Bitzi – Bitti: complesso nuragico di Romanzesu

 

Complesso nuragico di Romanzesu, Bitti

Coop. Istelai

0784414314 – 3333211346
www.romanzesu.sardegna.it
[email protected]

Come arrivare:

Da Bitti si prende la SS 389 in direzione di Buddusò. All’altezza del km 54,2, si svolta a destra, si prosegue per circa 2 km e poi si svolta nuovamente a destra. Seguire i cartelli fino al parcheggio dell’area archeologica. Coordinate:  40°31’48″N 9°19’29″E

Il villaggio-santuario di Romanzesu, ubicato su un altopiano granitico, è attualmente immerso in una fitta foresta di sughere, a circa 13 chilometri da Bitti. Si tratta di un esteso insediamento nuragico, sia civile che cultuale, sviluppatosi a partire dall’età del Bronzo; attorniati da un centinaio di capanne di abitazione, si contano ben cinque edifici di culto, tra cui un tempio a pozzo, due tempietti a “megaron”, un ulteriore edificio rettangolare ed un singolare recinto cerimoniale di planimetria labirintica.

Il pozzo sacro rappresenta il fulcro centrale dell’intero complesso. Privo della copertura e lacunoso nella parte frontale, mostra ancora alcuni gradini della scala che introduce nella consueta camera circolare a tholos (diametro m 3,40), costruita con filari regolari di blocchi di granito accuratamente lavorati. Il pavimento è lastricato ed alla base della parete è presente un basso sedile; in relazione con il pozzo dovevano essere alcuni betilini, tre dei quali sono stati rinvenuti a breve distanza dalla struttura.

Dalla zona antistante il pozzo, un lungo corridoio di circa 26 metri marginato da gradoni, che doveva allagarsi nei periodi di massimo riempimento del pozzo, conduceva ad una grande vasca circolare (diam. m 14), anch’essa delimitata da gradinate e con pavimento lastricato, probabilmente destinata a riti di abluzione rituale, al pari di altre due vasche minori localizzate lungo il percorso del corridoio.

I due templi a “megaron” e il recinto sono situati nell’area Est del villaggio, mentre l’edificio rettangolare è a breve distanza dal pozzo.

Il primo megaron (A), leggermente trapezoiodale (m 12×5,40/6,20), si trova a circa 100 metri dal pozzo ed ha ingresso orientato a Sud. La struttura originaria, doppiamente in antis, immetteva nell’unico vano interno, rettangolare e provvisto di sedili o banconi per le offerte. In una seconda fase, l’atrio antistante venne chiuso per ricavare un ulteriore piccolo ambiente introduttivo; un terzo intervento di ristrutturazione portò alla realizzazione di una nuova facciata dell’edificio a profilo curvilineo.

A breve distanza dal megaron A è presente un edificio di pianta ellittica (diametri m 18,40/16,70), identificato come recinto cultuale, con unico ingresso volto a Est e caratterizzato da una serie di muri interni ad andamento concentrico, quasi a creare un percorso labirintico, all’interno dei quali era il sacello centrale costituito da un piccolo ambiente lastricato di m 4,75 di diametro. La funzione cultuale del vano è indiziata dalla presenza di un basamento in posizione centrale, destinato forse a sorreggere un oggetto rituale, e soprattutto dal rinvenimento di un migliaio di ciottoli di quarzo.

Il secondo megaron (B), isolato a circa 100 metri daltempio A, sfrutta nelle murature la presenza di alcuni rilievi rocciosi; la pianta mostra il consueto schema rettangolare (m 8,80×2,30) doppiamente in antis. Di un originario recinto a temenos, con pavimentazione lastricata, residua solamente una breve porzione ridotta al filare di base.

L’edificio (C), ubicato a monte del pozzo, non è invece un tempietto in antis, ma un sacello rettangolare seppur irregolare (lunghezza da m 11,20 a m 11,90; larghezza da m 5,50 a m 6), costruito con blocchi disposti a filari irregolari con notevole uso di zeppe di livellamento.

All’interno ospita un ambiente rettangolare con pavimento lastricato e pochi resti di un largo bancone. L’ingresso, contrariamente ai due megara, non è sulla fronte breve ma è laterale, decentrato sul lato Est; la soglia è sopraelevata rispetto al piano di calpestio interno. All’esterno, alcuni basamenti mostrano ancora i resti delle colate di piombo destinate a fissare le offerte di bronzo.

Nel villaggio sono presenti strutture abitative di varia planimetria, e fra queste si distinguono ben cinque ampi ambienti provvisti di sedili perimetrali, in due casi con focolare centrale, identificati come capanne delle riunioni.

Altre strutture, di pianta rettangolare absidata e provviste anch’esse di banconi, richiamano le strutture di accoglienza per i pellegrini, mentre alcuni ambienti affacciati su uno spazio comune testimoniano la fase più tarda caratterizzata dagli edifici a corte centrale.

Testo tratto da “La Sardegna Nuragica” , a cura di Alberto Moravetti, Paolo Melis, Lavinia Foddai, Elisabetta Alba

http://www.sardegnadigitallibrary.it/documenti/17_27_20180611131452.pdf

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