rettangolare e con soffitto spiovente verso l’entrata. Mediante un portello trapezoidale (largh. m 0,80; alt. m 0,40; spess. m 0,10), rialzato di m 0,44 rispetto al piano pavimentale, si accede ad un secondo vano quadrangolare (prof. m 1,34; largh. m 1,34; alt. m 0,90), con lati a profilo leggermente concavo, spigoli ed angoli arrotondati.

La Tomba IV presenta una sorta di riquadro (largh. m 0,74; prof. m 0,26) con al centro il portello rettangolare (largh. m 0,44; alt. m 0,60; spess. m 0,20) che introduce nella tomba, costituita da tre vani che si dispongono sull’asse trasversale all’ingresso. La cella A risulta di forma sub-quadrangolare (prof. 0,82; largh. m 1,30; alt. m 0,66), con pareti a profilo curvilineo e lievemente rientranti. Nella parete sinistra del vano si apre il portello con rincasso (largh. m 0,40/0,44; alt. m 0,46; spess. m 0,24) che introduce nella cella B, a pianta rettangolare trasversa (prof. m 0,60; largh. m 1,26; alt. m 0,66) e pareti a linea curva. La cella C, semiellittica e disposta obliquamente rispetto all’asse delle altre due celle (prof. m 0,92/0,80; largh. m 1,50; alt. m 0,52), è accessibile per un portello con rincasso (largh. m 0,40/0,32; alt. m 0,44; spess. m 0,18).

La Tomba V è la più grande ed articolata della necropoli con un breve padiglione che precede una cella, ove, nella parete sinistra e in quella di fondo, si aprono due coppie di celle intercomunicanti. Il padiglione (A) ha una forma vagamente rettangolare (largh. m 0,90; prof. m 0,70; alt. m 1,80/1,04) con portello al centro della parete di fondo (largh. m 0,36; alt. m 0,90; spess. m 0,14) ad introdurre nella tomba. La cella B presenta pianta trapezoidale (largh. m 1,14/1,30; prof. m 1,30; alt. m 0,92/0,82), marcata convessità al centro del soffitto, angoli e spigoli arrotondati. Nel pavimento, in posizione centrale, è stata scavata una coppella circolare (diam. m 0,18; prof. m 0,07). Nella parete sinistra di B si apre il portello trapezoidale con rincasso (largh. m 0,43/0,37; alt. m 0,48; spess. m 0,14) che consente l’accesso nella cella C, di pianta quadrangolare (prof. m 1,90; largh. m 1,34; alt. m 0,90) e con soffitto piano leggermente ribassato. Nella parete destra di questo vano, si apre l’ingresso alla cella D, rialzato dal pavimento e dal profilo curvilineo (prof. m 1,00; largh. m 1,30; alt. m 0,60/0,72). Nella parete di fondo della cella B si apre il portello che introduce nel vano E: ha luce trapezoidale, è rialzato di m 0,32 dal pavimento ed è provvisto di un doppio rincasso (largh. m 0,38; alt. m 0,50; spess. m 0,14). La cella E ha pianta sub-quadrangolare (prof. m 1,34/1,30; largh. m 1,44; alt. m 0,72/0,80) e comunica con il vano F attraverso un’ampia apertura rettangolare (largh. m 1,08; alt. m 0,66). Anche F risulta quadrangolare in pianta (prof. m 1,64; largh. m 1,66/1,68) e presenta angoli e spigoli smussati.

La Tomba VI è costituita da un breve “invito” con portello (largh. m 0,42; alt. m 0,44; spess. m 0,08) che introduce in una piccola cella semicircolare (prof. m 0,84; largh. m 1,00; alt. m 0,64) con volta a forno ed una piccola nicchia circolare (prof. m 0,50; largh. m 0,44; alt. m 0,46) che si apre alla sinistra di chi entra.

La Tomba VII è costituita da un vano maggiore di disimpegno (A), a profilo circolare (prof. m 1,08; largh. m 0,92/1,43), nella cui parete di fondo, alla distanza di appena m 0,40, si aprono i portelli che introducono in altrettante celle intercomunicanti. La cella B, alla sinistra, ha una forma non definibile, irregolare e a profilo curvilineo (prof. m 0,50/0,90; largh. m 1,40; alt. m 0,56) con pareti leggermente concave. Il vano C appare meglio definito nella stesura di pianta, rettangolare (prof. m 0,66; largh. m 1,22; alt. m 0,74) e con una nicchia nella parete di fondo (prof. m 0,20/0,30; largh. m 0,64).

La Tomba VIII si compone di tre celle (A, B, C), la prima delle quali, accessibile per un portello con rincasso, presenta pianta a profilo curvilineo (prof. m 0,86; largh. m 1,08; alt. m 0,30) con soffitto leggermente concavo. Nella parete di fondo di A si apre l’ingresso (largh. m 0,36/0,32; alt. m 0,36) che introduce nel vano B, dal contorno del tutto irregolare (prof. 0,74; largh. m 1,48; alt. m 0,54), da cui si accede in una celletta-nicchia di forma ellittica (prof. m 0,46; largh. m 0,78; alt. m 0,51).

La Tomba IX è formata da un breve padiglione o anticella (A) cui seguono, sullo stesso asse longitudinale, due altri vani intercomunicanti (B, C). L’anticella A presenta una pianta con pareti laterali lievemente rientranti (parete destra m 0,95; parete sinistra m 0,74), soffitto piano e spiovente verso l’esterno (alt. m 1,20/1,14). Nella parete di prospetto dell’anticella, si apre il portello che introduce nel vano B. Rialzato di m 0,22, questo portello ha luce quadrangolare (largh. m 0,64; alt. m 0,67; spess. m 0,28) ed è delimitato da un rincasso, largo cm 6/7 e profondo cm 6. L’accesso al vano B avviene direttamente sul pavimento della cella che presenta pianta trapezoidale (prof. m 2,70; largh. m 2,10/1,84/1,70; alt. m 1,05/1,12/1,18), soffitto leggermente spiovente verso l’entrata, angoli e spigoli arrotondati. In prossimità della spigolo destro della parete di fondo, in asse con il portello che introduce in B, si apre il portello, sopraelevato (m 0,12) e di forma quadrangolare (largh. m 0,50/0,42; alt. m 0,57; spess, m 0,24), che immette nel vano C. La cella C, con piano pavimentale ribassato di m 0,18 rispetto alla soglia del portello, presenta pianta vagamente romboidale (diagonali m 2,64×2,12; prof. m 1,97; alt. m 0,79), soffitto piano e angoli e spigoli smussati.

La Tomba X è costituita da un breve padiglione (A) che introduce in un vano quadrangolare (B) nel quale, da altrettante pareti, si aprono due celle (C e D). L’anticella A, orientata a SE, presenta un breve ripiano (prof. m 1,40; largh. m 0,40/0,50) con ancora un lembo del soffitto, ora in gran parte crollato. Al centro della parete di prospetto, si apre il portello che introduce nell’ipogeo: ha forma quadrangolare (largh. m 0,75; alt. m 0,60; spess. m 0,28) ed è delimitato da un rincasso (largh. cm 3/4; prof. cm 3) ora molto rovinato. La cella B, di pianta quadrangolare (prof. m 1,66; largh. m 1,42; alt. m 1,30; 1,24 al centro), presenta pareti ben lisciate, angoli e spigoli arrotondati e soffitto lievemente convesso. Nella parete di fondo del vano, spostato verso la sinistra, si apre il portello che introduce in C. Ha forma trapezoidale (largh. m 0,60/0,52; alt. m 0,56), con rincasso nel profilo inferiore e nel lato sinistro, e risulta rialzato di m 0,50 rispetto al piano pavimentale di B. La cella C ha una singolare planimetria ad “L” con la base trasversale all’asse longitudinale della tomba (largh. m 2,00/1,06; prof. m 1,90/1,02; alt. m 0,75/0,90): il soffitto è piano, angoli e spigoli sono smussati. In asse con il portello d’ingresso e rialzata di m 1,20, nella parete di fondo, si apre una piccola nicchia-stipetto (largh. m 0,50; alt. m 0,42) a calotta sferica con apertura leggeremente strombata. Il vano D si apre nella parete destra di B, in prossimità dello spigolo. Il portello di accesso, rialzato di m 0,42, risulta di luce quadrangolare (alt. m 0,60; largh. m 0,50; spess. m 0,18/0,24) ed è delimitato da un rincasso che ne margina i quattro lati (largh. m 0,08; prof. m 0,04/5). La cella D ha pianta reniforme (prof. m. 1,42/2,60; largh. m 2,50; alt. m 0,86), soffitto piatto, angoli e spigoli arrotondati.

La Tomba XI è costituita da una anticella (A), ora quasi totalmente crollata, da due celle disposte sullo stesso asse longitudinale (B, C) e quindi da un terzo ambiente (D) che si apre in B. L’anticella o padiglione è larga attualmente m 1,50/0,90 ed è alta m 1,20 nella parete di fondo, al centro, ove si apre l’ingresso alla Tomba. Il portello d’accesso all’ipogeo, volto a SE, ha luce quadrangolare (largh. m 0,64; alt. m 0,60) delimitata da un ricasso (largh. m 0,06; prof. m 0,08; spess. m 0,24) che porta a m 0,80 di larghezza e a m 0,90 di altezza il riquadro. Dal portello e per tutto il pavimento dell’anticella è rilevabile una canaletta longitudinale (prof. m 0,06/10), scavata in tempi recenti. La cella B presenta pianta sub-trapezoidale (prof. m 1,80; largh. m 2,20; alt. m 0,80/0,74) con lati a profilo curvilineo, pareti ben lisciate, soffitto lievemente concavo e angoli e spigoli arrotondati. Alla sinistra del portello che introduce nella cella C, è visibile una lieve rientranza (largh. alla base m 0,45; alt. m 0,50; prof. m 0,06). Al centro della parete di fondo di B, in asse con l’ingresso all’ipogeo, si apre l’accesso al vano C. Questo portello presenta in tutto il suo spessore 3 rincassi (largh. cm 5/4/4; prof. cm 6/7/5), luce quadrangolare (alt. m 0,58; largh. m 0,52) e forma trapezoidale in pianta (largh. m 0,70/0,46). Il vano C presenta pianta quadrangolare (prof. m 2,00; largh. m 2,54; alt. m 0,88/0,97/0,94 s.r.), pareti lievemente concave, soffitto piano e spigoli arrotondati. Nella parete sinistra, in prossimità dello spigolo, si apre una piccola nicchia di forma semicircolare (prof. m 0,50; largh. m 0,70) con ampia luce d’ingresso rettangolare (alt. m 0,90; largh. m 0,70). La cella D si apre nella parete sinistra del vano B, in prossimità dello spigolo compreso fra la parete sinistra, appunto, e quella di fondo. Ha forma vagamente trapezoidale, ma con lati e angoli a profilo curvilineo (prof. m 1,44; alt. m 0,86; largh. m 1,90), soffitto piano e spigoli smussati. Il vano è accessibile attraverso un portello quadrangolare (alt. m 0,60; largh. m 0,46; spess. m 0,26) provvisto di rincasso (largh. cm 3; prof. cm 8).

La Tomba XII è scavata nella parte più alta della parete traforata dalle dodici grotticelle artificiali che costituiscono la necropoli di Chirisconis. È raggiungibile con notevole difficoltà dall’alto: attualmente appare formata da una cella preceduta dall’anticella e seguita da un altro vano, ora non rilevabile a causa del crollo del soffitto. L’anticella ha pianta quadrangolare (prof. m 1,30; largh. m 1,40; alt. m 1,12/1,10), soffitto piano e conservato per m 0,52. La parete sinistra del vano è stata demolita, per cui il piano di calpestio raggiunge una larghezza di m 2,40. Un portello quadrangolare (largh. m 0,48/0,60; alt. m 0,56/0,63; spess. m 0,26), marginato da un rincasso e rialzato di m 0,28 dal piano pavimentale, introduce in una piccola cella di forma semiellittica (prof. m 1,10; largh. m 0,60; alt. m 0,60/0,84), con soffitto lievemente concavo al centro e spiovente verso l’ingresso. Coassiale al portello d’accesso, si apre l’ingresso ad un altro ambiente non definibile perché ora ostruito dal crollo. Sulle pareti di numerose tombe si è riscontrato un velo di pittura di ocra rossa.

Testo tratto da “Ricerche archeologiche nel Marghine Planargia” di A. Moravetti – Carlo Delfino editore

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