Sorradile: santuario nuragico di Su Monte

 

 

Santuario nuragico di Su Monte, Sorradile

  

Il complesso nuragico di Su Monte conserva i resti di un tempio scoperto negli anni Ottanta ed esplorato dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici di Cagliari che ne ha curato il consolidamento e il restauro nell’ambito di un progetto più ampio finalizzato anche all’indagine archeologica dei monumenti sommersi dall’invaso artificiale Omodeo. 

La vicinanza del sito alla riva sinistra del corso originario del Fiume Tirso e l’ampia disponibilità di roccia vulcanica locale ha favorito la nascita di un tempio in opera isodoma dedicato alla divinità dell’acqua. 

L’edificio è composto da un vestibolo trapezoidale che introduce all’interno di un’ampia camera circolare. 

Il vestibolo conserva alla base dei muri laterali una panchina di blocchi squadrati ben lavorati mentre l’ingresso è delimitato da una lunga soglia con antistanti otto blocchi superstiti dell’antico lastricato. 

Sul lato di fondo si apre l’ingresso di un breve corridoio che introduce in un grande ambiente circolare. Sul profilo sinistro un grande blocco con listello longitudinale in rilievo, uguale a quello trovato nel santuario di Gremanu (Fonni), sosteneva in origine lo stipite di una porta che forse impediva il libero ingresso al vano circolare. 

Quest’ampia camera (diam. massimo m 8) è costruita con enormi blocchi squadrati che contengono un largo muro a sacco. Nello spessore sono ricavate tre nicchie a pianta trapezoidale, disposte a croce irregolare a causa delle maggiori dimensioni del vano sussidiario posto in asse all’ingresso. Al centro dell’ambiente, sopra l’originario pavimento irregolare, è stata rinvenuta una piccola vascaaltare trapezoidale composta da due filari di piombo di conci di trachite tenuti in perfetta aderenza da grappe sulla quale, in un angolo, si inserisce un nuraghe monotorre miniaturistico connesso ad una tavola con fori che conservano le colate originarie di piombo, indispensabili al fissaggio dei bronzi votivi offerti dai pellegrini. Anche la parte apicale piana del piccolo altaretorre mostra i fori di sostegno di bronzi votivi che potevano essere fissati anche sulla ghiera della vasca. 

Ai lati del vestibolo si innesta il muro a sacco di un temenos semiellittico, con due ingressi, che si appoggia ad un affioramento di roccia inglobandolo per alcuni tratti nella muratura. 

Sull’area delimitata dal recinto si affacciano due ambienti sussidiari, uno dei quali costruito in opera isodoma, collegati alla gestione dell’edificio sacro. 

Un altro vano di servizio a pianta semicircolare, edificato in opera isodoma su un piano roccioso irregolare, si addossa sul retro del tempio. 

La grande nicchia annessa all’ambiente circolare conservava un ricco deposito di bronzi votivi. Era composto da una navicella con protome di ariete, una parte di statuina bronzea di soldato orante con scudo sulla spalla e una figura di toro stante; si associavano ad essi sette bronzi d’uso: un’ascia a margini rialzati a tallone piatto, una grande ascia bipenne, un pugnale a lama foliata con chiodi di fissaggio, una daga con largo codolo, una sega a margine dentato, una verga ritorta ed un’altra a sezione quadrata. 

Accanto al materiale bronzeo era deposta una brocca askoide con superfici lucidate e decorate che può inquadrare l’intero deposito nell’età del Ferro. 

Si ritiene che il primo impianto del tempio in opera isodoma, possa risalire all’ultima fase del Bronzo finale e che la costruzione della vasca con le successive modifiche siano avvenute nella piena età del Ferro.

II tempio nella sua concezione planimetrica trova puntuali riscontri, pur con qualche variante, negli edifici di culto di Janna e Pruna (Irgoli) e di Sa Carcaredda (Villagrande Strisaili), nella costruzione nota come Capanna del capo di Santa Vittoria (Serri) e nel tempietto di Sirilò (Orgosolo) che hanno restituito materiali inquadrabili all’interno dell’età del Ferro. 

La piccola vasca posta al centro del vano circolare, molto simile a quella realizzata nel nuraghe Su Mulinu (Villanovafranca), conteneva l’acqua le abluzioni rituali e sostituiva o imitava in modo simbolico le grandi vasche direttamente collegate all’acqua corrente destinate ai riti ad immersione di tipo ordalico e purificatorio rinvenute nei santuari di Romanzesu (Bitti), Sa Sedda e sos Carros (Oliena), Nurdole (Orani) e Gremanu (Fonni). 

FONTE: Maria Ausilia Fadda –
Nel segno dell’acqua – Santuari e bronzi votivi della Sardegna nuragica

A 2 chilometri dal centro abitato di Sorradile (OR), in località Su Monte, è presente un interessantissimo complesso cultuale nuragico, scoperto alla fine degli anni Ottanta. Esso si trova sulla riva sinistra del medio Tirso, presso il lago Omodeo. Le due campagne di scavo che lo hanno interessato (1998 e 1999/2000) lo datano al periodo del Bronzo finale (metà XII- X sec. a. C.).

L’edificio maggiore dell’insediamento, mostra lo schema iconografico tipico di un tempio a pozzo, anche se non è provvisto di tutte le articolazioni ipogeiche tipiche di una simile archittettura. Esso è costruito interamente in raffinata opera isodoma, si conserva nell’assetto basale ed è formato da un ingresso trapezoidale, dotato ai lati di banchi di pietra disposti a formare dei sedili. Oltre il vestibolo si apre un’ampia camera circolare lungo la quale vi sono tre nicchie. Proprio all’interno di questa stanza si trova un altare-vasca in pietra martellinata, di forma trapezoidale- semiellittica. In esso è visibile un modellino di nuraghe ed accanto una lastra d’offerta votiva, nella quale venivano fissati i bronzetti. Gli stessi segni di impiombatura si possono notare lungo il perimetro superiore dell’altare.
Di fronte all’ingresso dell’edificio maggiore e sulla parte est, sono visibili altre strutture minori, tra le quali due capanne circolari a pietre sbozzate; è curioso notare la presenza, accanto all’ingresso della seconda capanna, di uno strano masso di colore rosato che sembrerebbe essere il resto di un pilastrino.

Sono numerosi i reperti recuperati soprattutto all’interno dell’edificio maggiore, come ad esempio una navicella con prua a protome di ariete che è stata ritrovata nella camera circolare insieme ad altri sette bronzi, questi erano affastellati uno sull’altro come se fossero caduti dall’alto. Inoltre sono state rinvenute ciotole carenate, brocche askoidi, una doppia ascia ed un pugnale con lama a foglia.

Fonte: sito offline Su Scruxoxu

http://www.suscruxoxu.it/index.php?option=com_content&view=article&id=103&Itemid=55

 

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