Lunamatrona: nuraghe Pitzu Cummu

 

 

Nuraghe Pitzu Cummu, Lunamatrona

 

In cima alla collinetta di Pitzu Cummu, su un modesto, e al momento poco leggibile, insediamento dell’Età del Bronzo Medio, fu edificato un nuraghe complesso di schema quaclrilobato, comprendente un ampio e luminoso cortile, secondo i dettami costruttivi del Bronzo Recente (1300-1150 a.C.), ben noti da nuraghi affini (Su Nuraxi – Barumini]. Questo nuaghe fu dotato di un pozzo, profondo oltre 8 metri, in parte scavato in roccia, in parte rivestito in muratura. La sua imboccatura fu accuratamente protetta in un cortile sorvegliato da una torre che ne custodiva l’accesso.

La presenza di pozzi nelle strutture nuagiche propone una problematica ancora inedita e che promette interessanti sviluppi. Mentre nel territorio del Consorzio Sa Corona Arrùbia al momento non si conoscono pozzi a destinazione cultuale; i “pozzi sacri” altrimenti ben noli in tutto il territorio isolano, si ha una densità rilevante di pozzi con evidente funzione pratica di approvvigionamento idrico (Pitzu Cummu – Lunamatrona, profondità mt. 8, Genna Maria – Villanovaforru, ml. 5, riu s’Eghia – Lunamatrona mt. 14, Trobas – Lunamatrona, sa Muralla – Sanluri, Corti Beccia – Sanluri).

Essi costituiscono un prezioso indicatore paleoclimatico per uno studio, ancora da affrontare in modo organico, sull’economia di produzione nella piena Età del Bronzo. Se infatti gli scavi forniscono dati sui singoli monumenti, è suscettibile di ampie integrazioni la nostra conoscenza dell’organizzazione economica su base territoriale. Sono i bassi poggi, appena elevati sul fondovalle fertile ma a tratti insidiosamente paludoso ( condizione che possiamo riportare in forma dubitativa anche alla preistoria), a perpetrare una scelta insediativa già manifestatasi nell’Eneolitico. Sembra invece una conquista dell’età nuragica quella dei tavolati basaltici delle Giare, che pur non essendo disabitati, non mostrano in precedenza una volontà di dominio e di controllo del territorio così intensa.

FONTE: M.Carmen Locci – BENI ARCHEOLOGICI NEL TERRITORIO DEL CONSORZIO “SA CORONAARRUBIA”

 

Il nuraghe quadrilobato ha restituito molti reperti integri. Secondo Locci l’arco di vita del nuraghe complesso appare assai breve, circoscrivibile al Bronzo Recente, come indicano i materiali sigillati dagli strati pavimentali e quelli rinvenuti negli strati di abbandono

Fonte: Studi di protostoria in onore di Renato Peroni

https://books.google.it/books?id=E-3dCwAAQBAJ&pg=PA374&lpg=PA374&dq=pitzu+cummu&source=bl&ots=VMkpUXx2al&sig=mEXUKJTV2ogRK3x3t6alH3la_Uo&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjtj5XwienWAhUCJ1AKHRWYDSkQ6AEIYjAN#v=onepage&q=pitzu%20cummu&f=false

 

 

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