Sorradile: domus de janas di Santu Cristos

 

 

 

Domus de janas di Santu Cristos, Sorradile

La domus de janas di Santu Cristos è un ipogeo a grotticella artificiale, pluricellulare, realizzato per escavazione nel banco di trachite affiorante che, attualmente, si affaccia sulla Strada Provinciale 25 realizzata in concomitanza con i lavori di ampliamento dell’invaso del lago Omodeo. L’aspetto attuale della sepoltura è il risultato sia di una violazione operata in antico alla quale si è sovrapposta una fase di riutilizzo (riconducibile perlomeno al XX secolo) come pagliaio, ambiente di ricovero per animali e deposito di materiale vario in disuso (che non ha arrecato, in realtà, grossi danni alla struttura), sia indirettamente sul contesto contermine in concomitanza con i lavori di realizzazione della viabilità di cui si è appena detto.

Appare evidente, inoltre, che il bancone trachitico sia stato utilizzato come cava di materiale in momenti di cui è difficile indicare un orizzonte cronologico: ne sono attestazione i numerosi tagli e, probabilmente, i segni dei cunei che rimandano ad attività di estrazione. Il segno di un ampio taglio operato nella roccia poco al di sopra dei due ingressi lascia supporre che il prospetto della domus presentasse un padiglione voltato atto ad individuare uno spazio “di rispetto” che fosse propedeutico all’ingresso nell’ipogeo.

La sepoltura presenta due ingressi orientati a S: sul lato sinistro (di chi osserva) è un portello rettangolare, accuratamente definito e rifinito, con solco di rincasso per il chiusino e cornice. In corrispondenza dello stesso, sia all’interno che all’esterno, come anche all’interno della cella nello zoccolo e negli angoli, si conservano abbondanti tracce di pittura rossa; il portello di destra, inquadrato nella parte superiore da una risega in rilievo negativo, con molta probabilità è stato ampliato nel corso del tempo rispetto alle dimensioni originarie assumendo una forma sub ellittico. Lo sviluppo planimetrico della domus segue uno schema “a T”. Il portello più piccolo conduce ad un’anticella con soffitto a doppio spiovente e pareti lavorate in maniera accurata, portello sulla parete di fondo con doppia cornice scolpita, sulla quale residuano abbondanti tracce di vernice rossa, e profondo solco di rincasso per il chiusino alla base. L’ingresso a destra (di chi osserva) immette in una cella di pianta ellittica con un setto divisorio sul pavimento realizzato a rilievo: da questa, attraverso la parete sinistra nella quale si apre un grande portello rettangolare, ben rifinito, sviluppato in senso orizzontale, si accede ad una piccola cella situata ad una quota più bassa che consente il passaggio all’interno della prima cella descritta caratterizzata dalle tracce di pittura. Non si può escludere, vista la circolarità della disposizione delle celle che l’attuale schema planimetrico sia il risultato della fusione di due ipogei originariamente affiancati.

FONTE: Relazione sui beni storico culturali ricadenti nel territorio del Comune di Sorradile

 

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