Ossi: domus de janas di Noeddale

Domus de janas di Noeddale, Ossi

 

La ben nota necropoli di Noeddale si localizza presso il margine occidentale di una sella che degrada con notevole dislivello a ovest, sulla vallata di Sae. È costituita almeno da sei ipogei, tre dei quali scavati su un tavolato calcareo lievemente inclinato, uno su una bassa parete sottostante, e altri due su un fronte di roccia. Nelle pareti calcaree a sud-ovest sono ubicati altri ipogei totalmente trasformati in funzione di riutilizzo.

L’area funeraria attualmente recintata si estende sulla roccia calcarea affiorante in lieve pendenza a ovest che, con breve dislivello, si affaccia sulla sottostante strada.

Giungendovi dalla fonte di Noeddale, circa 80 metri prima dell’area recintata, vi si localizza la Tomba V, ben riconoscibile in quanto nel fronte di roccia sovrastante l’ingresso si osserva una duplice scanalatura angolare. Proseguendo, a circa 40 metri in direzione sud, si affaccia sulla strada la Tomba IV, manomessa per raccogliere l’acqua di filtraggio (motivo per il quale alla base è stata scavata nella roccia una vasca). Presso il nuovo accesso all’area recintata, è ubicata la Tomba III, scavata nel basso dislivello fra la strada e la soprastante area funeraria giunti alla quale si possono visitare le due tombe, pluricellulari, che hanno reso famosa la necropoli ovvero la celeberrima Tomba della Casa e la Tomba delle Spirali. Ambedue sono precedute da brevi dromoi per adattarsi alla morfologia del sito d’impianto. Storia degli studi e degli scavi

La necropoli è nota nella letteratura archeologica da oltre un quarantennio in seguito a una breve comunicazione data da G. Chelo sulla Tomba della Casa (CHELO 1952-54). L’ipogeo fu interessato da esplorazioni scientifiche nel 1955 e nel 1957 ad opera dello studioso, in ambienti purtroppo violati ab antiquo.

Negli anni successivi, vari studiosi, a più riprese si occuparono ancora di questo sepolcro, in virtù del notevole contributo che i diversi elementi decorativi apportarono per la conoscenza dell’architettura domestica prenuragica (CONTU 1966, LILLIU 1963; LILLIU 1980; TANDA 1977; TANDA 1984, per citarne alcuni). In particolare, nel 1984 G. Tanda (TANDA 1984) restituì una descrizione complessiva della necropoli con particolare riferimento alla Tomba della Casa e alla Tomba delle Spirali (che denominò Tomba III) e un breve cenno alle Tombe IV e V.

Una nuova campagna di scavi nella necropoli si ebbe solo nel 1986 (dir. A. Moravetti) ed interessò la Tomba III (della successiva numerazione): nello stesso anno fu effettuata una parziale esplorazione scientifica nel residuo riempimento della Tomba delle Spirali, peraltro già violato.

Si deve segnalare, inoltre, un intervento della Soprintendenza Archeologica (DEMARTIS, LO SCHIAVO 1990), nel corso del quale è stata effettuata la ripulitura delle superfici degli ipogei, invase da muffe e concrezioni: nell’occasione vi fu apprestata la recinzione.

Come per gli altri siti, dal 1994 vi sono stati compiuti ciclicamente lavori di ripulitura; è stato inoltre effettuato il rilievo grafico (della Tomba della Casa, in svariate pubblicazioni, continuava ad essere restituito un vecchio “schizzo misurato”) e fotografico nonché la catalogazione. Nel corso dei lavori del 1998, infine, è stato sistemato definitivamente l’accesso.

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 Noeddale. Tomba della Casa: planimetria e sezione.

Tomba della Casa

La tomba è ubicata presso il limite meridionale dell’area recintata. Consta di 11 vani disposti in uno schema planimetrico non regolare, esito di interventi di ampliamento.

Un dromos di pianta rettangolare, orientato sud/sud-est con altezza crescente verso l’ingresso, immette nell’anticella, di pianta trapezoidale, della quale mancano buona parte delle pareti e del soffitto: tuttavia a un’attenta osservazione si è potuta rilevare traccia di tre travetti nel tratto sud/sud-est ciò che ha lasciato ipotizzare che, come nel vano successivo, vi fosse scolpito un soffitto a schema di capanna a doppio spiovente.

Coassiale all’ingresso è l’accesso, manomesso, alla cella principale di pianta rettangolare: nel soffitto, lungo l’asse trasversale, è risparmiato un trave a sezione circolare dal quale si dipartono 9 travetti che poggiano su due travi paralleli a quello centrale che idealmente poggiano su lesene angolari. Di notevole interesse il motivo scalifome scolpito nei lati brevi della cella. La decorazione architettonica è completata dalla zoccolatura risparmiata alla base delle pareti.

Sui lati brevi e in quello di fondo di questo ambiente, sono gli accessi ad altri tre vani: a destra, un portello di luce rettangolare, sopraelevato rispetto alla cella (m. 0,35), introduce in un ambiente di pianta rettangolare con pareti e soffitto piano, la cui parete laterale destra presenta un semipilastro mentre in quella di fondo si aprono due portelli che introducono in una “alcova”.

Nella parete di fondo della cella principale si apre l’ingresso a una cella di pianta semicircolare che riproduce un soffitto a semiscudo e travetti a raggiera. Coassiale all’ingresso è una nicchietta sopraelevata con volta a forno che sembrerebbe costituire un vano non finito.

Sul lato sinistro della cella principale si apre, inoltre, un portello quadrangolare che immette in un vano di pianta rettangolare e copertura piana. Da qui un portello, decentrato, introduce nella cosiddetta “stanza dell’alcova”: si tratta di una cella di pianta subrettangolare, caratterizzata dalla presenza, sul lato destro, di tre ingressi sopraelevati (circa un metro), di luce rettangolare, delimitati da tre pilastri a sezione quadrangolare, che immettono in una “alcova” di dimensioni maggiori rispetto all’altra; per superare il dislivello con il piano pavimentale, sotto ogni apertura è stata risparmiata nella roccia una pedarola.

Sulla parete della “stanza dell’alcova” si rileva la presenza di un bancone roccioso riadattato a mangiatoia mentre in quella laterale sinistra una grande apertura introduce in un ambiente rettangolare nel cui pavimento, originariamente sopraelevato, è stato scavato in tempi recenti un corridoio comunicante con l’esterno attraverso un’imboccatura dovuta a manomissione.

Tomba delle Spirali

Scavata in un affioramento calcareo, 10 m. a NE della “Tomba della Casa”, consta di un dromos e di sei vani disposti secondo uno schema “a T variato”.

Il dromos, che presenta pareti crescenti verso l’ingresso, precede il portello sezionato al livello superiore degli stipiti in quanto l’intero soffitto dell’anticella è crollato. Questa, presenta pianta subquadrangolare nella parete laterale sinistra si osservano superiormente due coppia di corna scolpite a rilievo convesso, di stile curvilineo (tipo B,II,1 Tanda 1985) che sovrastano un motivo spiraliforme che si suppone fosse doppio, andato perduto per una manomissione nella parete.

Coassiale all’ingresso è un portello che immette in una vasta cella di pianta rettangolare coperta da soffitto piano, in pendenza verso l’ingresso: al centro del vano sono due pilastri a sezione rettangolare. Il pilastro a destra si impianta su un setto rilevato che delimita un ambiente rettangolare con pareti e soffitto piano, sul quale si apre una larga imboccatura relativa a un vano di pianta quadrangolare, con pavimento in pendenza verso l’ingresso; pareti e soffitto, piani, presentano angoli arrotondati.
Sulla parete anteriore della cella principale, a destra dell’ingresso, una nicchia o verosimilmente un vano in escavazione con parete di fondo a profilo curvilineo, convergente verso il soffitto; a sinistra, si affaccia un piccolo vano quadrangolare che presenta piano pavimentale sconnesso e soffitto inclinato: ambedue parrebbero relativi ad un intervento successivo ciò che troverebbe conferma, oltre che nella asimmetria che turba l’originario schema, nella rozza fattura che contrasta con quella degli altri ambienti.
Infine, sulla parete laterale sinistra si apre un portello, ornato di doppia cornice, che immette in un vano rettangolare, anch’esso con decorazioni di gusto architettonico, infatti nella parte residua del soffitto (crollato nella metà sinistra.) si distingue appena per il degrado delle superfici, la rappresentazione di un trave longitudinale e 3-4 travetti; in asse con il portello c’è una falsa porta.

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Tomba delle Spirali: planimetria e sezioni.

Tomba III

L’ipogeo è scavato nel basso fronte del bancone roccioso ove sorgono le più imponenti tombe della necropoli, a fianco della scalinata d’accesso. L’ipogeo è stato reso inagibile, occludendone l’ingresso, per gravi problemi statici dovuti allo slittamento in avanti del settore anteriore del soffitto, spaccatosi e ora pericolosamente in bilico. È in cattivo stato di conservazione per il crollo di una parte del settore anteriore che ha sezionato ben tre vani, ora a cielo aperto.

Consta di un breve invito cui segue un’anticella, quindi un ampio ambiente ove, a sviluppo centripeto, si aprono 6 vani sopraelevati (m. 0,20-0,35).

Appena leggibile, nel lato destro, l’invito. L’anticella, della quale è crollata la parete d’ingresso, presenta pianta rettangolare: coassiale è un portello, a luce subrettangolare (con soglia ben definita, mentre gli stipiti e l’architrave sono completamente erosi), che immette nell’ampio vano principale. Questo presenta pianta subrettangolare, superfici delle pareti particolarmente deteriorate e attraversate da larghe fenditure: circa metà del soffitto è slittato in avanti. Nella parete di fondo, coassiale all’ingresso, è una falsa porta, con specchio ribassato, che per quanto è possibile rilevare appare priva di motivi decorativi.

Sul lato anteriore, a destra dell’ingresso, è l’accesso a un vano,manomesso, di pianta subrettangolare con pareti lievemente aggettanti verso il soffitto piano, inclinato verso la parete anteriore.

Nella parete di fondo, a destra della falsa porta, è un vano sopraelevato (m. 0.20) con accesso manomesso. Altri 3 ingressi si aprono lungo la parete laterale sinistra: quello a fianco dell’ingresso e il successivo mancano della parete anteriore e parte del soffitto è crollato.

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Tomba III: planimetria e sezione.

Tomba IV di Noeddale

L’ipogeo è ubicato in un basso costone roccioso con fronte a ovest, che si affaccia sul sentiero che dalla fonte di Noeddale conduce alla necropoli, 40 metri a nord dell’area recintata ove insistono le altre tombe. Pur essendo sopraelevato di 1,50 metri rispetto al piano di campagna, ha subito evidenti manomissioni funzionali alla raccolta dell’acqua di filtraggio per la quale è stata abbattuta la parete d’ingresso e quelle dei vani e sotto vi è stata escavata una vasca rettangolare ove converge, per caduta, l’acqua.
Vi si accede, pertanto, attraverso una larga imboccatura. Attualmente consta di un grande vano rettangolare con piano pavimentale occluso da terra e pietrame; a destra, sopraelevato, c’è una piccola cella della quale sono state abbattute le pareti, attiguo a un ambiente con dimensioni simili. Ambedue presentano pianta irregolare di gusto curvilineo. Sulla parete laterale sinistra si aprono due nicchie.
Mentre il vano centrale è stato ampiamente riadattato, degli ambienti secondari, per quanto manomessi con l’abbattimento delle pareti, è possibile rilevare la struttura originale.
Attualmente l’intera superficie delle pareti e dei soffitti è invasa da muffe e concrezioni.

Tomba V di Noeddale

L’ipogeo è scavato in un basso costone roccioso con fronte a ovest, che si affaccia sul sentiero che dalla fonte di Noeddale conduce alla necropoli, 80 metri a nord dell’area recintata ove insistono le altre tombe. Come la Tomba IV è stato ampiamente rimaneggiato. Attualmente vi si accede attraverso una larga apertura rettangolare: sul fronte della roccia è stata rilevata una canaletta angolare (TANDA 1984), ora non apprezzabile, che si ritiene servisse ad ovviare allo scolo delle acque piovane sull’ingresso, e che si interpreta quale rappresentazione schematica del tetto a doppio spiovente dellecapanne dei vivi.

Immette in un vasto ambiente rettangolare ove soffitto e pavimento sono stati manomessi: a sinistra, a circa m. 0,50 dall’ingresso, si apre un vano, sopraelevato rispetto all’attuale livello del piano pavimentale (m. 0,75), pressoché integro.

Testo tratto da

Necropoli ipogeiche di S’Adde ‘e Asile e Noeddale (Ossi)

di Pina Maria Derudas

 

 

 

 

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