Domus de janas Tennero, Tomba Branca, Cheremule
La Tomba Branca, così chiamata dal nome del proprietario del terreno ove è ubicata, è del tipo monocellulare con dromos di accesso. Il suo stato di conservazione non è buono poiché gran parte delle pareti e del soffitto sono degradate e crollate.
La cella ha una forma pressoché rettangolare, con spigoli smussati e pareti concave. Essa è larga m 3 x 4,5 e la sua altezza massima, ancora rilevabile a nord–est, è di m 1,60. Il portello, fornito di rincas so, è alto m 1 e largo m 0,95.
Il dromos è largo m 3,10 e lungo circa 5 m; il padiglione che collega il dromos alla cella è circa 20 cm più alto del portello, ma degrada progressiva mente verso i lati per cui all‘esterno destro è alto circa 1 m.
In questa tomba quattro zone erano interessate da una particolare decorazione incisa figurata: il tratto iniziale delle pareti sinistra e destra del dromos compreso sotto il padiglioncino e il fronte della tomba sui lati destro e sinistro del portello.
La tecnica con cui le figure delle quattro zone furono realizzate è quella denominata comunemente a martellina. Le figure schematiche furono realizzate con un solco irregolare a sezione curva, della larghezza media di cm 2,5 e della profondità di cm 1. Quindi lo strumento di pietra doveva essere piuttosto grossolano e dalla punta non tagliente. La zona figurata della parete sinistra del dromos misura circa m 0,80 di altezza per 0,88 di larghezza e comprende sei figure antropomorfe di cui quattro con gli avambracci alzati, una con avambracci abbassati, una forse con un solo braccio ed una gamba alzata. La testa delle figure è espressa con un rigonfiamento tondeggiante, appena accennato. In almeno tre figure si ha all‘altezza dell‘inguine un prolungamento verso il basso della linea mediana del corpo: probabilmente si tratta della rappresentazione del sesso maschile.
Il corpo filiforme è verticale nelle figure esterne, mentre appare più o meno marcatamente inclinato a sinistra in quelle centrali.
Lo schema compositivo sembra voler suggerire l‘idea di una danza, forse il cosiddetto «Ballo tondo»; la parete del lato destro del fronte della tomba è lunga m 0,92 e comprende otto figure, di cui cinque antropomorfe con la chiara rappresentazione del sesso maschile.
Lo schema rappresentato è quello a mani alzate, il cosiddetto schema dell‘orante. Una particolarità è il fatto che la testa dell‘uomo si prolunghi in un becco o muso, come a voler indicare che il personaggio era mascherato.
Un becco analogo è presente nella figura inferiore che sta alla destra di quella descritta. Questa figura si lega con quella soprastante così da far pensare a due acrobati dei quali l‘inferiore sostenga in alto con le mani, tenendolo per i piedi, quello superiore. La testa è costituita da un ingrossamento tondeggiante. È notevole il fatto che questa figura sembra armata di ascia, come sembra suggerire un trattino orizzontale che fuoriesce dell‘avambraccio. Un‘arma analoga sembra portare all‘altezza della vita «l‘acrobata sottostante. Quest‘ultimo potrebbe interpretarsi come una coda facente parte del mascheramento teriomorfo.
Simile alla figura centrale è lo schema del moti vo disposto più in basso a sinistra: con la differenza che qui un braccio è appena accennato e l‘altro è disposto a semicerchio verso l‘alto. L‘ingrossamento che di solito indica la testa qui si trova poco più sotto della parte terminale superiore del segmento verticale che rappresenta l‘insieme del corpo stes SO.
Ultima figura antropomorfa è la seconda da destra in alto che presenta uno schema diverso dal solito, cioè capovolto. Forse è la rappresentazione di un uomo seduto in terra oppure la rappresentazione del defunto. Il fatto che sia questa figura che quella col braccio alzato a semicerchio siano piccole potrebbe essere interpretato come rappresentazione di figure di fanciulli. Inoltre, a destra, è una figura a «V» ribassato con appendice laterale a sinistra: potrebbe essere sia una rappresentazione antropomorfa ridotta alle sole braccia che l‘intera e semplice rappresentazione di un‘ascia od accetta.
Ad entrambe le interpretazioni può offrire argomenti più o meno precisi il confronto con le incisioni rupestri della Valcamonica. Il segno angolare riscontrato a sinistra della grande figura centra le fu interpretato come una figurazione di «paletta>> analoga a quella della Valcamonica, il segno che sovrasta il supporto «segno di paletta».
Parliamo ora delle incisioni situate nella parete destra del dromos. La zona figurata è alta circa m 0,80 e lunga m 1,10. Lo schema figurativo di base è quello solito, già illustrato dalla figura antropomorfa a braccia alzate, ma esso sintetizzandosi perviene ad altre schematizzazioni. In questa parete ci sono tre antropomorfi a braccia alzate collegati e connes si fra loro come per una danza. A volte le gambe di due figure vicine sono almeno in parte rappresenta te da un unico solco: oppure la fusione avviene tra un braccio e una gamba. Presso la testa della figura antropomorfa mediana compare anche un disco schiacciato.
In questa grande figura antropomorfa sono pre senti due brevi appendici inferiori mediane, in cui potrebbe riconoscersi la stilizzazione schematica del sesso femminile.
L‘estrema semplificazione dello schema antropomorfo è rappresentata nella parete destra del dromos dalla figurina a «T» capovolta e dei quattro schemi ancoriformi.
Nella figurina ancoriforme più piccola è scomparso il segmento superiore mediano. Diverso aspetto ha la grande figura di sinistra (cm 70); essa è derivata almeno in parte dalla fusione degli elementi costitutivi del solito schema antropomorfo: il risultato è stata una forma «astratta» fatta di linee piuttosto complesse incrociantesi per lo più ad an golo retto. Potrebbe perciò definirsi come una figura «iperantropica». Forse è la rappresentazione dell‘intera tribù che rende ancora onore al morto sepolto nella tomba.
Testo tratto da: I Sardi – La Sardegna dal Paleolitico all’Età Romana