Altzaghèna – Arzachena: tomba dei giganti Coddu Vecchju

 

 

 

Tomba dei giganti Coddu Vecchju, Arzachena

Ge.Se.Co Arzachena Surl

3457200094

https://www.gesecoarzachena.it/

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Come arrivare: Da Arzachena si prende per Sant’Antonio di Gallura-Calangianus. Dopo circa 3 km si svolta a destra per Luogosanto e si percorrono circa 1,8 km, poi si svolta a sinistra per Capichera. Si prosegue fino a incontrare il sentiero per la tomba. Coordinate:  41°3’0″N 9°21’20″E

La tomba di giganti di Coddu Vecchiu va considerata all’interno di un’unità archeologica della quale fanno parte il nuraghe La Prisciona, situato a circa m. 600 di distanza in direzione Sud-Est, ed il nuraghe Demuro, posto a m. 200 circa dalla tomba, del quale restano soltanto pochi filari di base. Il primo, invece, è un nuraghe di tipo complesso, costituito da una torre principale inclusa in un bastione provvisto di almeno due torri ed ulteriormente circondato da una cinta muraria turrita. Attualmente se ne sconsiglia la visita per lo stato di pericolo nel quale versano le strutture.

Il monumento sepolcrale costituisce un esemplare di particolare importanza nello studio dell’architettura funeraria della Sardegna nuragica, poiché restituisce la sequenza architettonica che dalla “tomba a galleria”, come si è detto, sfocia nella tomba di giganti.

La tomba di Coddu Vecchiu è il risultato di due momenti di elaborazione architettonica: inizialmente fu infatti costruita come “allèe couverte”; in un secondo momento fu arricchita dell’esedra semicircolare che definisce l’area cerimoniale. Questa è delimitata dalla serie di lastre infisse verticalmente sulla fronte della tomba, sorrette posteriormente da un muro che con andamento arcuato lega l’esedra al corpo della tomba. Le lastre sono poste ad altezza degradante ai lati della maestosa stele bilitica centrale (altezza m 4,40; larghezza alla base m 1,90) che segna l’ingresso al vano sepolcrale e che, come a Li Lolghi, costituisce l’elemento più appariscente del monumento. Essa è costituita da due elementi sovrapposti, rettangolare quello di base, arcuato quello superiore, entrambi ornati lungo tutto il perimetro da una cornice a rilievo piatto.

Nella parte inferiore si apre il portello modanato, dietro il quale è presente un piccolo dromos delimitato da due lastre disposte verticalmente ed in senso leggermente obliquo, che oltre a creare un piccolo stacco fra l’area cerimoniale e quella sepolcrale, ha la precipua funzione di legare la parte aggiunta dell’esedra alla parte più antica del monumento.

La tomba a galleria è lunga m 10,50 e larga m 3,50/4,00; essa racchiude un corridoio rettangolare costruito, nel paramento interno, con blocchi di granito disposti a filari leggermente aggettanti, posati su lastre di base infisse a coltello. La copertura è ottenuta con lastre disposte a piattabanda. I1 pavimento lastricato segue la naturale pendenza del terreno; nella parte di fondo del corridoio esso è stato purtroppo totalmente distrutto da scavi clandestini.

I materiali restituiti dallo scavo effettuato da Editta Castaldi nel 1966 hanno fornito una sequenza culturale corrispondente alle varie fasi di costruzione ed uso della tomba; oltre a numerose forme vascolari riferibili ad età nuragica, si sono infatti raccolti alcuni frammenti di vasi decorati da un cordone verticale ed un’ ~r~sa “con apici cornuti” che riportano all’orizzonte culturale detto di Bonnanaro, già posto in evidenza nella tomba di Li Lolghi.

Altri frammenti ceramici decorati a costolature sembrano invece da riferirsi alla cultura calcolitica di Monte Claro, riconducendo in tal caso a questo ambito culturale il primo momento di frequentazione del sito.

Testo tratto da “il Nuraghe Albucciu e i monumenti di Arzachena”, di Angela Antona Ruju – Maria Luisa Ferrarese Ceruti

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