Murèra – Muravera: Area archeologica di Pranu Iscalas

Area archeologica di Pranu Iscalas, Muravera

L’area archeologica di Pranu Iscalas si trova nel territorio del Comune di Muravera, all’estremità orientale dell’altipiano denominato Pranu Sa Siliqua che domina la piana di Piscina Rei. Il sito è caratterizzato dalla presenza del nuraghe Iscalas e da strutture murarie di epoca romana che in parte riutilizzano dei menhir preistorici.

Il nuraghe sorge a 83 metri sul livello del mare, su di un affioramento di roccia granitica situato sul bordo orientale del piccolo altipiano, in una posizione che permette un dominio visivo a 360° su buona parte del territorio circostante, dall’entroterra alla fascia costiera.

Il monumento, di cui attualmente si conservano solo alcune porzioni della muratura, aveva una torre a pianta circolare realizzata con massi poligonali di medie e grosse dimensioni, messi in opera senza l’utilizzo di malte leganti. Verosimilmente l’ingresso si apriva a sudest. Alcune strutture murarie, visibili a este a sud della torre, potrebbero essere pertinenti a un sistema di terrazzamento artificiale. La costruzione dei nuraghi si colloca tra il Bronzo Medio (XVIXIV secolo a.C.) e il Bronzo Finale (XIIX secolo a.C.).

A circa 150 metri a ovest del nuraghe sono visibili vari elementi litici verticali infissi nel terreno, alti tra 1 e 2 metri e larghi circa 60-70 centimetri. In passato erano stati interpretati come menhir, organizzati in gruppi di tre, quattro o cinque, ipotetici schemi astronomici. Gli scavi archeologici condotti dalla Soprintendenza tra il 2007 e il 2008 hanno invece dimostrato che si tratta di elementi strutturali di murature a telaio, una tecnica edilizia attestata in Sardegna a partire da età feniciopunica che consiste nel realizzare le murature posizionando alcuni blocchi litici verticali e riempendo le intercapedini con pietrame di pezzatura più piccola. Alcuni degli elementi litici verticali utilizzati nelle strutture di Pranu Iscalas potrebbero essere menhir preistorici riutilizzati. Le murature individuate sono pertinenti ad ambienti quadrangolari comunicanti tra loro. I materiali archeologi recuperati datano queste strutture a età romana imperiale. Le ricognizioni di superficie hanno individuato elementi litici (principalmente manufatti in ossidiana) e frammenti ceramici di varie epoche, che testimoniano una frequentazione dell’area a partire dal Neolitico Finale (3200-2800 a.C., cultura di San Michele di Ozieri), per proseguire poi in età nuragica (tra il 1600 a.C. e il X secolo a.C.), nel  periodo punico (525-238 a.C.) e in età romana (238 a.C. 476 d.C.)

Testo tratto dal cartello posto in prossimità dell’area archeologica 



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