Altzaghèna – Arzachena: tomba dei giganti Li Lolghi

 

 

 

Tomba dei giganti Li Lolghi, Arzachena

Ge.Se.Co Arzachena Surl

3457200094

https://www.gesecoarzachena.it/

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Come arrivare: Da Arzachena si prende per Sant’Antonio di Gallura-Calangianus. Dopo circa 3 km si svolta a destra per Luogosanto e si percorrono circa 1,8 km, poi si svolta a sinistra per Capichera. Si prosegue fino a incontrare l’area archeologica, a breve distanza dalla tomba dei giganti di Coddu Vecchiu. Coordinate:  41°2’51″N 9°21’44″E

La tomba di giganti di Li Lolghi è situata in regione Li Muri, la stessa nella quale è ubicata la nota necropoli a circoli di età neolitica, dalla quale dista 200 metri circa in linea d’aria.

Si ha motivo di ritenere che la denominazione attribuita alla tomba di giganti possa essere frutto di una trasposizione onomastica avvenuta al momento della ricognizione dei monumenti; il significato del gallarese lalghi, infatti, corrisponde ad anelli, cerchi, per cui, data la conformazione dei circoli della necropoli neolitica, è probabile che il toponimo “Li Lolghi” fosse proprio di quest’ultima.

La tomba di giganti era nota già al Taramelli che aveva apprezzato le notevoli dimensioni della stele, la quale era allora caduta e spezzata. Nuovamente segnalata da Michele Ruzittu, la tomba rimase ancora per molti anni nascosta fra la vegetazione, fino ad essere riportata alI’attenzione degli studiosi nel 1959, quando per iniziativa del Soprintendente alle Antichità Guglielmo Maetzke, ne fu operata una ricognizione dal Salvatore Maria Puglisi. Successivamente, con due distinte campagne di scavo (1959, 1965) dirette da Editta Castaldi, il  monumento fu riportato alla luce e restaurato.

La tomba pare fosse pertinente ad un nuraghe situato a circa 1500 metri di distanza in direzione Nord-Est, del quale restano solo poche tracce sufficienti a giustificare il toponimo nel quale esse si trovano: lu Naracu.

La posizione sulla sommità di un rialzo collinare accresce la monumentalità della tomba, rendendo visibile anche a notevole distanza la grandiosa stele monolitica d’ingresso al corridoio sepolcrale. Essa, ottenuta in un’unica lastra granitica dello spessore di circa m 0,20 con m 3,75 di altezza e 2,45 di larghezza, è ben sagomata nella tipica forma semiellittica, ornata da una cornice a rilievo piatto che corre lungo il profilo perimetrale. Un listello dello stesso tipo suddivide trasversalmente lo specchio della stele separando, in un garbato equilibrio di forme, la parte superiore a semiluna da quella inferiore nella quale si apre il portello d’ingresso al retrostante corridoio.

Ai lati della stele, quattordici monoliti ortostatici, dei quali quattro ricostruiti in fase di restauro del monumento, di altezza scalare rispetto all’elemento centrale, fanno da corona all’area semicircolare dell’esedra.

Le notevoli dimensioni complessive della tomba di Li Lolghi (m 27 dal centro dell’area dell’esedra alla fine del tumulo) sono il risultato di diverse fasi costruttive e di ampliamento delle quali sfuggono le motivazioni ideologiche, ma restano percettibili quelle più immediate, probabilmente legate ad un’organizzazione sociale che consentiva la realizzazione di grandi opere, ad una società innovata rispetto ai tempi precedenti, demograficamente incrementata, ma soprattutto accresciuta di potere e di prestigio. La tomba si compone infatti di due vani di dimensioni e caratteristiche diverse, corrispondenti ad altrettante fasi costruttive.

Gli elementi monumentali dell’esedra appena descritta sono da collegarsi alla fase di ampliamento nella quale fu realizzato il lungo corridoio sepolcrale retrostante la stele. Esso consta di una lunga cista interrata, costituita da lastroni infissi verticalmente ed integrati da muratura a secco. Nella parte terminale di questo vano è riservata una zona a due piani di presunta particolare sacralità: un lastrone collocato orizzontalmente definisce infatti una sorta di edicola per la quale si è ipotizzato che potesse accogliere le offerte funerarie.

Della copertura si conserva soltanto un lastrone a piattabanda; l’incisione triangolare presente su di esso si riferisce ad un punto trigonometrico fissato dai geografi militari.

Nella parte terminale del monumento, rialzata di m. 0,80 rispetto al pavimento della lunga cista, si trova la parte più antica della tomba: si tratta di una tomba a galleria (lunghezza m 3,70; larghezza m 0,95), composta da lastre ortostatiche, pavimentata a lastricato di granito. Non si è purtroppo conservata traccia dei presumibili lastroni di copertura.

Questa cella doveva essere ricoperta da un tumulo di terra e pietrisco del quale si conserva il peristalite di contenimento, riconoscibile nel recinto ellissoidale che fa da corona al sepolcro. Anteriormente la cella funeraria è preceduta da un corridoio rettangolare singolarmente più largo del vano sepolcrale, il cui riempimento è stato sfondato fino alla lestra di chiusura della tomba, per la costruzione del corridoio della seconda fase.

Tutti gli elementi descritti furono inglobati in un unico grande tumulo che fu creato al momento di ampliamento e ristrutturazione della tomba, riunendoli in un maestoso insieme che, oltre a soddisfare le esigenze di più ampio spazio per le sepolture, deve aver costituito, con la monumentale esedra, un segno ostentato di ricchezza e di potere della comunità alla quale questo territorio faceva capo.

Alle due fasi costruttive fanno riscontro i materiali culturali rinvenuti durante gli scavi. I1 corredo della parte più antica della tomba riporta infatti all’età del Bronzo Antico (1800-1600 a.C., cultura di Bonnanaro), documentato da vasetti con peducci e ciotole ansate di forma troncoconica.

I materiali pertinenti all’ampliamento sono invece ascrivibili all’età del Bronzo Medio (1600-1300 a.C., facies di Sa Turricula), con tipologie ceramiche più tradizionalmente nuragiche.

Testo tratto da “il Nuraghe Albucciu e i monumenti di Arzachena”, di Angela Antona Ruju – Maria Luisa Ferrarese Ceruti

 

 

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