Pèlfigas – Perfugas: pozzo sacro di Predio Canopoli

 

 

 

Pozzo sacro di Predio Canopoli, Perfugas

Sa Rundine Società di servizi culturali

079564241 – 3497777103

https://www.sarundine.com

[email protected]

Come arrivare:

Il pozzo si trova nel centro abitato, in prossimità della chiesa di Santa Maria degli Angeli, in via Garibaldi. VISITA SOLO SU PRENOTAZIONE.  Per maggiori informazioni contattare la cooperativa Sa Rundine al numero: 3497777103

Coordinate:  40°49’43″N 8°53’10″E

L’area archeologica del Pozzo sacro Predio Canopoli si trova in pieno centro storico e a pochi metri dalla chiesa parrocchiale di Santa Maria degli Angeli. Le prime notizie che si hanno sul ritrovamento del Pozzo sacro provengono dagli scritti di Antonio Taramelli, che apprezzò e descrisse la perfezione dei suoi particolari costruttivi.

Il pozzo deve il suo nome al signor Domenico Canopoli, che lo scopri casualmente alla fine del 1923 mentre faceva dei lavori nel suo cortile.

Il Pozzo è uno tra i più raffinati esempi di architettura, legata al culto dell’acqua scoperti in Sardegna. La struttura è interamente realizzata a secco e a sacco con l’utilizzo di pietra calcarea, che sembrerebbe arrivare dalle cave di Laerru. I blocchi, finemente lavorati, si incastrano perfettamente l’uno con l’altro, formando due murature collegate da conci a forma di T o a coda di rondine.

La camera del pozzo è ipogeica, perfettamente circolare, lastricata e ha le pareti finemente lisciate. Ha una forma a tronco di cono: larga in basso e stretta in alto, la sua estremità superiore, arrivata a noi incompleta, doveva probabilmente chiudersi a tholos o a falsa cupola.

I reperti rinvenuti nel sito attestano frequentazioni continue dell’area dall’Età nuragica sino al Medioevo. Tra i più importanti: un’immanicatura in osso, molto singolare, raffigurante un felino del tipo leonessa o pantera, destinato ad un oggetto metallico, due modelli di nuraghe in calcare e manufatti in ceramica tra i quali: tegami, ciotole, vasi tripodi, pesi di telaio, fusaiole e lucerne. A testimonianza dell’abilità nella lavorazione del bronzo, sono stati ritrovati: un Bue, esposto al Museo Nazionale di Cagliari e un Toro esposto al Museo Sanna di Sassari. Quest’ultimo si presenta come una figura massiccia dalle gambe corte e muscolose e una coda ripiegata sul corpo e rappresenta una delle più eleganti raffigurazioni di bovino rinvenuti in Sardegna. Una copia del toro è esposta, come la maggior parte dei reperti provenienti da pozzo sacro, nella sala dedicata al culto delle acque del MAP (Museo Archeologico Paleobotanico) di Perfugas.

Testo a cura del Museo Archeologico Paleobotanico di Perfugas

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