Sorradile: domus de janas di Sas Lozas

 

Domus de janas di Sas Lozas, Sorradile

-DI MARIA RAFFAELA NIEDDU-

La necropoli a grotticelle artificiali a domus de janas di Sas Lozas si trova nel territorio di Sorradile, a NE del centro abitato, a circa 500 m dal fiume Tirso.

I cinque ipogei di cui essa è composta sono scavati lungo un’ampia parete tufacea che borda a SE il pianoro di Sas Lozzas: quattro alla sommità del costone, assai vicini l’uno all’altro; uno sempre sul medesimo costone, a 100 m in direzione NE dai primi quattro.

La frana del fronte roccioso e le manomissioni operate dall’uomo che da tempi remoti ha fatto delle tombe dei comodi ripari, hanno mutato l’aspetto originario della necropoli che è attualmente in grave stato di degrado.

Le tipologie planimetriche sono articolate secondo il seguente schema:

  • a sviluppo tendenzialmente centripeto, con sei vani e grande cella a base rettangolare coperta da soffitto ad uno spiovente: domus l (fig. 1);
  • a sviluppo trasversale, con due vani e grande cella a base rettangolare coperta da soffitto ad uno spiovente: domus IV;
  • a sviluppo longitudinale, bi o pluri cellulare con anticella a pianta semicircolare coperta da soffitto spiovente: domus II e III (fig. 2).

Nella necropoli gli elementi di maggiore interesse sono dati dai particolari architettonici, costituiti da lesene, scanalature e fasce a rilievo, che ornano i soffitti e le pareti dell’anticella o del vano principale delle domus I, II, IV.

Tali elementi, interpretati come la rappresentazione della copertura lignea e straminea della casa del vivo, hanno costituito per lungo tempo gli unici dati su cui si sono basate le ipotesi ricostruttive sulla struttura della dimora prenuragica.

A sostegno di questa ipotesi si sono aggiunte le recenti scoperte fatte nella località di Serra Linta a Sedilo, nella quale sono stati individuati dieci fondi di capanna riferibili con molta probabilità alla Cultura di Ozieri.

I particolari scultorei osservabili negli ipogei sono costituiti nel caso della domus I dalle tracce di cinque travetti radiali, scolpiti a rilievo negativo, definiti lateralmente da una fascia a basso rilievo, appoggiati su una sottile lesena d’angolo visjbile nello spigolo della parete Ovest, imitazione della copertura semicircolare di un ambiente a pianta rettangolare. Questo modulo di copertura trova puntuale confronto con quello ottenuto tramite semplici scanalature radiali, osservabile nell’anticella della domus di Tanca Bullitas ad Alghero. Gli stessi motivi a rilievo negativo sono presenti nel vano principale della domus IV, posti in senso longitudinale rispetto all’ asse dell’ipogeo, paralleli tra loro e sostenuti da una lesena d angolo appena visibile nell’angolo superiore di Ovest. Differente è il modulo di copertura rappresentato sui soffitti delle domus II e III nelle quali un soffitto semicircolare copre un ambiente a pianta semicircolare, privo di sculture nella domus III, e con sculture nella domus II. In quest’ultima, infatti, i quattro travetti appoggiati su una fascia semicircolare realizzata a rilievo negativo, riproducono sulla roccia quelle travi di legno che, disposte in senso radiale, dovevano sostenere la copertura straminea del tetto semicircolare. La copertura appena descritta trova confronto con quella che orna l’anticella della tomba del Capo a S. Andrea Priu a Bonorva Alle analogie basate sull’ analisi dei tipi di copertura è opportuno aggiungere,  inoltre, lo stringente rapporto planimetrico che unisce la domus III di Sas Lozzas con le capanne 1 e 4 di Serra Linta a Sedilo, caratterizzate da un grande ambiente quadrangolare seguito da un vano semicircolare Per quanto riguarda la cronologia, nella totale assenza di dati di scavo e di elementi di cultura materiale, è possibile in base alle caratteristiche sopra esposte attribuire le domus alla cultura di Filigosa o alle fasi finali della cultura di Ozieri (fine N-II metà del III millennio a. C.).

Fonte: Nieddu, Maria Raffaela (2000) La Necropoli a domus de janas di Sas Lozas a Sorradile (OR).

https://docplayer.it/156707325-Documento-digitalizzato-dallo-staff-di-unissresearch.html

Sas Lozas I

Sas Lozas III

 

 

Sas precas de sas Lozas

di Brunu Fancello

 

Gran parte dei Sedilesi ha sentito parlare di “Sas Lozas”, che è una porzione del territorio del comune di Sorradile che confina con quello di Sedilo nella regione di Lochele, per una storia (si dice) avvenuta tanti anni fa.

Pare infatti che questa parte di territorio fino alla fine del secolo scorso appartenesse al comune di Sedilo, ma il sindaco di allora tale……………………amante del gioco d’azzardo, durante una partita a carte con il sindaco di Sorradile si giocò e perse la suddetta località.

Parte di territorio comunque conosciuta soprattutto dai cacciatori per l’abbondanza di selvaggina, e dagli escursionisti della domenica in quanto zona di grande interesse ambientale.

Ma, storielle a parte, questa zona merita una visita approfondita per conoscere una delle necropoli ipogeiche (a domus de janas) più interessanti del centro Sardegna.

Si trovano infatti, in uno dei costoni rocciosi che emergono dalla depressione del terreno che caratterizza questa zona, una serie di domus de janas di straordinaria bellezza.

Alcune di esse hanno la cella di ingresso distrutta sia a causa del degrado della roccia, di tipo friabile, come anche probabilmente per le esigenze dei pastori, che hanno adattato alcuni di questi monumenti ad abitazioni occasionali, usate fino a qualche decennio fa.

Nonostante il degrado, ancora oggi si può ammirare la maestosità di questi monumenti dalla pregevole fattura e dalle notevoli dimensioni degli ambienti, basti pensare che la cella di una domus, ancora visitabile, ha un’altezza di circa due metri e venti, altezza di tutto rispetto se si pensa che solitamente all’interno di questi monumenti bisogna camminare inchinati se non addirittura carponi.

Nel soffitto di due delle domus si intravedono delle lavorazioni in bassorilievo, quasi a raffigurare un sole spaccato a metà che, a detta degli esperti altro non è che la rappresentazione delle travi di copertura di una abitazione neolitica. Ci sono poi altri elementi architettonici che rendono queste sepolture particolarmente interessanti come le nicchie molto ben rifinite, le coppelle di diverse dimensioni che si intravedono nel pavimento di alcune domus, le comici che adornano i portelli. Gli ipogei sono in tutto otto, ma solo uno si è conservato integralmente, ed è usato dagli uccelli rapaci come nido; infatti a causa dell’altezza in cui è situato, per accedervi bisogna fare un’autentica scalata.

Ma una delle cose che colpirà maggiormente il visitatore sarà sicuramente l’effetto scenico creato dalla valle ricca di vegetazione, posta davanti al costone trachitico dove sorge la necropoli; costone da cui si può ammirare un bellissimo panorama, la gola naturale di Corrugosu ,dove, tra enormi pietre, scorre tortuoso il fiume Tirso.

Si avrà inoltre l’occasione di ammirare altre zone di interesse naturalistico e altri siti archeologici che si incontreranno durante il percorso da seguire per arrivare a Sas Lozas. Insomma vale veramente la pena di visitare quest’area di grande interesse archeologico e ambientale, ma bisogna precisare che arrivarci non è un impresa del tutto facile. Comunque, se qualche appassionato fosse interessato a visitare questi luoghi, può contattare l’associazione archeologica Iloi, che, tempo permettendo si renderà disponibile per fare da guida per una indimenticabile escursione.

Fonte: Rivista Logos -Associazione archeologica Iloi di Sedilo

http://www.iloisedilo.org/raccolta/pdf/1997/06.pdf

 

error: Content is protected !!