Nuraghe Riu Runaghe, Ardara
Nuraghe complesso, di notevole mole, posto su un piccolo ripiano di rocce tufacee sovrastante l‘omonimo corso d‘acqua, in una zona di pascoli e fitti boschi.
La costruzione è fortemente interrata, tanto che sul piano di campagna si staglia solo l‘ultima parte della torre centrale (oltre ad un tratto della bastionata di rifascio posteriore), mentre poco individuabili sono le strutture connesse, salvo una torretta S, della cui cella rimane parte del paramento.
Per avere un‘idea dell‘entità del riempimento esterno, basta osservare come il finestrone del secondo piano, posto in origine a non meno di sette metri d‘altezza, si trovi oggi rilevato di un solo metro sul terreno.
La struttura originaria del nuraghe si può supporre del tipo ad addizione trasversale biturrita con cortile intermedio, con la particolarità del rifascio posteriore, raramente presente in tipologie analoghe.
La muratura del bastione di rifascio si conserva per breve tratto appunto sul lato posteriore del mastio, con un‘altezza residua di m. 7,60. E in questo punto che, grazie al minore interramento, si misura la massima altezza della torre, pari a m. 10,10, equivalenti peraltro a non meno di m. 12,80 sul li vello originario. L‘ingresso basale è ovviamente inaccessibile, per cui all‘interno della torre si giunge attraverso il già ricordato finestrone superiore, che immette sul corri doio comunicante con la celletta. Lungo il corridoio, i due bracci di scala per la cella terrena ed il terrazzo, entrambi ostruiti dopo alcuni metri. La cella, priva di nicchie, ha un diametro di m. 3,60.
Ancora cinquanta anni fà era integra, ma ora una parte della copertura è crollata, creando uno squarcio trasversale di m. 4 x 2,5 circa. L‘altezza della cupola è di circa 5 metri. Sul pavimento, un foro irregolare, largo oltre un metro, permette di osservare dall‘alto la cella inferiore, ripiena di crollo fino a tre metri circa dal vertice. Si individuano il vano d‘esito del corridoio e tre nicchie disposte in cro ce. Il monumento ha urgente necessità di interventi con servativi, oltrechè ovviamente di uno scavo che ne metta in luce le strutture e la bella mole.
Testo tratto da: M. Sequi, Nuraghi. Manuale per conoscere 90 grandi torri megalitiche della Sardegna, Robbiate, Multigraf, 1985