Santu Idu- San Vito: domus de janas Pranu Narbonis

 

 

Domus de janas Pranu Narbonis, San Vito

  

L’area funeraria ipogeica di Grutt’e Janas in località Pranu Narbonis (o Pranabonis o Santa Rosa)2, si apre su un affioramento roccioso costituito da arenarie di San Vito, rocce paleozoiche metamorfiche, ricche di quarziti, del basso versante orientale del Cuccuru de Ferrus, nella campagna di San Vito (SU), comune del Sarrabus. Situata lungo la strada che conduce alle miniere argentifere del Monte Narba, si trova a circa 35 m s.l.m., 600 m a sud del Flumini Uri, 1600 m dal corso del Flumendosa e a 7 km circa dal mare

La necropoli si compone di tre piccole domus de janas dall’impianto poco articolato, costituito da un breve corridoio a cielo aperto e da due ambienti coperti

La tomba I presenta un ridotto corridoio, orientato nordsud, con il pavimento solcato da una canaletta per il deflusso delle acque meteoriche

Un ingresso inquadrato da un portello rettangolare con stipiti paralleli, in parte danneggiato quello di sinistra, introduce in una piccola anticella approssimativamente trapezoidale dal soffitto piano, che precede un altrettanto piccola cella funeraria ovaleggiante. Pareti e soffitti si presentano ben scalpellinati e piuttosto lisci, anche se, soprattutto nella parete di fondo della cella, si apprezzano i solchi lasciati durante lo scavo della camera

La vicina tomba II ha una pianta quasi a T ed è composta da un breve corridoio orientato ad est con pareti ben lisciate, strombate verso l’alto, e pavimento concavo, seguito da un’anticella subquadrata: sulla sua parete di fondo si apre un portello rettangolare, leggermente rialzato dal pavimento piano, che introduce nell’ampia cella. Questa, pressoché rettangolare, ha sviluppo normale all’asse principale della tomba e presenta un soffitto spiovente verso nord; nella parete di sinistra si sviluppa un ampliamento ovale a forno“. All’esterno, il breve dromos si raccorda con un corridoio costruito con lastrine di arenaria su filari a secco

La tomba III  ha uno sviluppo planimetrico longitudinale con un corto corridoio, una piccola anticella trapezoidale ed un ampio vano poligonale a profilo irregolare

Il corridoio scoperto, ottenuto nella roccia naturale appena sbozzata, è lungo 65 cm circa, alto tra m 0,80, nella porzione esterna, e m 0,75 nei pressi dell’ingresso. Sul pavimento corre longitudinalmente una canaletta in lieve pendenza da ovest ad est per il deflusso delle acque meteoriche verso l’esterno

L’ingresso per l’anticella, molto rovinato e di cui restano ancora le tracce della modanatura che riproduce stipiti e architrave, è aperto a nordest ed ha una luce di m 0,60 alla base per m 0,70 d’altezza. Il piccolo vano che segue (lungh. max. m 0,70 ca; largh. max. m 1; h. m 0,80 ca.) ha pianta approssimativamente trapezoidale con lato maggiore verso il dromos e quello minore verso l’ingresso alla cella funeraria; il soffitto è piano, la parete sinistra è verticale e presenta tracce di scanalature dovute allo scavo della roccia; la parete destra ha invece superficie scabra e andamento obliquo

La cella ha profilo irregolare con pareti aggettanti verso l’interno della camera; il soffitto è piano. È lunga m 1,60 circa, larga 1,50 e ha un’altezza variabile tra m 0,70 all’ingresso e m 1,20 sul fondo

I pavimenti delle celle sono mossi, talvolta lisci lungo la fascia a contatto con le pareti

Sull‘”estradossodella tomba è scavata una coppella, forse realizzata in tempi successivi alla costruzione dell’ipogeo

Se si esclude la canaletta scavata nel dromos e la riproduzione degli elementi che incorniciano l’ingresso, la tomba III e le altre due che compongono la necropoli non presentano elementi accessori, simbolici (false porte, riproduzione di soffitti elaborati, decorazioni scolpite, incise o dipinte, focolari) o strutturali (pilastri o colonne, nicchie)

FONTE: Gianfrancesco Canino – Quaderni LAPARS 4

 



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