Ossi: necropoli di Mesu ‘e Montes

 

 

Necropoli di Mesu ‘e Montes, Ossi

 

La necropoli, ubicata nelle ripide pendici meridionali del Monte Mamas, è stata scavata in una parete calcarea che si sviluppa lungo l’asse est-ovest; per quanto è noto consta di 18 domus de janas pluricellulari: solo quattro ipogei (Tombe IV, XV-XVa, XVIII) sono stati realizzati su bassi banconi calcarei posti ai piedi del costone. Tutte le tombe, comunque, si sviluppano su un piano orizzontale e gli ingressi sono più o meno rilevati rispetto al piano di campagna.

Gli ipogei si affacciano sulla stretta vallata che separa il monte dal prospiciente Monte Mannu attraversata da un antico tratturo (strada di Pianu ‘e Laccana) che, inerpicandosi nelle pendici del monte ove sono ubicati gli ipogei, conduce ai piedi della parete rocciosa e divide in due ali la necropoli (8 ipogei sono ubicati nel settore a ovest della strada, 10 a est).

Le domus de janas che compongono la necropoli sono denominate con numeri crescenti da ovest verso est. Alcune riproducono le particolarità strutturali delle abitazioni prenuragiche, arricchite da segni e simboli a carattere sacro legati al rituale funerario: fra queste si distinguono in particolare le Tombe I, II, V, XIII per le peculiari caratteristiche architettoniche e decorative.

Di particolare interesse, inoltre, sono le Tombe III e XVI che si inquadrano nel tipo a «prospetto architettonico» con l’imponente «porta-stele» scolpita nella roccia e che in questo caso costituiscono un esempio di riutilizzo in età nuragica di ipogei prenuragici.

Tomba I

Ubicata nell’estremità occidentale del costone, dieci metri a ovest della Tomba II, consta di 12 vani disposti secondo uno schema planimetrico a “T” ampliato con celle aperte in corrispondenza dell’asse trasversale del terzo ambiente. L’ingresso, orientato a sud-est, è preceduto da un breve invito scavato nella roccia, apprezzabile solo sul lato sinistro: il portello, che si eleva di circa 0,50 m. rispetto al piano di campagna, appare manomesso sul lato destro. Introduce nell’anticella, di pianta quadrangolare, con pavimento e pareti piane con angoli marcati e soffitto spiovente verso l’esterno. Le superfici delle pareti appaiono particolarmente curate, riccamente istoriate con motivi architettonici: il latod’ingresso e quello di fondo sono interamente circondati da una cornice che risparmia due pannelli rettangolari ribassati, simmetrici ai lati del relativo portello. Lo stesso motivo si ripete nelle pareti laterali ove si osservano due specchi rettangolari ribassati, scompartiti in due settori da una lesena mediana.

Il portello d’accesso alla cella successiva presenta luce quadrangolare con rincasso su tutti e quattro i lati: la soglia è attraversata da una canaletta. La cella, di pianta rettangolare trasversale all’asse, nel classico sistema a “T”, ripropone lo stesso sistema decorativo arricchito da una protome bovina sul lato sinistro dell’ingresso, non riscontrabile sull’altro lato. Solo due brevi setti divisori e un lieve dislivello la separano dall’ambiente successivo; di pianta rettangolare, anch’esso decorato con cornici che inquadrano pannelli ribassati, presenta nel lato di fondo una porta inquadrata da due fasce-corna (una per parte), che presso gli stipiti si piegano ortogonalmente verso il basso descrivendo una sorta di “Z”. Completano l’icnografia due gruppi di celle che si sviluppano lungo l’asse longitudinale. Attraverso un portello provvisto di cornice, aperto sulla parete sinistra della cella si accede a un vano sopraelevato, di pianta oblunga. Lungo i lati corti di questo ambiente si sviluppano altre concamerazioni: una, di pianta quadrangolare verso ovest e due attigue subcircolari, di minori dimensioni, a est. In una di queste è stata abbattuta buona parte della parete di fondo, pertanto è comunicante con l’esterno.

Dalla parete laterale destra della cella si accede all’altra ala dell’ipogeo: un portello sopraelevato immette in un vasto ambiente subrettangolare a sviluppo trasversale, con due setti in asse con l’ingresso, appena rilevati sul pavimento. Sulla parete laterale a sinistra dell’ingresso si apre un piccolo ambiente, di pianta reniforme.

 

Tomba II

La tomba è ben nota nella letteratura archeologica per l’insolita concentrazione e varietà di decorazioni architettoniche e simboliche. È situata nel settore occidentale della necropoli, 10 metri a est della Tomba I.

Consta di 12 vani disposti secondo uno schema planimetrico a “T”, variato da celle aperte in corrispondenza dell’asse trasversale del secondo ambiente. L’ingresso è preceduto da una sorta di piccolo dromos con pavimento orizzontale, definito sulla destra da una bassa parete rettilinea e a sinistra della roccia appena ritoccata. Il portello è privo di rincasso: nel suolo è scavato un incavo rettangolare per inserirvi il chiusino.

L’anticella presenta pianta trapezoidale e pavimento su un piano leggermente inferiore rispetto al dromos, soffitto concavo spiovente verso l’esterno: le pareti sono riccamente istoriate con motivi di gusto architettonico che inquadrano, a sinistra dell’ingresso, una protome taurina con corna lunate e testa distinta con muso arrotondato; traccia di analogo schema si nota sul lato opposto. Nel lato sinistro una lesena divide due pannelli: in uno sono tre protomi taurine a corna lunate in schema sovrapposto, nell’altro doppie corna a barca inscritte, sovrastate da un motivo “a clessidra”. Nel lato destro sono incise una serie di “V” ravvicinate a descrivere uno “zig zag” in fila orizzontale. Coassiale all’ingresso è il portello d’accesso alla cella: di pianta trapezoidale, è l’ambiente più vasto dell’ipogeo, evidentemente dedicato alle pratiche cultuali. La parete d’ingresso è lievemente curvilinea con portello sovrastato all’interno da due ampie corna a fascia inscritte presenti, una per parte, anche ai lati, ove sono piegate verso il basso. Nella parete di fondo è una falsa porta sovrapposta ad un gradino rilevato sul piano pavimentale: al centro è una fila di “chevrons” incisi; in alto gli stipiti si fondono con due ampie corna sovrapposte. Ai lati sono due motivi spiraliformi. Nella parete laterale destra, anch’essa con zoccolo e lesene, si hanno «chevrons», denti di lupo, parasta d’angolo fusa a un motivo corniforme a barca, un semicorno a “Z” al centro: gli stessi motivi si ripetono sul lato opposto. Si riconoscono tracce di pittura rossa. Il soffitto reca la rappresentazione del tetto a doppia falda con travetti: il trave principale poggia idealmente su due pilastri, rastremati verso l’alto, con raffigurazioni taurine.

Nel pavimento è scolpito il focolare, circolare, delimitato da un anello rilevato con tre bozze ellittiche disposte a triangolo. Nei lati brevi di questa cella si aprono gli ingressi a due gruppi di celle: quattro nel lato occidentale e cinque in quello orientale. Nel lato est della cella maggiore si accede a una cella sopraelevata che funge da vestibolo interno per tre celle intercomunicanti disposte a ovest e per altri due ambienti secondari in successione scavati ad est. Anche sul lato occidentale si osserva un vestibolo, dal quale si accede a un vano maggiore, ubicato sulla destra, e a due celle consecutive sulla sinistra.

Vi sono stati individuati almeno tre interventi di ampliamento che, sulla base dell’analisi stilistica e con l’ausilio dei dati di scavo, lasciano ipotizzare che in una I fase vi sia stato scavato un primo nucleo con impianto a “T”, nella II fase sia stato apprestato l’apparato decorativo (il pavimento della cella è stato ribassato, risparmiando il focolare, i piedistalli dei pilastri e i gradini oltre alla decorazione della parte di fondo e dell’anticella) mentre nella III fase si colloca l’escavazione del nucleo “a labirinto”. Si ritiene, tuttavia, che anche l’ultima fase sia da collocarsi ancora nella cultura Ozieri, in un momento finale, forse corrispondente ai primi esiti Filigosa.

Tomba III

Ubicata circa 100 m. ad est della Tomba II, nella parte alta del costone, costituisce uno dei due esempi “a prospetto architettonico”della necropoli. L’esterno, meglio conservato rispetto al sepolcro, presenta il fronte di roccia arcuato (h. max residua m. 4,05; largh. 4,05). Il motivo prospettico a lunetta è diviso dallo schema inferiore tramite una fascia: è stato ampiamente manomesso per renderne più agevole l’ingresso. Un taglio arcuato crea un nicchione a spicchio di sfera nel quale si riconoscono residue tracce del tumulo con evidenti resti dei consueti tre fori ove si suppone venissero alloggiati tre betilini.

Come si accennava la zona di ingresso è stata stravolta: residua solo il taglio di base di uno stretto corridoio che immette in un vasto ambiente a sviluppo obliquo rispetto all’asse longitudinale. Il vano presenta pianta subrettangolare con piano pavimentale estremamente irregolare, così come le pareti e il soffitto. Nella parete di fondo è stato risparmiato un gradino (h. 0,42) che corre lungo tutto il lato.

Nelle pareti laterali del settore posteriore del vano si aprono, sopraelevati, due ambienti per lato dei quali sono state abbattute le pareti. Su quello destro si leggono tracce di due ambienti coassiali lungo l’asse trasversale, mentre su quello sinistro sono due vani affiancati.

Tutto l’interno appare notevolmente rimaneggiato così come si è potuto constatare in altri ipogei della stessa necropoli. In particolare, l’ipogeo era utilizzato sino a tempi recenti, per affumicarvi il formaggio per cui le superfici sono completamente annerite.

Tomba IV

Ubicata in un basso banco roccioso a sviluppo orizzontale situato ai piedi del costone occidentale. Attualmente si conserva solo la parte posteriore di questo ipogeo pluricellulare, del quale sono visibili solo quattro aperture su una parete rettilinea incassata tra due brevi lati (asse est- ovest m. 7,70), ostruite dal riempimento, a poche decine di centimetri l’una dall’altra. Due, affiancate al centro, sono relative ai portelli. La altre sono dovute a manomissioni.

Tomba V

Unico esempio di impianto planimetrico a sviluppo laterale dell’intera necropoli, si articola in quattro ambienti di dimensioni marcatamente differenti: un piccolissimo atrio, dal cui lato sinistro si accede all’anticella e a un vano più vasto disposti lungo l’asse longitudinale; un’ultima cella si apre lateralmente su questo vano.

Vi si accede attraverso un portello di luce rettangolare, con la partesuperiore concava, che immette in un piccolissimo vano di gusto marcatamente curvilineo con pareti aggettanti verso il soffitto e la parete di fondo, più bassa, a profilo concavo. Nel lato sinistro si apre un portello quadrangolare, manomesso nella parte sinistra, con stipiti molto deteriorati, privo di soglia: un piccolo dislivello di m. 0,05 segna il passaggio ad un altro vano, di pianta quadrangolare con piano pavimentale regolare e soffitto piano. Nella parete destra di questo ambiente si apre un portello quadrangolare, fornito di rincasso, lievemente sopraelevato, che immette in quello che appare il vano più importante della tomba, ciò che si desume dalle dimensioni nettamente superiori a quelle degli altri ambienti e dalla presenza di una colonna al centro del vano.

Questa cella presenta pianta quadrangolare con angoli marcatamente arrotondati nella parete destra, pavimento irregolarmente piano, pareti aggettanti verso il soffitto, lievemente concavo. Al centro del vano a m. 1,02 dal portello si erge una colonna con base subcircolare risparmiata nella roccia che si restringe al centro e tende ad allargarsi verso il soffitto. A 2/3 della parete laterale destra di questo vano si apre un altro portello che introduce in un vano semicircolare. Non vi si osservano tracce di decorazioni architettoniche o di simboli.

Tomba VI

Situata circa 50 metri a est dalla Tomba III, a una quota più alta dello stesso costone roccioso, presenta l’ingresso (altezza m. 1.42; larghezza m. 2.10) ampiamente manomesso, così come l’impianto planimetrico; tutte le pareti sono state abbattute. L’ipogeo, infatti, ha subito delle modifiche funzionali alla raccolta dell’acqua di filtraggio delle celle posteriori che, attraverso canalette, veniva convogliato nel grande vano anteriore, in una sorta di conca circolare scavata nella roccia.

La parete d’ingresso è stata in gran parte abbattuta per facilitare l’accesso al grande vano menzionato che presenta il piano pavimentale abbassato per renderlo funzionale al riutilizzo, ipotesi avvalorata dalla presenza, sulla parete destra dell’ambiente, della parte posteriore di una piccola cella posta a un notevole dislivello rispetto a quello attuale. Nella parete di fondo di questo vano è stata risparmiata nella roccia una sorta di panchina semicircolare (m.0.48), probabilmente da riferirsi all’originario piano pavimentale, ove si conservano ancora due protomi affiancate, una delle quali appena leggibile (ambedue del tipo A,II,5 TANDA 1985).

A destra si sviluppano, lungo l’asse longitudinale, due ambienti di forma irregolare e allungata; la parete tra i due è stata abbattuta, le superfici sono irregolari. Sulla parete sinistra del vano maggiore, nella parte posteriore, si aprano altri due vani, anch’essi disposti lungo l’asse longitudinale che mancano di tutte le pareti (ben leggibili in pianta): il primo presenta pianta oblunga, l’altro semicircolare.

Dai vani dei lati posteriori si snodano delle lunghe canalette che convergono verso una depressione circolare, concava, dalla quale si diparte un canale scavato nella roccia che conduce l’acqua all’esterno.

È evidente che il vano maggiore è stato totalmente manomesso, ciò che ha ormai compromesso l’impianto planimetrico: oggi costituisce più che altro un importante esempio di riutilizzo del quale, peraltro, non si conosce la data.

Tomba VII

Ubicata nella parte superiore del costone occidentale, trenta metri a est della Tomba VI. L’impianto planimetrico è stato modificato nella parte anteriore, ove è stata abbattuta anche la parete d’ingresso, in funzione del riutilizzo. Questo settore dell’ipogeo è scivolato in avanti a causa di un crollo: una larga fenditura attraversa il soffitto e la parete occidentale del primo vano, in corrispondenza di un portello d’accesso a un vano laterale, ora inaccessibile. La parte posteriore, che consta di tre ambienti disposti lungo l’asse trasversale, è meglio conservata.

Attualmente l’ipogeo si articola in un grande ambiente quadrangolare, evidentemente riadattato abbattendo le pareti e alzando il soffitto (ciò che forse ne ha compromesso la statica): un tentativo di abbassamento del livello pavimentale è documentato da una depressione rettangolare all’ingresso; nella parete laterale sinistra, come si accennava, si apriva un portello, ora spezzato, mentre in quella a destra è una piccola nicchietta sopraelevata, subcircolare, con pareti e soffitto a profilo curvilineo.

Coassiale all’ingresso è un vano subtrapezoidale con pareti e soffitto piani: nei lati corti si apre a sinistra una piccola nicchia ovale, con portello rettangolare privo di cornici; a destra è un vano di dimensioni maggiori (con portello d’accesso privo di cornici, angoli smussati, manomesso nella soglia), di pianta quadrangolare, con un setto rilevato al centro.

Tomba VIII

Proseguendo nello stesso sentiero, venti metri a ovest dalla Tomba VII, si giunge in un piccolo spiazzo coronato da emergenze rocciose: qui si apre l’ingresso a un ipogeo che manca del soffitto nella parte anteriore sinistra, motivo per il quale vi si era accumulata una notevole quantità di terra e di arbusti che ne occludevano la vista.

Un breve padiglione, del quale si conserva solo il lato destro, precede l’ingresso a un vasto ambiente rettangolare, con soffitto impostato su due piani obliqui, convergenti in alto lungo l’asse trasversale del vano. Il lato sinistro del vano, e la porzione corrispondente del soffitto, è crollato; il piano pavimentale è stato abbassato come attesta un piccolo lembo di roccia superstite del livello iniziale. Del settore a sinistra dell’ingresso si conserva, a un livello più alto (m.0.90), la parte posteriore di una piccola nicchia a pianta rettangolare, mentre su un enorme masso crollato si riconosce parte di una parete: la situazione di questo settore dell’ipogeo è comunque deteriorata e ormai poco comprensibile.

Coassiale all’ingresso è l’accesso al settore posteriore dell’ipogeo ove, lungo l’asse trasversale, si aprono quattro ambienti. Il primo svolge evidentemente funzione di disimpegno: a destra si apre un vano subrettangolare, con un setto rilevato mentre a sinistra sono due vani attigui, con lieve dislivello caratterizzati da ampie imboccature, pareti aggettanti, soffitti in pendenza.

Tomba IX

È la prima tomba del gruppo orientale della necropoli ed è ubicata a pochi metri dal tratturo che si ferma ai piedi del costone roccioso. La parete d’ingresso è crollata: grandi blocchi giacciono ai piedi del costone. Nella tomba si distinguono nettamente due nuclei: caratterizzato da gusto curvilineo quello occidentale, rettilineo quello orientale, appaiono chiaramente frutto di interventi diversi seguendo i quali si procederà alla descrizione.

Si individua un accesso preceduto da un breve padiglione, apprezzabile solo nel lato occidentale (la parete d’ingresso è stata abbattuta). Anche dell’anticella si conserva solo il lato ovest nel quale scolpito un pannello ribassato sul cui sfondo si distingue appena un motivo a doppia spirale sormontato da corniforme semplice. La cella, di considerevoli dimensioni, si allunga nell’asse trasversale: nel soffitto, molto eroso, si legge appena la rappresentazione dei travetti.

A sinistra di questa cella è un piccolo vano di disimpegno, coassiale al quale è un altro ambiente sul quale si aprono, lungo l’asse longitudinale, una celletta per lato. Tutte presentano larghe imboccature, pareti a profilo curvilineo, soffitti concavi. Sul lato destro della cella con soffitto a travetti, in asse con le concamerazioni del settore occidentale, è un vano subtrapezoidale, presumibilmente trasformato in occasione della escavazione del complesso orientale. Qui, lungo l’asse longitudinale, si susseguono due grandi vani mentre un quarto ambiente si apre a sinistra della cella mediana. Tutti e tre presentano pianta quadrangolare, con pareti aggettanti verso il soffitto piano e angoli marcatamente distinti.

Non si esclude, comunque, che i due nuclei, in virtù delle profonde differenze, siano da riferirsi a due ipogei distinti, ma oramai troppo rimaneggiati soprattutto nella parte anteriore ove si sarebbe, in tal caso, localizzato il secondo ingresso.

Tomba X

Ubicata nel settore orientale della necropoli, 10 m. a est della Tomba IX. Ipogeo pluricellulare riadattato, con abbattimento della parete d’ingresso e dei setti divisori del settore anteriore. Attualmente si articola in un grande vano subrettangolare ove il piano pavimentale è stato abbassato e il soffitto alzato su due livelli, completamente annerito dal fumo; nella seconda metà del vano si aprono due ambienti, uno per lato sull’asse trasversale, anch’essi manomessi e con pareti d’accesso abbattute. Nessuno degli ambienti è stato risparmiato per cui costituisce l’esempio più rimaneggiato dell’intera necropoli.

Tomba XI

Situata nel settore orientale della necropoli, 15 m. a est della Tomba X. Anche questo ipogeo appare manomesso: la parete d’accesso è stata abbattuta e l’impianto planimetrico parzialmente trasformato ed è stato utilizzato per il ricovero di bestiame sino a tempi recenti.Attualmente consta di un enorme vano di pianta rettangolare ottenuto abbattendo le pareti, abbassando il piano pavimentale e innalzando il soffitto. Coassiale all’ingresso, sopraelevato (m. 0,50-0,60), è un altro vano manomesso di pianta quadrangolare ove, sulla parete destra, in posizione centrale, si apre una nicchia quadrangolare con pareti a profilo curvilineo, soffitto piano. A m. 0,65 dal piano pavimentale del vano è un altro ambiente quadrangolare privo di pareti, che conserva l’originale piano pavimentale e soffitto irregolarmente piano. Rimane traccia del setto divisorio che lo separava da una cella attigua, di pianta semicircolare mentre è appena apprezzabile la divisione da un quarto vano, di minori dimensioni, la cui parete di fondo(che coincide con la parete anteriore dell’ipogeo) è stata abbattuta determinando una grande apertura di forma irregolare in comunicazione con l’esterno.

A destra del vano di ingresso, sulla parete laterale del primo vano, si apre un altro ambiente sopraelevato anch’esso privo di setti divisori. Presenta pianta rettangolare con piano pavimentale sconnesso; nel lato sinistro si notano ampie sfaldature e aree di frattura, nella paretedestra è stata praticata una larga apertura che guarda verso l’esterno. Comunica attualmente con un vano, a livello leggermente inferiore, che a un’attenta osservazione appare pertinente all’attigua Tomba XII.

Tomba XII

Ubicata 10 metri ad est della Tomba XI, si apre m. 2,50 dal piano di campagna, sulla parete verticale: nella parte sottostante si individuano i vani posteriori di un ipogeo crollato che presupponeva la presenza di un bancone calcareo ai piedi del costone, la cui distruzione spiega l’attuale difficoltà ad accedervi.

Tre ambienti, preceduti da un invito, si dispongono lungo l’asse longitudinale cui si aggiungono, ai lati del secondo vano, un ambiente a sinistra e due a destra coassiali.

Un breve invito, di pianta e sezione rettangolare, ben conservato nella parte destra, precede il portello, a luce quadrangolare, che immette nell’anticella. Presenta pianta semicircolare con piano pavimentale sconnesso e pareti nelle quali si individuano sporadiche tracce dell’originaria superficie, convergenti verso il soffitto, piano.

Coassiale è un ambiente rettangolare con pareti aggettanti verso il soffitto lievemente convesso con angoli e spigoli marcati, inclinato verso la parete laterale destra.

Sullo stesso asse è un terzo vano, sopraelevato (m. 0,38), di pianta rettangolare, con piano pavimentale in pendenza verso il lato sinistro; le pareti, attraversate da larghe fenditure, aggettano verso il soffitto. Su entrambe le pareti laterali del secondo vano si aprono due ambienti a destra e uno a sinistra: quest’ultimo, leggermente sopraelevato (m. 0,25), di pianta quadrangolare, con piano pavimentale e soffitto in pendenza verso la parte anteriore: comunica, per l’eliminazione della parete di fondo, con la Tomba XI. Nella parete laterale destra è un altro vano sopraelevato (m. 0,60), di pianta rettangolare con pavimento sconnesso, pareti aggettanti, soffitto irregolarmente convesso. Al centro della parete laterale sinistra è una nicchia appena abbozzata: coassiale, a destra è una seconda nicchia, da attribuirsi a tempi recenti. Nella parete di fondo si apre un portello, manomesso nel lato sinistro, che immette in un vano quadrangolare con pareti rettilinee e soffitto piano: è l’ambiente che meglio si conserva dell’intero ipogeo.

Tomba XIII

Ubicata nel settore orientale della necropoli di Mesu ‘e Montes, 7 m. a est della Tomba XII. Come quest’ultima è inaccessibile (circa 4 metri dal piano di campagna) in quanto la parte sottostante del costone, ove doveva aprirsi un altro ipogeo, è crollata. Consta di tre vani disposti lungo l’asse longitudinale mentre un quarto, in fondo, è spostato verso ovest, obliquo all’asse.

Il portello d’accesso, manomesso, presenta luce irregolare. L’anticella, di pianta semicircolare, è caratterizzata dalla presenza di soffitto a semicerchio spiovente verso l’esterno con travetti radiali a sezione semicircolare. Il piano pavimentale è stato abbassato in antico: rimane un lembo di quello originario nel lato sinistro. Le pareti sono lisce, attraversate da fenditure.

Coassiale all’ingresso è un portello manomesso, a luce ovoidale,presumibilmente fornito di cornice, ora apprezzabile appena sull’architrave e nella parte superiore dello stipite destro. Sotto il portello un gradino semicircolare riduce il livello esistente tra la soglia e il pavimento.

La cella presenta pianta subrettangolare, piano pavimentale sconnesso, soffitto piano tendente ad abbassarsi verso l’ingresso: le pareti presentano superfici diffusamente alterate da muffe scure. Appena leggibile una lesena sul lato destro e, forse, un’altra sul lato sinistro. Coassiale è il portello di accesso al terzo vano: sopraelevato (m. 0,50) presenta luce rettangolare ed è manomesso nel lato destro. La cella, con piano pavimentale su un livello leggermente inferiore rispetto alla soglia (- m. 0,10), presenta pianta subovoidale, allungata verso la parete di fondo. Il pavimento è regolare, le pareti sono lisce e convergono verso il soffitto piano, con angoli e spigoli arrotondati.

Sul lato destro del vano si apre un portello subtrapezoidale, privo di cornici, con soglia a m. 0,15 dal pavimento del vano. Immette in un ambiente di pianta quadrangolare con pareti lisce convergenti verso il soffitto. Al centro dal lato a sinistra dell’ingresso è una piccola nicchia.

È l’unica tomba del settore orientale della necropoli che si conserva pressoché integra: la sua inaccessibilità ha costituito un elemento di salvaguardia.

Tomba XIV

Ubicata 10 metri ad est della Tomba XIII, nell’estremità orientale del costone, a circa 3 metri dall’attuale piano di campagna. Nella parte sottostante della parete calcarea si osservano dei vani sezionati che dovevano costituire il lato posteriore di un ipogeo distrutto (Tomba XV).

Consta di un’anticella, cui segue una cella di grandi dimensioni nella cui parete di fondo si apre l’ingresso a due vani attigui; altri due ambienti si sviluppano sul lato sinistro della cella.

Il portello d’ingresso presenta luce quadrangolare ed è privo di cornici. Immette in un piccolo vestibolo di pianta rettangolare, ove è stata abbattuta la parete di fondo, cui segue un vano di pianta subcircolare, con sviluppo eccentrico rispetto all’asse longitudinale, ove è stato abbassato l’originale piano pavimentale del quale si conservano alcuni lembi presso le pareti. Nel lato anteriore, a fianco al portello d’ingresso, è stata praticata un’apertura mediante la quale comunica con l’esterno.

Coassiale all’ingresso è un piccolo vano di pianta semicircolare al quale si accede attraverso un’apertura rettangolare, marcatamente arcuata in alto, della quale è stato abbattuto lo stipite sinistro. Da questo lato si accede a un vano di pianta ovale, con un breve setto divisorio al centro; nel lato destro è situata una piccola nicchia.

Sulla parete laterale sinistra del vano maggiore si apre una cella della quale è stata abbattuta la parete anteriore: di pianta quadrangolare, con angoli arrotondati, comunica, attraverso una larga imboccatura praticata nel lato destro, con un vano sopraelevato (m. 0,20) di pianta rettangolare che presenta pareti laterali a profilo rettilineo, mentre quella di fondo aggetta fortemente sul soffitto, irregolarmente piano.

Tomba XV-XVa

Alla base della parete ove si aprono le Tombe XIII-XIV, doveva addossarsi un basso bancone calcareo ora crollato. A livello dell’attuale piano di campagna, infatti, si aprono nella roccia dei vani attigui, isolati o comunicanti, che costituiscono evidentemente la parte posteriore presumibilmente di due ipogei. Da destra, guardando il costone, si osserva una cella, con ingresso rimaneggiato e pareti convergenti verso il soffitto, concavo; alla sua destra sono altri due vani che presentano caratteristiche simili ma dei quali si conservano meglio gli accessi. A sinistra, ad un livello notevolmente inferiore e pressoché interrati, si aprono due ambienti con setto divisorio abbattuto che parrebbero essere pertinenti a un altro ipogeo). Circa 4,50 m. a sud della base del costone emerge appena dal piano di campagna un tratto di roccia ove è scolpita la parte inferiore di un portello d’ingresso. Nei pressi, nella roccia affiorante, si leggono tracce di altri vani.

Tomba XVI

Ubicata nella propaggine orientale del Monte Mamas, a circa 100 m. in linea d’aria dal limite est del costone ove sono scavate le Tombe XIV-XV.

Come nella Tomba III la stele centinata è stata scolpita nel fronte di roccia di un ipogeo prenuragico, ma è senz’altro meno compromessa, benché abbia subito una manomissione alla base della facciata per allargarne l’ingresso. L’interno si conserva pressoché integralmente. Il prospetto a porta stele (alt. m. 8), particolarmente eroso, presenta fronte roccioso scalariforme: nel primo gradone si apre l’ingresso, nel secondo è inciso il motivo rettangolare, nel terzo il motivo a lunetta, nel quarto il taglio dell’esedra superiore. Il tumulo, come nella Tomba III, presenta nella parte alta un taglio operato nella parete di roccia in forma di segmento di sfera: ben visibili due grossi fori ovoidali in prossimità del prospetto.

All’interno consta di tre vani disposti lungo l’asse longitudinale e di due celle attigue al lato sinistro del II e III vano.

L’anticella, di pianta quadrangolare con parete anteriore abbattuta, presenta superfici deteriorate, piano pavimentale sconnesso, soffitto annerito: vi è attestato il classico motivo a doppio spiovente nel quale è appena leggibile il trave centrale, trasversale all’asse d’ingresso, e qualche travetto. Sulla parete nord-est è una decorazione a “denti di sega”.

Anche l’ingresso alla II cella è stato manomesso: questo ambiente, che per dimensioni appare il più importante dell’ipogeo; presenta pianta rettangolare trasversale all’asse con soffitto a doppio spiovente con trave centrale e 9 travetti paralleli, a tratti poco leggibili.

In asse con l’ingresso è un terzo ambiente, sopraelevato, anch’esso con l’accesso manomesso, di pianta rettangolare: anche questo ambiente restituisce la rappresentazione a doppio spiovente su piano obliquo ma non vi si rileva traccia del solito tessuto di copertura.

Presentano invece soffitti piani le 2 celle attigue, al lato occidentale della II e III cella, ambedue quadrangolari.

Tomba XVII

Ubicata circa 100 m. ad est della Tomba XVI, nella propaggine orientale del M. Mamas. Vi si accede attraverso un padiglione di pianta rettangolare, con pareti convergenti verso il soffitto, piano. Un portello appena sopraelevato (m. 0,15) introduce in un vano di pianta subtrapezoidale, il cui piano pavimentale è stato realizzato a livello inferiore (m. 0,30) rispetto alla soglia. Le pareti e il soffitto presentano superfici lisce, con angoli e spigoli ben definiti. Il piano pavimentale, sconnesso, è in forte pendenza verso l’esterno così come il soffitto.

Coassiale è l’ingresso ad un basso vano semicircolare con pareti aggettanti e pavimento in pendenza verso l’esterno; nella parte destra della parete di fondo si osserva una sorta di nicchia subcircolare, sopraelevata, caratterizzata da superficie estremamente rozze.

Le dimensioni, ma soprattutto le rozze fattezze della nicchia, lasciano ipotizzare possa trattarsi di un ipogeo in escavazione, non finito.

Tomba XVIII

Ubicata ai piedi della Tomba XVI, nella propaggine orientale del Monte Mamas.

Nel corso di un intervento di ripulitura presso l’ingresso alla tomba soprastante è stata messa in luce la parte basale di un ipogeo del quale si legge parte dell’impianto planimetrico. Parrebbe che, come si è constatato per le Tomba XV-Xva, alla base del costone si addossasse un basso bancone calcareo nel quale è stato scavato l’ipogeo, ora distrutto: nei pressi si osservano enormi massi in uno dei quali si riconosce una superficie lavorata.

Nella roccia affiorante si individuano 2 vani: uno di pianta subcircolare (altezza residua m. 0,40) e, sopraelevato (m. 0,30), uno di pianta reniforme.

Una gran quantità di pietrame collocata sotto l’ingresso alla Tomba XVI, per facilitarne l’acceso, impedisce di verificarne l’ulteriore sviluppo.

 

Testo tratto da : LA NECROPOLI DI MESU ‘E MONTES (OSSI) di Pina Maria Derudas

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