Paulle – Paulilatino: tomba dei giganti di Mura Cuada

 

 

Tomba dei giganti Mura Cuada, Paulilatino

 

Questa tomba è stata costruita con grossi blocchi in basalto con la tecnica a filari di grosse pietre sovrapposti, ed appartiene quindi ad una tipologia tipica del sud e del centro dell’isola, come ad esempio la tomba di Is Concias a Quartucciu o quella di Sa Domu e s’Orku a Siddi, non testimoniata nella Sardegna Settentrionale.La tomba si trova in ottimo stato di conservazione, sia internamente che esternamente, la facciata costruita con blocchi di medie dimensioni ben squadrati e disposti in modo accurato, presenta al centro il basso portello d’accesso rettangolare (circa 50 cm. di larghezza e 60 di altezza). La camera funeraria, che raggiunge nel punto più alto circa 1,80 m di altezza, ha le pareti a filari di blocchi aggettanti l’uno sull’altro ed è coperta con lastre di pietra disposte a piattabanda. Le pareti esterne sono costruite con pietre di varie dimensioni e non sempre ben squadrate, più grosse quelle dei filari inferiori più piccole quelle che stanno più in alto. Molto ben conservato anche l’abside che chiude posteriormente la camera.Questa tomba si caratterizza inoltre per le dimensioni, decisamente inferiori alla media.

http://www.lamiasardegna.it/files/paulilatino.htm

 

La tomba fu oggetto di studio da parte del Mackenzie nel 1910. Intorno agli anni 70 Enrico Atzeni ne documentò le caratteristiche ed effettuò uno scavo e un restauro conservativo nella parte
absidale (ancora inedito).
Essa è del tipo con struttura a filari. Il prospetto frontale orientato a Sud- Est si conserva intatto e in ottime condizioni nella completezza delle sue strutture.
La facciata è costituita da filari in opera “poligonale” con grossi blocchi di basalto, ben lavorati, tendenti ad un ordine “subquadrato” quasi a filari, decrescenti in dimensioni verso l’alto, con poche zeppe negli interstizi (altezza m. 2,80).
Presenta al centro del filare di base l’apertura rettangolare del portello d’ingresso (larghezza cm. 47, altezza cm. 67), delimitato da due blocchi che fungono da stipiti su cui poggia il lastrone di architrave di forma trapezoidale con angoli arrotondati.
L’ingresso è determinato nel primo tratto da un piccolo corridoio (larghezza cm. 47, lunghezza m. 1), costituito dalla messa in opera di due blocchi che si fronteggiano lungo la direzione assiale dello stesso.
Questo, con un apparente funzione di vestibolo, divide idealmente le funzioni dell’uso come passaggio alla camera funeraria. All’interno la cella funeraria (lunghezza m. 4,50, larghezza m. 1, altezza m. 1,90 / 2,10) di pianta rettangolare, che chiude sul fondo con un lastrone e
con un ripiano formato da piccoli blocchi posti in modo di-
scontinuo, si sviluppa con un andamento rettilineo regolare.
Le pareti della camera poggiano su un pavimento roccioso ben spianato costituito alla base da grossi blocchi sbozzati rincalzati con numerose zeppe, parzialmente e occasionalmente a filari, talvolta discontinui, aggettanti e convergenti verso l’alto, chiudendo con una copertura, secondo un profilo a sezione ogivale tronca.

Testo tratto da: “Paulilatino e il suo Territorio. Itinerari Archeologici, 1999, p. 60, Sebastiano Demurtas – Lucia Manca Demurtas”


https://www.academia.edu/41264258/Paulilatino_e_il_suo_Territorio_Itinerari_Archeologici_1999_p_60_Sebastiano_Demurtas_Lucia_Manca_Demurtas

 

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