Aidumajore – Aidomaggiore: tomba dei giganti Iscrallotze

Tomba dei giganti Iscrallotze, Aidomaggiore

La tomba di giganti di Iscrallotze, ubicata sul margine dell’altopiano basaltico che domina la media valle del fiume Tirso, è stata interessata da indagini di scavo compiute nel corso del 2008-2009. Il monumento poggia sul piano roccioso affiorante che risulta integrato, in corrispondenza di un dislivello del terreno, da un basamento artificiale di grandi pietre di basalto. La camera funeraria è costruita con filari aggettanti che determinano una copertura a sezione ogivale. La struttura muraria è in tecnica mista, ortostatica e a filari irregolari di grossi massi ciclopici. Sulla fronte era collocata una stele centinata bilitica con lunetta e riquadro incorniciante il portello. La parte sommitale della lunetta, pur se lacunosa, rivela la peculiarità della presenza di due incavi, residui dei tre presenti originariamente. I materiali rinvenuti nel corso dello scavo, provengono per la quasi totalità dall’esedra e sono riconducibili ad una fase iniziale del Bronzo medio. 

Il monumento è situato presso l’orlo dell’altopiano basaltico di Abbasanta prospiciente la vallata del fiume Tirso, a breve distanza dal confine tra il territorio di Aidomaggiore e quello di Borore. La tomba è realizzata in tecnica mista ad ortostati e a filari di grandi massi di basalto non sbozzati e, in origine, presentava al centro dello spazio semicircolare frontale una grande stele con centina superiore, ottenuta con la sovrapposizione di due lastre. Già nella fase di documentazione preliminare all’inizio dei lavori si notò che la lunghezza dall’abside alla corda dell’esedra era di circa 26,55 metri, dimensione che supera abbondantemente la lunghezza media delle tombe di giganti (m 15,55) e che permette di inserire il monumento tra quelli con le dimensioni maggiori (es. Li Lolghi, Arzachena, m 27,10; San Cosimo, Gonnosfanadiga, m 26,3) (Moravetti 1990, p. 121) .La camera funeraria, lunga m 7,3, nella parete de-stra all’inizio del corridoio, presenta una nicchia ricavata entro una lastra di grandi dimensioni e un piano pavimentale piuttosto irregolare ottenuto li-vellando il banco naturale e in parte regolarizzando i dislivelli con la posa di un battuto costituito da un impasto di argilla al quale fu probabilmente ag-giunto del basalto polverizzato. La parte terminale del vano conserva ancora la copertura di lastre spor-genti che determinano la sezione ad ogiva tronca chiusa da lastroni orizzontali .Lo spessore murario del monumento risulta parti-colarmente sviluppato (m 8,4) in corrispondenza dell’abside, tra la lastra terminale del corridoio se-polcrale e la parete esterna. La struttura della came-ra appare costituita da almeno quattro paramenti murari paralleli (esterno, interno e due intermedi) le cui intercapedini sono riempite da pietrame e terriccio e che oggi, a causa dei parziali crolli lungo il lato NE, hanno assunto un aspetto a gradoni.Della stele centinata bilitica rimangono sei fram-menti dello spartito inferiore e tre della lunetta su-periore, in cui si nota la presenza di tre cavità realizzate nella parte sommitale, funzionali ad accogliere tre piccoli elementi litici di forma conica (betilini), uno dei quali rinvenuto nel corso dello scavo del 2009. Accostando i tre frammenti della lunetta superiore si ottiene una larghezza di m 1,9 e un’altezza residua di m 2,3. Per quanto riguarda lo spartito inferiore, invece, non è possibile stabilire con esattezza la larghezza essendo andata persa la parte centrale, ma l’altezza è di circa m 2.La struttura muraria, costituita alla base da grossi massi poligonali sui quali nell’esedra si sovrappo-nevano altre pietre di minori dimensioni e nella camera lastre disposte di piatto ed aggettanti, non è dissimile da quella delle tombe di Sa Pedra ’e s’Al-tare e Palatu, Birori, quest’ultima affine anche per la presenza di due nicchie nel corridoio 

Le indagini della prima campagna di scavo (luglio -settembre 2008) si sono concentrate nello spazio della camera sepolcrale, dell’esedra e di una parte del lato esterno SW della struttura, coperto da uno spes-so strato di terra e vegetazione (US 0) che si presenta al medesimo livello altimetrico della sommità del monumento. Il lato NE, invece, appare oggi come un tumulo gradonato, articolato in due dislivelli determinati dai relativi paramenti in tecnica orto-statica e ciclopica che costituiscono il contenimento dell’imponente struttura muraria.Nel deposito all’interno della camera sono state individuate 11 unità stratigrafiche costituenti un riempimento di circa un metro di spessore.L’US 5 si presentava come uno strato di terra sciolta e granulosa priva di resti di manufatti; la sottostante US 7 ha invece restituito un gran numero di lastre di basalto di medie e grandi dimensioni derivate dal crollo di parte della copertura ad ogiva, e resti faunistici -uno scheletro di canide e resti di ovini- relativi ad un reimpiego moderno della struttura.L’US 8, dalla quale proviene un piccolo frammento di bronzo, era formata da uno strato di terra granulosa mista a pietre sottili e di piccole dimensioni scivolate dalle pareti della camera in cui erano alloggiate con funzione di zeppe tra gli ortostati. L’US 11 era costituita da chiazze di cenere interpretabili come residui di roghi avvenuti all’interno della camera in tempi recenti.La sottostante US 12, costituita da un morbido terriccio rossastro, ha restituito un altro frammento bronzeo, appartenente ad una lama.L’US 13 costituisce il livellamento del piano pavimentale della sepoltura, composto dalla roccia naturale affiorante; le fenditure della roccia erano in parte riempite, nella parte terminale della camera, anche da un terreno più scuro molto duro ad elevata matrice argillosa (US 14) che costituisce un apposito intervento di livellamento del piano pavimentale.Nella parte iniziale del corridoio, presso l’ingresso, rimossa l’US 12, affiorò l’US 15, durissima, con frammenti di roccia tenera tra i componenti, che in alcuni tratti presentava una superficie perfettamente pianeggiante, tale da far ritenere che anche in questo caso si trattasse di un piano artificiale realizzato per regolarizzare il sottostante piano di roccia.L’US 16, più morbida e sciolta rispetto alla sopra-stante US 15, restituì una notevole quantità di piccole schegge di ossidiana.Nel complesso lo scavo della camera ha restituito un’esigua quantità di materiale ceramico e un elevato numero di schegge di ossidiana di piccole dimensioni, nonché pochi frammenti di lame di bronzo.  All’esterno della camera, nello spazio definito dall’ese-dra, dopo la rimozione dell’US 0, costituita dallo strato di humus che ricopriva tutta l’area, lo scavo ha messo in luce uno strato di terra granulosa diffuso su tutta la superficie indagata (US 18). Da questo strato proviene una grande quantità di materiale ceramico distribuito soprattutto sul settore destro dell’emiciclo e in particolare in prossimità di un basso bancone costituito da pietre di media dimensione disposte di piatto (USM 26) venuto in luce nel corso dello scavo, alla base del braccio destro dell’esedra. Questa banchina poggia su uno strato archeologico ricco di materiali, soprattutto tegami, così da far pensare che la sua realizzazione sia avvenuta in un momento successivo all’impianto della tomba, analogamente a quanto notato per monumenti simili come Palatu, Borore (Moravetti 1984, p. 71).La presenza del bancone-sedile è stata accertata uni-camente nel lato destro dell’esedra, mentre nel lato sinistro è stato evidenziato un tratto di acciottolato costituito di due file parallele di pietre di piccole e medie dimensioni (USM 25).

 Al centro dell’esedra compare il banco di roccia naturale al quale il degrado naturale del basalto conferisce un aspetto molto irregolare con fessurazioni e dislivelli mentre solo in alcuni brevi tratti è possibile individuare tagli e livellamenti artificiali operati in antico.
 A.D., S.V.
fonte: A. Depalmas, S. Vidili, «La tomba di giganti di Iscrallotze (Aidomaggiore, OR)»

https://www.academia.edu/


Del monumento si conserva il corpo centrale (lungh. m. 13,20 circa) con due lastroni di copertura e il filare di base dell’ala sinistra dell’esedra. Le parti più danneggiate sono la fronte, il tratto anteriore della copertura del vano e l’ala destra dell’emiciclo cerimoniale.  
La lunghezza massima del monumento, calcolata fino alla corda dell’esedra, è di circa m. 22,50, la larghezza massima residua è invece di m. 14,50.  
Di grande interesse è il corridoio funerario che presenta sezione ogivale e pianta trapezoidale con il lato breve in testata. Le pareti laterali sono costituite da lastre poliedriche di grandi dimensioni, in posizione ortostatica, sulle quali aggettano da 5 a 3 filari irregolari di pietre di minore grandezza, rese stabili da numerose zeppe.  
Il muro posteriore è dato da un monolite alto m. 1,10.  Il vano è coperto nel tratto terminale da due lastroni che sono sistemati a gradoni. L’altezza del corridoio funerario decresce verso la testata, da m. 1,70 residui a m. 1,25 sul riempimento.  
Della grande stele che doveva essere ben lavorata e rifinita, si osservano tre frammenti: uno dello spartito di base e due della lunetta superiore. Accostando i due pezzi si ottiene una spessa lastra dall’altezza residua di m. 1,74 e larga inferiormente m. 1,50 res, marginata dalla cornice rilevata per cm. 5 e larga da cm. 23 a 29.  
ESTENSIONE DELL’AREA MONUMENTALE: Circa 50 m. a partire dalla sepoltura.  
STATO DI CONSERVAZIONE: Discreto.  

 

Fonte: Caterina Bittichesu- Schede dei monumenti archeologici del Comune di Aidomaggiore

http://win.comuneaidomaggiore.it/cdcomune/archeologia/pagine/49iscrallotzeB.htm

 

 

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