Siamanna/Villaurbana – Siamanna/Biddaobràna: nuraghe San Giovanni

 

 

 

Nuraghe san Giovanni, Siamanna/Villaurbana

 

Il nuraghe San Giovanni, di tipologia complessa, quadrilobato a tholos, è situato al limite territoriale del Comune di Villaurbana sulla strada provinciale per Siamanna. Stante tale posizione topografica, il settore settentrionale esterno della relativa area archeologica ricade nell’ambito territoriale di quest’ultimo Comune.

Pur non essendo stato oggetto di una specifica indagine scientifka di scavo, il monumento si presta tuttavia ad una preliminare analisi di studio rapportata, sia alla tipologia dell’edificio, sia ai materiali fittili e in bronzo, venuti in luce a seguito di uno scasso operato intorno al nuraghe nel 1977, come pure ad altri reperti fittili di raccolta di superficie temporaneamente allogati nella sede della Bìblìoteca Comunale di Villaurbana.

L’edificio quadrilobato è articolato secondo la stesura canonica di tale classe tipologica: alla torre centrale A, conservata pressoché integralmente nell’altezza e nel volume originario, fanno corona le torri periferiche esterne, ampiamente danneggiate ma ben leggibili sugli assi cardinali di Nord, Est ed Ovest, (torri B,C,E), di contro invece al corpo meridionale (D), pur esso lobato, per quanto non ben definito nella sua specifica funzione, comunque idoneo a delimitare lo spazio relativamente ampio del cortile affrontato al mastio; stante tale situazione incerta dei ruderi, non è altresì ben definita la cortina muraria di Sud-Ovest, pur essa delimitante il cortile nel raccordo fra il lobo meridionale e quello occidentale.

L’insieme planimetrico si configura di gusto rettocurvilineo: corpi murari pertinenti alle torri B, C, E, emergono per due terzi del relativo volume troncoconico sulla linea perimetrale esterna delle contigue cortine murarie rettilinee.

Nel quadro complessivo, la mole dell’edificio polilobato raggiunge l’am- piezza di m. 28,00 sull’asse Est-Ovest e di m. 29,7 sull’asse Nord-Sud, mentre le cortine di Nord-Est e di Nord-Ovest, meglio definite fra tutte, si sviluppano rispettivamente per m. 9,80 e m. 9,50.

Solo delle torri marginali B e C è dato apprezzare la configurazione planimetrica completa dello stesso corpo murario: in C (ø esterno m. 7,00) è dato leggere anche parte del contorno perimetrale interno del vano. Per circa m. 2,00 in altezza si conserva invece il paramento murario della cortina nord- occidentale di raccordo tra le medesime torri B e C.

La struttura edilizia è realizzata con blocchi in basalto bolloso molto compatto, per lo più poliedrici, a tratti disposti a filari regolari con l’uso di abbondanti zeppe di rincalzo. La disposizione a filari è accentuata nella cortina prima richiamata, così pure lungo le fiancate laterali del corridoio d’ingresso alla camera a tholos del mastio.

La torre principale A è quasi perfettamente integra nel profilo esterno e nel volume interno della camera, di pianta subcircolare (ø m. 4,25) e copertura a tholos dell’altezza attuale sul riempimento, di m. 6,50, su 16 corsi di fi- lari di blocchi.

L’attuale breccia d’ingresso, aperta a Sud, in corrispondenza dell’originario finestrello di scarico, introduce alla camera con corridoio di pianta trapezoidale e di sezione angolare, interessato sui lati da due nicchie contrapposte appena accennate sul riempimento, verosimilmente individuabili nella garetta di guardia, quella di destra, e nel vano scala, quella di sinistra.

Nella camera circolare si apprezzano altresì, pur esse riempite del deposito stratigrafico, per un’altezza di m. 2,00 circa, due nicchie parietali contrapposte sull’asse trasverso rispetto a quello principale d’ingresso.

Il paramento della tholos mostra una particolare cura nella esecuzione edilizia. Ciò è posto in risalto dall’uso frequente delle zeppe di rincalzo, inserite negli interstizi fra i blocchi con elegante maestria, così da rendere ben coesa la struttura muraria.

Nel paramento del corridoio si apprezzano inoltre alcune pietre sbozzate ad arte, così da agevolarne la collocazione e l’aderenza dei piani di posa e dei giunti: in alcuni casi, la messa in opera di alcuni lastroni piatti pare rivolta a favorire la disposizione dei filari del paramento murario.

Nello sbocco in camera, il corridoio angolare è chiuso, verso l’alto, dalla contrapposizione sui due lati, di due lastroni di rispettabili dimensioni, uno dei quali raggiunge un’eccezionale grandezza (m. 2,00 circa x 0,60/0,70 circa x 0,30/0,35 circa).

Le zeppe usate nel paramento murario della camera a tholos sono molto numerose e di varia, relativa grandezza, tutte in basalto, apparentemente unite da malta dalla composizione imprecisata.

Nella camera, la giacitura a filari dei blocchi mostra di essere accentrata nel settore di base, di contro alle parti medio-superiori, in cui il paramento murario tende a disporsi per blocchi poliedrici in giacitura discontinua, ciò soprattutto sulla parete di fondo.

Per quanto non si disponga, al momento, della elaborazione iconografica completa dell’edificio megalitico, tuttavia, la planimetria attuale è già utile per trarre alcune indicazioni comparative preliminari, pur esse di carattere generale.

L’impianto rettocurvilineo si ricollega ai diversi nuraghi complessi delle contigue aree geografiche della Marmilla e della Trexenta, così pure del Sinis e del Campidano Maggiore, in cui il particolare schema icnografico è riccamente attestato.

Ove colga nel vero la ricostruzione del cortile, è da osservare altresì che proprio nelle medesime aree geografiche trovano larga distribuzione gli schemi monumentali nei quali questo particolare spazio volumetrico assume relativa rilevanza.

A titolo esemplificativo si richiamano il nuraghe Piscu di Suelli, il Sa Serra di Orroli, il Cobulas di Milis e il Tradori di Narbolia.

Su un altro piano comparativo, il corpo lobato meridionale D mostra di ricollegarsi al tipo di avancorpo laterale quale è documentato nel nuraghe Lugherras di Paulilatino, nel Palmavera di Alghero  o nel Domu ‘e ‘Orku di Domusnovas, all’interno dei quali talvolta, si dà luogo allo spazio volumetrico di torrette secondarie o di vani sussidiari affacciati al cortile.

Per vero, alcuni nuraghi complessi mostrano di accentuare questa esigenza. Al cortile del Piscu di Suelli si affacciano tre delle quattro torri del quadrilobo  e quattro su cinque nel caso de nuraghe Cobulas di Milis.

E affatto distinto il nuraghe trilobato Domu Beccia di Uras  nel quale le torrette marginali che chiudono il cortile sono integrate sui lati da altre due minori torrette addossate al mastio, una per parte, all’interno della rispettiva cortina muraria di raccordo con la torre periferica di fondo .

FONTE: VINCENZO SANTONI – IL NURAGHE SAN GIOVANNI DI VILLAURBANA SIAMANNA (OR)





 



http://www.oristanosardegna.eu/index.php/16-comuni-provincia-oristano?start=14

 

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