Nuraghe Lugherras, Paulilatino
È uno dei grandi nuraghi dell‘altopiano di Abbasanta, posto su una piccola prominenza a dominio della zona, ricca di boschi.
Nuraghe complesso, formato da una torre centrale in scritta in una struttura triangolare a linee curve, con tre torrette cuspidali. Sul lato frontale la bastionata si allarga per dar luogo ad una quarta torre, maggiore delle precedenti per dimensioni, a guardia dell‘ingresso al cortile, situato lungo la cortina E della bastionata.
Il mastio, che conserva un‘altezza di circa 12 m., contiene due camere sovrapposte, delle quali solo la basale è intatta. Dal corridoio d‘accesso parte, sulla sinistra, la scala che conduce alla camera superiore, svettata a metà.
Nella camera principale, due nicchie laterali, con la sinistra che si prolunga a gomito sul fondo. Sul cortile, dalle pareti ben conservate, si aprono quattro ingressi (oltre a quello della torre centrale); due di essi, agli angoli opposti dell‘area scoperta, conducono alle due torricelle laterali (accessibile solo quella di destra, dopo un corridoio di circa sette metri); un terzo conduce al torrione anteriore, un quarto all‘esterno con un corridoio che riceve, sulla destra, l‘imboccatura di un accesso secondario al torrione di guardia. Attualmente l‘ingresso dall‘esterno al cortile non è praticabile. Il paramento interno del torrione anteriore è discretamente conservato: la camera è dotata di diverse feritoie e di una scaletta che saliva agli spalti. Anche la ca mera della torretta laterale destra è abbastanza ben conservata.
Le altre due torri del quadrilobo (non scavate) offrono scarsi elementi d‘indagine: quella posteriore è quasi completamente rasa al suolo. Molto degradate an che le cortine di raccordo.
Il paramento esterno del mastio, proprio sopra l‘ingresso, ha risentito dell‘assoluta carenza di manutenzione in modo particolare, tanto che oggi non è più rilevabile il finestrone di luce del secondo piano, conservato fino a poche decine di anni orsono.
La fronte del mastio presenta un rifascio successivo, delimitato dalle pareti laterali del cortile. Sul piano del cortile, parzialmente obliterata dal rifascio, è l‘imboccatura di un profondo pozzo, oggi coperta da un lastrone di pietra. Il nome del nuraghe (e della zona circostante) fa riferimento alla presenza di numerose lucerne votive romane (in sardo “lugherras‘‘) nell‘area e nello stesso nuraghe, adattato a sacello in età punico–romana.
Testo tratto da: M. Sequi, Nuraghi. Manuale per conoscere 90 grandi torri megalitiche della Sardegna, Robbiate, Multigraf, 1985