Area archeologica di Carabassa, Villa Sant’Antonio
Una quindicina di menhir si distribuiscono tra l’allineamento di Carabassa, o Cara Passa, e i raggruppamenti di Cardixeddu, sul passo tra la maggiore altura del villaggio Ozieri di Genna Sorti e il minore rilievo della necropoli a domus de janas di Brentoni.
Sono sculture alte tra i due e i tre metri e mezzo, forgiate nella locale trachite bruno rosata più spesso in larghe fogge subogivali a faccia prospettica piana, e ben conservano i segni della modellatura a martellina.
Sulla superficie frontale di taluni si osservano anche numerose coppelle, in suggestive serpentine verticali mediane o in misteriose “costellazioni“, come nei maggiori esemplari di Carabassa.
Tra i menhir di Carabassa ricordiamo in particolare modo 2 di tipo protoantropomorfo che presentano in alte e larghe forme il solito profilo ogivale a faccia prospettica piana, guastato al vertice e sul contorno da incendi e lavori agricoli, ma con ancor estese tracce superficiali dell’originaria lavorazione alla martellina.
Il primo esemplare, alto m. 2,50, evidenzia sulla linea verticale mediana della superficie frontale una serpentina di nove rotonde cavità che discendono da una più grande coppella superiore.
Alto m. 3 ma privato dal fulmine di circa m. 1,50 del vertice, il secondo presenta invece un gruppo sparso di sette coppelle nell’ampio registro inferiore e un’ottava, più alta, lungo il bordo sinistro.
Testo tratto da:
La scoperta delle statue-menhir. Trent’anni di ricerche archeologiche nel territorio di Laconi – di Enrico Atzeni