Samugheo: tomba dei giganti di Paule Luturru

 

Tomba dei giganti Paule Luturru, Samugheo

A Samugheo, in località Paule Lutùrru, alcune stele sono state rinvenute in frammenti e in giacitura secondaria in un muretto a secco presso i resti di una tomba di giganti nuragica e dell’omonimo nuraghe monotorre (Perra M. 1994). I manufatti non sono distanti (circa 1 km a SO) da un insediamento localizzato nei pressi del nuraghe monotorre Pirarba, che restituisce soprattutto reperti in ossidiana quali punte di freccia peduncolate tipologicamente affini agli esemplari neo-eneolitici di altri insediamenti isolani. Appare degno di nota il fatto che le statue siano state rinvenute lungo il margine di un tavolato ignimbritico dai fianchi precipiti, che a Sud si presenta fortemente inciso dal solco del Riu Massari/ Arascisi, affluente del fiume Tirso che sfocia nel golfo di Oristano. Lungo tale dorsale sono dislocati diversi nuraghi monotorre in senso Est-Ovest, dal nuraghe Mura Maere al Pirarba al Paule Luturru in territorio di Samugheo, e oltre fino ai territori di Allai come vedremo, disposti a controllo di una via di comunicazione che costeggiava il sottostante fiume. Con tutta probabilità, tale percorso viario ne ricalcava uno più antico in età neolitica e nelle prime fasi dell’età del Rame, cioè nell’età delle statue-menhir.

Furono individuate una ventina di statue, per la gran parte interessate da enigmatiche raffigurazioni in rilievo sulla faccia anteriore piana. Queste consistono in sviluppati schemi facciali con lunghi nasi e “sopracciglia” che scontornano quasi tutto il profilo ogivale (particolarmente Paule Luturru III e IV), un motivo ad “U” rovescia che si diparte al di sotto del naso procedendo in parallelo alle “sopracciglia”, e un fregio centrale, quasi sempre di forma ellittica, recante incisioni a spina di pesce, a reticolo etc. Sono stati inoltre recuperati menhir miniaturistici, con dimensioni piuttosto ridotte, che probabilmente non superavano gli 80 cm di altezza (Paule Luturru V). Lo scavo della tomba di Paule Luturru, riferibile al Bronzo medio isolano (XVII-XV sec. a.C.), ed il recupero di altre numerose sculture nei muretti a secco adiacenti non ha modificato il quadro di sostanziale uniformità dei simboli rinvenuti (Usai E., Vacc a A. 2012). È degna di nota l’osservazione, che riprenderemo nell’analisi di altri contesti isolani, circa l’evidente continuità nell’utilizzo del sito in funzione cerimoniale fino all’età nuragica.

Fonte: La Sardegna Preistorica (a cura di Alberto Moravetti, Paolo Melis, Lavinia Foddai, Elisabetta Alba)

 

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