Area archeologica di Santa Cristina, Paulilatino
Come arrivare:
L’area archeologica si raggiunge facilmente dalla 131: all’altezza del km 114 c’è il bivio, segnalato da cartelli. Coordinate: 40°3’41″N 8°43’58″E
Il complesso archeologico di Santa Cristina comprende due settori (NE e SO) separati dalla chiesa con il suo agglomerato di cumbessias o muristenes.
Il nucleo NO, costituito dal santuario nuragico, comprende il tempio a pozzo, la cosiddetta Capanna delle Riunioni con annesso recinto e una serie di ambienti disposti a schiera.
Il tempio a pozzo, restaurato nella parte medio–superiore della scala, è costituito da un vestibolo o atrio e da una scala discendente che introduce nella camera a protezione della vena sorgiva. Dell‘elevato ci è pervenuto soltanto il profilo di pianta che, tra l‘altro, non sembra riflettere pienamente il disegno originario.
Le strutture emergenti, limitate al muro perimetrale fornito di bancone sedile (forse più tardo), includono l‘atrio rettangolare ed il tamburo del pozzo. Il tutto è racchiuso da un recinto ellittico (m 26×20) che separa l‘edificio sacro dalle altre strutture del santuario.
Il vano scala, di pianta e sezione tra pezoidale, si apre a ventaglio con una larghezza di m 3,47 a fior di suolo che si restringe gradualmente fino all‘ultimo gradino (m 1,40), per una profondità complessiva di circa m 6,50. Questa scala, costituita da 25 gradini, è coperta da un soffitto gradonato che riproduce una sorta di scala rovesciata. La cella, di pianta circolare, è alta m 6,90. L‘ultimo anello è privo di chiusura. L‘opera muraria della scala e della cella è di tipo isodomo, ottenuto con blocchi basaltici di media grandezza, ben rifiniti e con faccia a vista sbiecata, disposti a file orizzontali ma con concio inferiore che sporge di un centimetro rispetto a quello superiore in modo da ottenere un profilo dentellato, espediente, questo, utilizzato in altri edifici analoghi (Santa Vittoria Serri, Predio Canopoli–Perfugas) o in alcune tombe di giganti (Biristeddi-Dorgali). Ancora oggi dagli interstizi dei filari della camera filtra l‘acqua sorgiva, particolarmente abbondante in inverno e in primavera.
La Capanna delle Riunioni, di pianta circo lare (diam. esterno m 10), si conserva per un‘altezza massima residua di m 1,70. Al suo interno si nota il pavimento costituito da ciottoli e un bancone sedile che corre lungo tutta la circonferenza del vano. A ridosso della costruzione si trova un ambiente di dimensioni minori a profilo curvilineo e, leggermente staccato, un recinto destinato probabilmente a cu stodire gli animali da sacrificare oppure in offerta al tempio.
Delle capanne che gravitano intorno al pozzo e degli ambienti quadrangolari disposti a schiera, residuano ormai pochi filari. La copertura doveva essere a uno spiovente, così come nelle “botteghe” del Recinto delle Feste di Santa Vittoria di Serri.
Il settore SO, distante circa 200 metri dal precedente, comprende un nuraghe e i resti di alcune strutture abitative di varia cronologia. Il nuraghe, probabilmente precedente all‘impianto del pozzo, è un modesto monotorre di pianta circolare (diam. m 13) con scala e nicchia d‘andito. La torre, svettata ad una altezza massima di sei metri, è costruita con blocchi di basalto appena sbozzati. La camera, di pianta circolare (diam. m 3,50), marginata da tre nicchie disposte a croce, conserva ancora intatta la volta ad ogiva. Intorno al nuraghe sono le tracce dell‘abitato, in particolare tre capanne allungate di incerta cronologia.
Testo tratto da: “Sardegna archeologica dal cielo – dai circoli megalitici alle torri nuragiche” Di A.Moravetti e G.Alvito