Turràlva – Torralba: tomba dei giganti Sa Pedra Longa

 

Tomba dei giganti Sa Pedra Longa, Torralba

 

La tomba di giganti Sa Pedra Longa è situata 100 metri in direzione NE del lato settentrionale della strada comunale che collega Torralba con Bonorva e Foresta Burgos, all’altezza del km. 5,300 (Rif. IGM: Foglio 193, II, NO – 40°29’13” lat. Nord; 3°37’58” long. Ovest da M. Mario). Il Rio Mannu scorre circa 70 metri a Nord, tra i nuraghi Lendine (m. 500 in direzione SE della tomba) e Tulis Alto (m. 550 a Nord). Il monumento, già segnalato nella Carta archeologica del Taramelli (TARAMELLI A., Edizione Archeologica della Carta d’Italia al 100.000, Foglio 193 (Bonorva), Firenze, 1940, pag. 72, n°15.), non è oggi pienamente leggibile nel profilo di pianta a causa del suo pessimo stato di conservazione: è possibile, infatti, rilevare soltanto parte dell’esedra con la “stele” monolitica e un breve tratto del corridoio funerario messo in luce da scavi clandestini. Il corpo tombale, del quale forse si conserva il profilo di base celato dall’interramento, appare oggi come un basso cumulo di terra e pietre (m. 15 di lunghezza; m. 0,60 di altezza) che si sviluppa lungo l’asse Est-Ovest. Esso racchiude il vano funerario che, sconvolto totalmente nella parte iniziale, è visibile per un breve tratto mediano della parete destra (lungh. m. 2,00) costruita con massi di basalto disposti a filari. L’esedra (m. 3,50 di freccia; m. 2,50 di corda) può essere rilevata solo parzialmente nel profilo anteriore formata da un allineamento curvilineo di nove lastre ortostatiche, alcune ancora in situ altre rovesciate. Dell’ala sinistra si conservano due ortostati in posizione originaria e un terzo adagiato dietro il secondo. L’ala destra è, invece, delineata da sette lastre ortostatiche (l’ultima delle quali rovesciata sul piano di campagna). Il terzo ortostato, perfettamente inserito nell’allineamento, presenta caratteristiche singolari: a differenza degli altri ha sezione semicircolare largh. m. 0,70; spess. m. 0,45), è più alto (m. 1,20) e lavorato alla martellina con accuratezza: si tratta, probabilmente, di un betilo. E’ difficile dire se esso si trovi in situ, come parrebbe attestare il perfetto inserimento nel tracciato dell’esedra, o se, diversamente, sia stato inserito in un momento successivo alla costruzione dell’emiciclo. La presenza di betili nello spazio antistante l’esedra o appoggiati ad essa è documentata in altre tombe dello stesso tipo esistenti nell’Isola, ma non si ha notizia di pietre betiliche inserite nella struttura, ortostatica o a filari, dell’esedra. Al centro dell’esedra si erge la “stele” centinata monolitica (largh. m. 2,10; alt. m. 3,25; spess. m. 0,50); il lastrone basaltico, molto eroso dagli agenti atmosferici, ha forma rettangolare piuttosto arrotondata ed è marginato dalla consueta cornice in rilievo (largh. m. 0,50; prof. m. 0,02) ormai scomparsa nella parte superiore. Un listello orizzontale in rilievo (alt. m. 0,45) separa la lunetta, probabilmente non portata a termine, dal riquadro inferiore rettangolare (largh. m. 1,50 alla base; alt. m. 1,20) al centro del quale si apre il portello; quest’ultimo, messo in luce dallo scavo clandestino, può essere rilevato dall’interno del corridoio (largh. m. 0,50; alt. m. 0,40).

LAVINIA FODDAI

http://paolomelis.altervista.org/NBAS5Notiziario.pdf

 

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