Terranòa – Olbia: nuraghe Riu Mulinu o Cabu Abbas

 

 

Nuraghe Riu Mulinu o Cabu Abbas, Olbia

 

il monumento trae il suo nome dalla credenza dei locali che si trattasse di un mulino a vento.

È costituito da un grande e alto recinto con accessi contrapposti, che chiude la cima della collina di Cabu Abbas e appoggia in alcuni tratti la sua poderosa muratura agli speroni granitici naturali.

Al centro di questo, un’altra muratura circolare cingeva un piccolo nuraghe, caratterizzato da blocchi più piccoli e regolari. All’interno di quest’ultimo si distinguono l’ingresso, con una nicchia e una scala che conduceva al terrazzo, una camera circolare con altre due nicchie e un pozzo-deposito, forse per derrate alimentari.

Testo a cura di Paola Mancini – PUC Olbia- Beni culturali


                              

L’area archeologica di Cabu Abbas si erge sulla sommità di un monte, in posizione di ampio dominio sulla piana e sul golfo di Olbia.

Il sito è costituito da un modesto nuraghe, nel punto più elevato, circondato da un muro ravvicinato che cinge il pianoro circostante, e soprattutto da un’estesa e poderosa muraglia che racchiude la sommità della collina.

Il nuraghe, conosciuto anche col nome di Riu Mulinu, un piccolo monotorre di meno di 9 metri di diametro, si presenta ampiamente svettato, con un’altezza massima residua di soli 2 metri.

L’ingresso, volto a Sud, introduce nell’andito marginato da una nicchia (a destra) e dal vano della scala (affrontato a sinistra) con alcuni gradini residui.

La camera, leggermente ellittica in pianta, è di dimensioni abbastanza contenute (diametri m 3,50/3,65) ed è ampliata da due nicchie, a destra e sinistra, mentre nel pavimento si apre un pozzo della profondità di m 2,60, con canna scavata nella roccia e foderata di pietre.

Nel nuraghe si rinvenne un bronzetto raffigurante una donna portatrice d’acqua, il che è stato messo in relazione con la presenza del pozzo ed anche con le singolari caratteristiche del sito; non è escluso che la struttura potesse avere destinazione cultuale, forse in una fase di riuso.

Il piccolo antemurale che circondava il nuraghe, di forma circolare, si conserva solo per brevi tratti, spesso integrati dalla roccia naturale.

Ad una quota inferiore, invece, si sviluppa la muraglia (lunga 220 metri), di notevole spessore (4 metri) ed altezza significativa (sino a m 5,10). È formata da due paramenti di grosse pietre (interno ed esterno), maggiori alla base e minori nelle parti più elevate, che racchiudono un’intercapedine colmata con pietrame minuto.

Nel suo percorso, reso irregolare dalla conformazione del terreno, ingloba alcuni affioramenti di roccia. L’accesso avveniva tramite due ingressi, uno meridionale e l’altro settentrionale, realizzati nella spessa muratura con copertura tabulare a lastre orizzontali.

Testo tratto da “La Sardegna Nuragica” , a cura di Alberto Moravetti, Paolo Melis, Lavinia Foddai, Elisabetta Alba

http://www.sardegnadigitallibrary.it/documenti/17_27_20180611131452.pdf

 

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