Borore: nuraghe Bighinzone

 

Nuraghe Bighinzone, Borore

 

Il nuraghe sembra in apparenza un monotorre, mentre invece, ad una analisi più attenta delle strutture, risulta essere un quadrilobato con cortine a profilo concavo-convesso, delimitato a sua volta da un antemurale con torri di cui restano ancora poche ma significative tracce.

Il bastione quadrilobato misura m 26 nell’asse NE-SO, ove è meglio conservato, e m 26/27 sull’asse SE-NO ove appare lacunoso; lo spessore risulta di m 1,50 a NE e di m 1,15 a SO, mentre la sporgenza delle torri – almeno di quelle chiaramente rilevabili – varia da m 5,80 a m 6,50. Lo spessore fra gli ingressi, coassiali, al bastione e al mastio – e quindi il corridoio di raccordo ora non del tutto agibile – misura m 6,00. Del bastione è attualmente rilevabile parte del profilo di pianta e – a fior di suolo – l’architrave dell’ingresso (lungh. m 2,10; largh. m 0,75).

Al centro del bastione svetta la torre del mastio, a pianta lievemente ellittica (m 16,50×14,00), che conserva una altezza massima di m 5,65 a NO con 13 filari, mentre a SE – ove si apre l’ingresso – il paramento a vista risulta del tutto interrato: lo spessore delle murature varia da m 5.35, a Nord, a m 6,30 a Sud. L’opera muraria è costituita da blocchi di medie e grandi dimensioni disposti a filari orizzontali regolari.

L’ingresso al mastio, volto a SE, risulta, come già detto, totalmente interrato per cui l’accesso ai vani interni è possibile soltanto dal piano di svettamento, percorrendo, in senso inverso, la scala che parte dall’andito. Il corridoio d’ingresso (lungh. m 6,00; largh. m 1,00/1,20) presenta la scala, a sinistra, e la nicchia nella parete contrapposta.

La scala ha la porta di luce quadrangolare con architrave (largh. m 1,25; alt. m 1,15 s.r.), mentre la nicchia d’andito presenta pianta vagamente trapezoidale (largh. m 0,55/1,50; prof. m 1,50). Un ingresso architravato (largh. m 1,10; alt. m 1,75 s.r.) introduce nella camera, a pianta circolare (m 4,85/5,10) e sezione ogivale, crollata nella volta a tholos. Le pareti, fortemente aggettanti, si conservano per una altezza massima di m 4,95 a NO, con 12 filari, e minima di m 4,35 a SE con 11/12 filari. Tre nicchie nella classica disposizione cruciforme ampliano lo spazio utile della camera: nicchia A, alla sinistra di chi entra, presenta ingresso rettangolare architravato e pianta quadrangolare (largh. m 0,75/1,10; prof. m 2,20); nicchia B, al centro ma non perfettamente coassiale con l’ingresso alla camera, ha pianta rettangolare (largh. m 0,80/0,95; prof. m 1,80; alt. m 0,75/1,25); nicchia C, nella parete destra, di pianta quadrangolare (largh. m 0,80/1,20; prof. m 2,10).

L’opera muraria di questi vani interni appare meno curata di quella esterna: i blocchi sono di medie dimensioni, appena sbozzati e messi in opera a file orizzontali – non sempre regolari – con numerose zeppe di rincalzo. Allo svettamento è visibile in pianta un piccolo vano circolare, un probabile ripostiglio-silos ricavato nello spessore murario che si apriva nel pavimento del primo piano – ora del tutto demolito – come documentato in numerosi altri nuraghi (S.Antine- Torralba, Is Paras-Isili, etc.).

Il Taramelli lo poneva fra i meglio conservati del territorio di Borore, per la sua bella torre con “la porta sgombra che dà accesso alla camera con cupola; la scala dà il mezzo di salire al piano superiore, che conserva parte della cella”. Il monumento è stato interessato da un limitato intervento di scavo, nel 1982, ad opera del prof. J. Michels della Pennsylvania State University che ha portato alla luce strutture murararie riferibili all’abitato.

Testo tratto da “Ricerche archeologiche nel Marghine Planargia”, di A.Moravetti – Carlo Delfino editore

Nuraghe Bighinzone, sezione
Nuraghe Bighinzone, sezione

Nuraghe Bighinzone, pianta

 

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