Altzaghèna – Arzachena: nuraghe La Prisgiona

 

 

Nuraghe La Prisgiona, Arzachena

 

Ge.Se.Co Arzachena Surl

3457200094

https://www.gesecoarzachena.it/

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Come arrivare: Da Arzachena si prende per Sant’Antonio di Gallura-Calangianus. Dopo circa 3 km si svolta a destra per Luogosanto e si percorrono circa 1,8 km, poi si svolta a sinistra per Capichera. Si prosegue fino a incontrare l’area archeologica, a breve distanza dalla tomba dei giganti di Coddu Vecchiu. Coordinate:  41°2’51″N 9°21’44″E

Testo a cura di: Angela Antona, Maria Dolores Marina Corro, Sara Puggioni

Il nuraghe La Prisgiona è situato precisamente sul colle di Punta d’Acu. Attorno ad esso si estende un villaggio che comprende, nella parte fino ad ora rilevata, una novantina di capanne leggibili in un fitto articolarsi di strutture ancora interrate.

Gli scavi hanno posto in luce gran parte del nuraghe col bastione bilobato, la cortina muraria che lo circoscrive da sud-est a nord-ovest e la parte del villaggio ad esso più prossima.

Lo studio preliminare dei dati culturali emersi fino ad ora sta facendo ricomporre una sequenza di azioni riconducibili ad almeno tre fasi:

– fase I, riferibile al Bronzo Medio, vede la costruzione di una struttura a grossi blocchi poligonali (verosimilmente un nuraghe a corridoio), attestata da una porzione residua situata alla base del mastio;

– fase II, vede nel Bronzo Recente l’edificazione del mastio, parzialmente sovrapposto alla struttura precedente, e del bastione bilobato ad addizione frontale. Appartiene a questa fase la costruzione di una cortina muraria esterna al bastione e lo sviluppo del villaggio;

– fase III, contraddistinta da una sostanziale ristrutturazione dell’insieme avvenuta nel corso del Bronzo Finale, consistente nell’abbattimento di gran parte della cortina esterna al bastione e nella creazione di un rifascio della parte residua, impiantato su un potente strato di distruzione. L’abbattimento della torre est e la sua trasformazione in uno spazio ampio, privo dell’originaria copertura a falsa cupola, completa l’imponente trasformazione dell’insieme. Contestualmente una serie di nuovi ambienti si impianta sui resti dell’antemurale.

Lo scavo più recente ha interessato, fra l’altro, quest’ultima porzione del villaggio adagiata immediatamente a ridosso del nuraghe, nella quale si è definita una serie di ambienti che compongono un piccolo agglomerato, secondo uno schema centripeto che si replica in altre situazioni galluresi recentemente indagate. Le co struzioni sono poste l’una tangente all’altra, affacciate su un viottolo d’accesso comune. Oltre che per la disposizione, si distinguono dalle capanne della fase precedente anche per la caratteristica dell’ingresso preceduto da un breve atrio. Esse rispondono a destinazioni d’uso che attestano lo svolgersi di attività specifiche. Infatti, grossi dolia e macine di diverse forme e dimensioni attestano lo stivaggio e la lavorazione di derrate. Allo stesso tempo, vani destinati ad attività di tipo artigianale possono indurre nell’ipotesi che nuovi modelli organizzativi del lavoro e della produzione siano sottesi nell’articolazione e nelle caratteristiche dei vani costruiti nell’ultima fase di vita del villaggio.

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La Prisgiona

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