Piscinas: necropoli di Cungiau Sa Tùttui

 

 

Necropoli di Cungiau Sa Tùttui, Piscinas

 

Autrice: Luisanna Usai

La domus si apre in una falda tufacea a fianco di un’altra tomba, cono sciuta già da tempo?. Un terzo ipogeo è stato individuato e una piccola struttura funeraria è stata scavata nella recente campagna di scavo. E’ verosi mile, peraltro, che possa essere evidenziata, col prosieguo delle indagini, qualche altra struttura a costituire una necropoli, forse non di piccole dimen sioni. Da una serie di pietre talvolta messe a coltello, talaltra chiaramente rimosse dalla collocazione originaria, sparse un po’ in tutta l’area si può ipo tizzare negli ipogei preistorici l’esistenza all’origine di corridoi o recinti mega litici del tipo documentato nella non lontana necropoli di Montessu, in territorio di Villaperuccio’. Per il momento, come vedremo, l’utilizzo di grandi lastre a integrare la struttura ipogeica è documentato chiaramente nella tomba n. 2. 

La tomba n. 1 è stata ampiamente riutilizzata, forse già in antico, e, con seguentemente, svuotata e probabilmente modificata nelle sue strutture originali. L’utilizzo della tomba in tempi recenti è documentato da un muro in grosse pietre legate con malta realizzato nell’anticella, davanti all’apertura della cella. L’ipogeo è costituito da un’ampia cella quadrangolare preceduta da un’anticella, ora ben individuabile solo in pianta essendo stato distrutto, già da tempo, per buona parte l’elevato, e da un corridoio d’accesso. Tutti gliambienti hanno dimensioni notevoli; il confronto più vicino è con le tombe monumentali della già richiamata necropoli di Montessu“. 

Nell’anticella sono da segnalare una fossetta ellittica con tracce di bru ciato e una serie di coppelle presso l’angolo ovest, disposte forse a formare un motivo decorativo non più leggibile. La cella della tomba 1, chiaramente, non ha restituito materiali archeologici mentre numerosi frammenti di cultu ra Filigosa e Monte Claro provengono dal corridoio. 

Certamente più significativa è la tomba 2, come detto, solo parzialmente danneggiata dagli scavatori abusivi. Della tomba (fig. 1), nella prima fase di scavo, era stata evidenziata una piccola cella subcircolare con tre nicchie disposte a croce’; queste sono rialzate rispetto al pavimento della cella e hanno fondo concavo evidenziato all’esterno da un risalto sul bordo. Mentre la nicchia di sinistra, rispetto all’ingresso, risulta ben delineata, quella destra e centrale sono praticamente comunicanti essendo la divisione spaziale eviden ziata solo presso il centro della cella, con una sorta di pilastrino. L’ingresso alla cella, sulla parete N-N-E, è di dimensioni molto ridotte. Sotto il portello per facilitare l’accesso all’interno della cella è stato risparmiato nel tufo un gradino semicircolare. 

La nicchia centrale è incorniciata da un singolare motivo decorativo inci so, non completamente leggibile. Si tratta di una doppia cornice, incisa senza troppa cura e quindi irregolare, che segue i lati dell’apertura e si conclude sul lato lungo superiore con un motivo a dente di lupo sulla sinistra mentre sulla destra lo stato di conservazione non consente di individuare la conclusione del motivo. E’ verosimile, peraltro, che il motivo sulla destra fosse analogo, anche se non simmetrico, a quello conservato. Una più accurata ripulitura della celletta, in tempi recenti, ha consentito di individuare un ulteriore motivo decorativo, ugualmente inciso, a denti di lupo, che corre sulla parete, presso il fondo, sotto la nicchia centrale e sotto quella di destra. Il tipo di decorazione, pur con motivi diversi, può trovare confronto nella domus di Is Gannaus nel vicinissimo territorio di Giba’ e, tra le altre del territorio isolano, in particolare, con la tomba II di Mesu’e Montes di Ossi per il motivo a dente di lupo. 

Il recente intervento di scavo ha, inoltre, consentito di individuare la presenza di un altro ambiente comunicante con la celletta, di pianta grosso modo semicircolare. La parete rettilinea è quella occidentale mentre

quella orientale è curvilinea. La singolarietà della struttura è data dal fatto che la parte E-N-E del perimetro è stata costruita in antico con dei lastroni posti a coltello; l’accesso al vano è ricavato sulla parete rettilinea occidentale. Sarà necessario ampliare l’area dello scavo per comprendere appieno, in relazione alle altre strutture, l’anomalia planimetrica della tomba 2. Infatti non vi è dubbio che l’ambiente messo in evidenza da ultimo ha accolto anch’esso delle sepolture con i relativi corredi. 

Lo scavo della nuova cella ha, tra l’altro, evidenziato in essa, in prossi mità dell’apertura verso la celletra con motivi incisi, l’incasso ricavato nel tufo per accogliere il portello litico di chiusura. 

Ritornando allo scavo della celletta più interna va detto che al momento dell’intervento gli scavatori clandestini avevano già svuotato completamente la nicchia di sinistra, oltre metà della cella e circa metà della nicchia frontale. Il primo intervento di scavo nella tomba 2 è consistito, quindi, nella rimozione e grigliatura del terreno scavato dai clandestini. Si è poi proceduto con lo scavo dei lembi rimasti che hanno restituito una serie di materiali omogenei tra loro e sparsi per tutta la tomba. Fanno eccezione tre vasetti ritrovati sul pavimento e altri due rinvenuti sul fondo della nicchia centrale ma questo può derivare dalla maggiore leggerezza degli altri elementi che possono essere stati rimossi dalla posizione originale dalla semplice azione di animali. Il portello di chiusura deve avere, infatti, ceduto in antico a giudicare dalla notevole consistenza della terra di infiltrazione che raggiungeva quasi il soffitto. 

Venendo ai materiali, iniziamo l’esame dai reperti fittili. A parte un frammento pertinente ad una forma d’uso, si tratta sempre di vasi miniaturistici. Le forme sono tutte chiuse, con carene più o meno pronunciate, talvolta molto basse. Le anse, seppure atrofizzate, date anche le dimensioni ridotte, quando presenti, sono una chiara derivazione del tipo a tunnel. Si discosta dagli altri un minuscolo vasetto cilin droide. In argilla troviamo anche una fusaiola e un grosso vago di collana o forse piccola fusaiola. 

Il contesto vascolare richiama immediatamente i materiali di Montessu e Pani Loriga’, e in particolare quelli della tomba V della prima necropoli, pubblicati dall’Atzeni. Per questi ultimi, rinvenuti peraltro fuori stratigrafia”, è stato proposto un confronto con le ceramiche così dette “argariche” del Bronzo Antico iberico. In effetti il confronto per alcune fogge delle tombe di Montessu e di Piscinas con i vasi “argarici” è sorprendente?. Ma a ben guardare e, soprattutto, in base a ritrovamenti recenti, il contesto di Piscinas, e quindi direi anche gli altri contesti sulcitani prima citati, possono rientrare in quell’ampio e variegato quadro del primo e del medio Eneolitico sardo che si va sempre più arricchendo di testimonianze; ciò anche in base agli altri elementi di corredo della tomba di Piscinas. 

Per quanto riguarda le ceramiche sembrano significativi i confronti con alcune forme della tomba I di Filigosa ma, soprattutto, con uno dei vasi del corredo della tomba n. 12 della necropoli di Cannas di Sotto in territorio di Carbonia’ del quale ha fatto un’analisi dettagliata il Santoni”. Per le forme più rigide che ricordano quelle dette a “tulipa” dell’orizzonte argarico sembra particolarmente significativo il confronto con alcuni tripodi della stazione di Fenosu-Palmas Arborea’s. 

Veramente significativo appare, tra gli altri reperti, il numero di oggetti in metallo. Sono ben documentati, in particolare, gli oggetti d’ornamento in argento. Si tratta di una serie di anelli a semplice fascia ma più frequentemente a spirale, di due bracciali a sottile filo avvolto anch’esso a spirale e di due frammenti di analogo braccialetto. Alcuni dischetti, infine, sempre in argento, devono essere considerati elementi di collana. Come è noto il rinvenimento di oggetti di ornamento in argento non è nuovo in contesti tombali eneolitici”. Ma in rapporto alle altre tombe (S. Caterina di Pittinurils, Corte Noa di Laconi”, Serra Cannigas di Villagrecao) la varietà e il numero di reperti di Piscinas appare eccezionale. E’, comunque, interessante notare la presenza consistente, anche in confronto ai contemporanei contesti peninsulari, di oggetti in argento nelle sepolture eneolitiche della Sardegna. 

Maggiore attenzione meritano, peraltro, gli elementi in rame . Costituiscono al momento un unicum le punte a lama foliacea lunga e stretta e piccolo codolo a base arrotondata documentate da tre esemplari, nonché da un frammento di un quarto. Le dimensioni ridotte, in conside razione anche dello spessore molto sottile che comporta un’estrema fragilità controproducente in un utilizzo pratico, possono far propendere per una correlazione di questi oggetti con i vasetti miniaturistici. Potrebbe trattarsi, quindi, di riproduzioni miniaturistiche di pugnali d’uso dei quali, peraltro, non si ha ancora documentazione. La tomba ha, infatti, restituito un frammento di pugnale ma di questo è difficile ricostruire la forma integra anche se sembra del tipo a lama triangolare; in rame è documentato anche uno spillone a sezione subquadrata. A proposito degli elementi foliacei, appare suggestivo il confronto con i pendenti “en languette” ben documentati nel Midi francese anche se negli esemplari sardi manca la perforazione che ne agevola la sospensione. 

Completano il corredo una serie di vaghi di collana in pietra, discoidali e cilindrici, il cui diametro va da un minimo di 7 a un massimo di 13 mm. I vaghi in pietra se da una parte richiamano i precedenti della necropoli di Li Muri, per altro verso possono collegarsi agli elementi di collana in marmo e calcare documentati in sepolture dell’Eneolitico toscano, quale la Grotta dell’Inferno di Vecchiano. Stupisce l’assoluta assenza di punte di freccia in ossidiana, quest’ultima essendo documentata da sole schegge. 

Non si hanno dati sul rituale funerario poiché le condizioni del terreno non hanno praticamente conservato ossa; rimangono, invece, numerosi i denti. 

Sembra opportuno fare un breve cenno anche ai materiali venuti in luce nell’ambiente con integrazione megalitica. E’ importante sottolineare che il contesto emerso è assolutamente simile a quello della celletta interna, com pletando anzi il quadro conosciuto in precedenza. Cito, in particolare, due accette piatte in rame, una delle quali di dimensioni molto ridotte (h. cm 3,2). L’accetta più grande trova ampi confronti in contesti eneolitici della penisola italiana e del continente europeo. 

L’accetta è stata rinvenuta in associazione ad altre punte lanceolate (o pugnali miniaturistici o pendenti?) di dimensioni anche ridotissime, ad anelli in argento e rame, a bracciali in rame e a numerosi vaghi di collana in pietra. La ceramica è costituita da frammenti pertinenti a vasetti miniaturistici come quelli illustrati in precedenza ma anche a tazze con orlo ingrossato o con carena molto pronunciata. Il complesso dei materiali di Piscinas costituisce un ulteriore dato del qua dro culturale Filigosa28. L’importanza del rinvenimento è dovuta, oltre che all’indubbio arricchimento del quadro formale che ne deriva a quella cultura, alla stretta associazione con il monumento sepolcrale. Pur dovendo attendere, infatti, l’esame più dettagliato dei nuovi dati di scavo nonchè dei materiali associati, sembra di poter affermare che la struttura funeraria, compreso il motivo decorativo e l’integrazione megalitica, sia stata realizzata interamente durante la cultura di Filigosa. Resta da capire se l’integrazione megalitica è stata realizzata in contemporanea all’escavazione della celletta decorata o se sia stata realizzata in un secondo momento a causa del crollo dell’originaria parete ricavata nel tufo. E’, comunque, significativa l’associazione materiali Filigosa – decorazione incisa a conferma di quanto è già stato proposto proprio a propo sito del riferimento culturale di quest’ultimo tipo di decorazione”

Fonte: Luisanna Usai
La tomba n. 2 di “Cungiau su Tuttui” in territorio di Piscinas (Cagliari). Nota preliminare.

https://www.academia.edu/45190244/La_tomba_n_2_di_Cungiau_su_Tuttui_in_territorio_di_Piscinas_Cagliari_Nota_preliminare

 

 

 

 

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