Asùni – Asuni: domus de janas di Su ‘Utturu de is Forros

 

 

Domus de janas di Su ’Utturu de is Forros, Asuni

 

LA NECROPOLI DI SU ‘UTTURU DE IS FORROS – Autrice: Mariarita Fulghesu, a cui vanno i nostri più sentiti ringraziamenti per averci concesso di utilizzare questo testo

Sul pendio di un basso tavolato tufo-trachitico, che affiora in direzione Nord/ Sud, si trova una necropoli costituita da 7 tombe del tipo a domus de janas, disposte in due raggruppamenti contigui di 3 e 4 grotticelle allineate. L’area sepolcrale, profanata fin dall’antichità, è stata usata fino a tempi recenti come ricovero per uomini e animali ed evidenti sono i segni di questa riutilizzazione, soprattutto negli ampliamenti e abbattimenti dei portelli e nei riadattamenti degli stipiti per i sistemi di chiusura. Il tempo non ha risparmiato nemmeno i vestiboli di cui si conservano scarse tracce. La tipologia è comune per entrambi i gruppi di ipogei; si tratta infatti di tombe bicellulari scavate in proiezione orizzontale a sviluppo longitudinale eccetto la n. 1 e la n. 4.

Lo schema planimetrico di base è costituito da un vestibolo coperto, da un anticella e da una cella di maggiori dimensioni. Nei vani di forma subellittica o subrettangolare domina la linea curva, sia negli angoli delle pareti, sia in quelli che congiungono le pareti al soffitto. Non si notano differenze rilevanti nella lavorazione degli ambienti, che spesso si conservano perfettamente rifiniti alla martellina.

I portelli, in molti casi completamente rimaneggiati e modificati, hanno luce di forma rettangolare o quadrata.

Non c’è nessuna ricerca di variazione dello schema a T, che si presenta nella necropoli quasi volutamente cristallizzato in una monotona ripetizione. Pensiamo allo scavo delle tombe n. 2 e 3, quasi gemelle. Questo può essere dovuto anche al condizionamento posto dall’emergenza rocciosa, che non permetteva molte altre soluzioni planimetriche, soprattutto per l’altezza e l’ampiezza dei vani.

Il piano di scavo del sistema complessivo dell’area funeraria è unitario e si adegua alla morfologia del banco trachitico; pertanto le domus n. 1, 4, 5, 6 e 7 hanno gli atrii che si aprono sulla fronte della parete rocciosa, mentre quelli delle domus n. 2 e 3 in un riparo sottoroccia. Nelle tombe non si individua alcun segno simbolico o motivo architettonico; ad eccezione delle domus n. 5 e 7 che hanno intorno ai portelli le tracce di una cornice. I segni del sacro sono limitati alla presenza di incavi circolari scavati nelle anticelle delle tombe n. 1 e 7; si tratta di piccole nicchie usate per collocare oggetti sacri o offerte funerarie. Da notare nelle domus n. 6 e 7, sempre nelle anticelle, la presenza di singolari concavità nel soffitto e nel pavimento in asse tra loro e in corrispondenza della parete d’ingresso. La loro funzione non sembra essere un adattamento per un sistema di chiusura relativo a fasi di riutilizzo degli ipogei. Si può ipotizzare che siano le tracce di un motivo architettonico in cui gli incavi permettevano l’inserimento di pali lignei per ricreare simbolicamente l’impalcatura di sostegno dell’ingresso di una capanna. All’esterno delle domus n. 4, 5 e 6, sulla fronte della parete rocciosa, sopra il padiglione d’ingresso, si trovano degli incavi circolari che per uniformità di collocazione si distinguono dalle naturali tafonature della trachite. Potrebbero essere le tracce di elementi correlati ad un rituale in onore dei defunti che si svolgeva all’esterno del sepolcro.

Questa necropoli sicuramente si collocava nelle vicinanze di un insediamento abitativo. Nella zona circostante le tracce di una stazione preistorica si limitano alla scarsa presenza di schegge di lavorazione in ossidiana presenti nell’area di Perdixi, che a sua volta aveva un nesso topografico con i tre menhir protoantropomorfi visibili dalla strada provinciale Asuni-Nureci.

Tratto da: Necropoli ipogeiche nel territorio di Asuni; autrice Mariarita Fulghesu; edizioni Grafica del Parteolla; 2005; pp. 78-79.

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