Sètimu – Settimo San Pietro: domus de janas S’Àcua ‘e is Dolus

 

Domus de janas S’Àcua ‘e Is Dolus, Settimo San Pietro

 

Allo stato attuale della ricerca il territorio settimese presenta tracce dell’insediamento umano solo a partire dal Neolitico recente, tra la fine del IV e il III millennio, anche se non è da escludersi che il proseguo delle ricerche possa portare a un rialzamento cronologico di queste prime fasi dell’abitato, con il rinvenimento di siti più antichi.

È a questo periodo finale del Neolitico che va riportata la realizzazione e l’utilizzo della domu de janas di S’Àcua ‘e Is Dolus collocata sulle colline a settentrione dell’abitato.

La domu di S’Àcua ‘e Is Dolus è una grotticella artificiale, bicellulare, costituita da un’anticella dalla quale si accede alla cella vera e propria mediante un’apertura quadrangolare. Dinanzi all’ingresso è stata scavata una canaletta per far defluire verso l’esterno l’acqua che si raccoglie al suo interno da una sorgente sotterranea.

La posizione della struttura è indicativa della volontà di monumentalizzare quest’area; l’edificio, infatti, pur essendo ipogeo, presenta una facciata ben visibile anche a distanza, secondo i modelli consueti di indicazione di possesso economico ma anche culturale, motivato dalla presenza degli antenati ivi sepolti. Allo stato attuale non è possibile valutare la presenza di eventuali e probabili altri ipogei, anche se il proseguo delle indagini potrebbe portare al rinvenimento di qualche ulteriore traccia.

La localizzazione del villaggio di riferimento può essere posta, secondo alcuni autori, nel vicino insediamento di San Pietro, noto in letteratura anche come Bia ‘e Monti, per la sua collocazione lungo una strada che conduce, appunto, verso i monti retrostanti. La collocazione nella piana ai piedi della tomba è significativa per l’esplicita volontà di gerarchizzazione del territorio, con lo spazio dei vivi distinto da quello dei morti e nel quale la posizione preminente di quest’ultimo rappresenta la garanzia e la ragione stessa dell’esistenza dei vivi e del loro diritto all’utilizzo di quel territorio. L’abitato di Bia ‘e monti, riportato per le caratteristiche dei reperti rinvenuti all’orizzonte culturale di San Michele di Ozieri, cultura caratteristica di questa fase e diffusa in tutta la Sardegna, fa parte del complesso di villaggi presenti nella fertile piana a corona degli stagni.

Testo tratto da: Piano Urbanistico Comunale di Settimo San Pietro – Relazione Archeologica

 

Nei pressi della chiesetta campestre di San Pietro, dalla quale dista poco meno di un chilometro, la Domu de Janas è sita nel bosco dei Landireddus (“ghiandifera”), dove rigogliosa è la macchia mediterranea (mirto, cisto, lentischio, olivastri, ecc.).

Essa risale certamente al periodo neolitico (metà IV millennio – 2700 a. C.), era cui risale lo straordinario sviluppo delle domus de janas (le “case delle fate” , nella tradizione popolare), cioè grotticelle artificiali, spesso raggruppate in grossi insediamenti che costituiscono vere e proprie necropoli intorno alle quali si svolgevano riti funebri.

La grotta scavata nella roccia, che si erge solitaria nella collina, ha un impianto planimetrico molto semplice: è costituita da due ambienti comunicanti e collegati tra loro da un’apertura più piccola, ma simile a quella dell’ ingresso principale, la cui altezza non supera i 90 cm.

A questa domus de janas, meglio conosciuta dagli abitan ti del paese come S’ Àcua ‘e is dolus (“l’acqua dei dolori”), è legata un’antica credenza popolare.

La leggenda narra che qui San Pietro trovò riparo per la notte e che pregò tanto, al punto che l’ impronta delle sue ginocchia è rimasta visibilmente impressa nella roccia. Gli anziani, raccontano che ogni anno nella giornata del 29 giugno, partendo da Sa Gruxi Santa (fine via Garibaldi), numerosi si incamminavano lungo la strada di campagna (zona Santu Perdu) e si giungeva alla Domu percorrendo una stradina, una sorta di scorciatoia che la collega alla chiesetta, come una meta di pellegrinaggio. Nel pomeriggio il sacerdote celebrava la messa e dava la benedizione. Allora, l’ acqua della sorgente minerale, che si trova dentro la “casa”, era bevibile ed era considerata miracolosa.

Fonte: Comune di Settimo San Pietro

https://www.comune.settimosanpietro.ca.it/citta-e-territorio/archeologia/domus-de-janas.html

 

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