Bonòrva – Bonorva: necropoli di Sant’Andrea Priu

 

 

Necropoli di Sant’Andrea Priu, Bonorva

ORARI MARZO

MATTINO 10.00 – 13.00
POMERIGGIO 15.00 – 17.30
Coop. Costaval

Come arrivare:  Da Bonorva si prende per Bono e va avanti per circa 6 km. Si svolta a destra in direzione della  chiesa campestre di Santa Lucia, la si supera e si prosegue per circa 500 metri fino all’area della necropoli. Coordinate:  40°25’18″N 8°50’51″E

Tra i numerosi monumenti finora individuati in questo Comune si segnala la necropoli di S. Andrea Priu, che fu esplorata da A. Taramelli nel 1916 e nel 1918. Comprende una ventina di tombe scavate nella pa rete verticale di un costone trachitico che delimita il fianco di una collina, a m 23 sul piano di campagna. Tombe di minore com plessità sono ubicate sulla sommità della medesima collina. Di grande interesse appaiono la tomba del Capo, la tomba a Capanna e la tomba a Camera. Esse, infatti, essendo molto ricche di particolari architettonici (colonne, pilastri, banconi, lesene, focolari, architravi, soffitto a doppio spiovente, soffitto coniconico o semiconico), ci forniscono elementi assai utili (in assenza di prove documentarie dirette) per la ricostruzione della dimora prenuragica.

 La tomba del Capo, del tipo a proiezione longitudinale, consta di diciotto ambienti disposti con simmetrica regolarità attorno a un nucleo costituito dallanticella semicircolare (coperta dal soffitto della capanna se micircolare) e da una cella successiva, di pianta rettangolare e dal soffitto piano retto da due colonne. I due vani, nella stessa associazione, sono presenti in numerose domus de janas (si conoscono almeno ventidue casi). Essi costituiscono un modello ar chitettonico; sono, quindi, la rappresentazione di unabitazione terrena che risponde ai bisogni delluomo delloltretomba. Secondo lideologia funeraria, infatti, luomo continuava a vivere, dopo la morte, in una dimensione sovrannaturale configurata alla dimensione terrena, con le stesse condizioni di vita, compreso il luogo in cui si svolgeva parte di questa vita, la capanna, appunto, in una delle sue tipologie.

Altri moduli architettonici si individuano nella tomba a Camera, in cui è riprodotta la capanna rettangolare con fedeltà di particolari e con intenti realistici, e nella tomba a Capanna, traduzione in roccia della capanna circolare con soffitto conico.

La necropoli, conosciuta in età romana e riutilizzata in età medioevale come cimitero e luogo di culto (a questo periodo vanno, infatti, attribuiti i loculi e gli affreschi ancora visibili sulle pareti della tomba del Capo), ha restituito scarsi materiali di corredo fra i quali un’accettina in pietra verde, una punta di freccia in ossidiana, frammenti di vaso tripode e un frammento di cultura del Vaso Campaniforme. Questi elementi, attribuibili all’età del Rame, segnano un momento intermedio di utilizzazione degli ipogei, la cui realizzazione, almeno nei nuclei principali, va attribuita alla cultura di S. Michele. Analogie con ipogei sardi più noti e datati sulla base di elementi certi (ad esempio S. Pedru I di Alghero) su indizi consistenti e confronti puntuali con l’ipogeo di Hal Saflieni a Malta (al quale la tomba del Capo in particolare si richiama sia per l’articolazione dei vani che per gli elementi architettonici) riportano, infatti, a quell’orizzonte culturale.

https://www.academia.edu/75160181/Bonorva

 

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