Biddamànna Istrisàili – Villagrande Strisaili: area archeologica di Sa Carcaredda

 

Tempio nuragico a megaron di Sa Carcaredda, Villagrande Strisaili

 

Situato in agro di Villagrande Strisaili, il complesso di Sa Carcaredda comprende un villaggio, cinque tombe di giganti ed un’area cultuale (Fadda M.A. 1992; 1995; Campus F. 2012a; Salis G. 2015a).

Il centro cerimoniale si trova ai margini dell’abitato e un recinto racchiude il tempio vero e proprio insieme ad una serie di ambienti di servizio. Il tempio è costituito da una struttura di forma circolare preceduta da un atrio trapezoidale fornito ai lati di sedile e tutto l’edificio è pavimentato da lastre in granito ben giustapposte. La camera circolare è suddivisa da un muro rettilineo che delimita un focolare sul quale, come a S’Arcu ’e is Forros, insisteva un modello composito di nuraghe complesso, costituito da diversi conci di calcare fissati fra loro da grappe di piombo. All’interno dello spazio delimitato da questo muro sono stati rinvenuti reperti di bronzo fra i quali anelli, bracciali e pugnali decorati a linee incise, frammenti di spade votive, basi per offerte con l’impiombatura di fissaggio per i bronzi, spilloni, bottoni. Il repertorio ceramico riconduce ad orizzonti cronologici del Bronzo finale/Primo Ferro. L’edificio rettangolare adiacente la rotonda si caratterizza per la presenza di due ripostigli rinvenuti al di sotto del piano pavimentale, contenuti in due olle entrambe rincalzate da frammenti di lingotti ox-hide e panelle in rame e da un’ascia a margini rialzati che consente di datare il contesto al Bronzo recente. All’esterno della rotonda sono stati recuperati altri due modelli piuttosto deteriorati, riutilizzati come basi d’offerta.

 

Il tempio è  preceduto da un vano rettangolare con vestibolo trapezoidale irregolare delimitato da un grosso muro a secco di blocchi granitici poligonali disposti a filari irregolari. Il vestibolo con panchina laterale risulta chiaramente aggiunto in una fase edilizia più recente riconoscibile per la diversa tessitura del muro esterno. L’impianto più antico era composto da un vano circolare, probabilmente preesistente, che venne pavimentato con lastre di granito dalle connessure perfette presenti anche nel vano rettangolare. Questo era separato dalla cella circolare da una grande lastra ortostatica posta a chiusura del passaggio consentito soltanto acoloro che officiavano i riti religiosi.

All’interno del vano circolare si conservava un altare formato da un muro (alt. cm 41) di piccoli blocchi di calcare trasportati da lontano e in origine rivestiti da uno strato di intonaco d’argilla che li isolava dal fuoco di un focolare rituale. Sopra il muretto erano sovrapposti blocchi di calcare con faccia a vista retto-curvilinea uniti fra loro da larghe grappe di piombo a formare la sezione di un nuraghe quadrilobato il cui coronamento era reso mediante una serie di incisioni a dente di lupo inserite su una cornice estroflessa. Il focolare rituale ha lasciato segni evidenti sul lastricato e nella parte interna del muro che conservava un grosso strato di argilla bruciata.

Intorno all’altare erano deposti numerosi bronzi votivi raffiguranti arcieri con elmo sormontato da lunghe corna, numerosissime colate di piombo recanti i piedi dei bronzetti che erano stati staccati dai basamenti delle offerte. Il deposito votivo presentava inoltre un cinghialetto, una testina di ariete, diversi bottoni di bronzo, stiletti votivi con elsa gammata usati come pendagli, spilloni di varia grandezza con capocchie lavorate utilizzati come aghi crinali, un grosso anello, vaghi di collana biconici e sferici di bronzo e di ambra con superfici lisce o decorate da scanalature parallele. Un singolare frammento di parete di olla mostra una decorazione plastica che rappresenta uno scudo con umbone ed un pugnale, simili a quelli provenienti dal pozzo sacro di Santa Vittoria di Serri.

L’area esterna al tempio conservava diversi basamenti con fori sulla parte superiore per sostenere bronzi figurati e diversi tipi di asce lasciati in offerta.

A ridosso del lato destro del tempio i gestori costruirono un vano di servizio di pianta rettangolare con angoli arrotondati (lungh. m 8; largh. m 1,20) edificato con blocchi di granito locale disposti a file irregolari. Vi si accede attraverso tre ingressi delimitati da due grossi pilastri – formati da cinque filari di lunghi lastroni messi in opera in modo ordinato sui quattro lati (lungh. m 1,90/1,70) – che sostenevano in origine una copertura di travi lignee e lastre piatte. All’interno del magazzino poggiavano diverse olle a colletto cilindrico e ad orlo ingrossato tenute in equilibrio da 20 chili di porzioni di lingotti oxhide di tradizione egea e da panelle piano-convesse e tronco-coniche di rame di varia grandezza. I vasi contenevano statuine di bronzo raffiguranti una donna con cuffia e mantellina che offre una ciotola emisferica decorata, una sacerdotessa con capello conico che tiene sul braccio delle bende sacre, una fibula a sanguisuga, un’armilla, diversi braccialetti ed altri oggetti di ornamento. Le olle interrate conservavano spilloni e pugnali con lingua da presa a lama foliata mentre intorno ad esse poggiavano asce a margini rialzati, a taglienti ortogonali, a spuntoni laterali e bipenni che vennero tesaurizzate per il loro significato simbolico e per il valore intrinseco del metallo. Lungo le pareti del magazzino poggiavano contenitori di uso comune ed un’olletta di forma aperta con fondo ad anello, due anse a maniglia e due prese a lingua bifora simili a quelle provenienti dal villaggio di S’Urbale-Teti e dal nuraghe La Speranza-Alghero. Nell’area antistante sono affiorati i muri di base di edifici che, con varie trasformazioni, sono stati utilizzati fino all’epoca punica e romana testimoniata dalla presenza di un amuleto di tipo egizio in fajänce e un tesoretto di monete di bronzo di Severo Alessandro (222-235 d.C.), di Massimino Pio (235-238 d.C.) e di altri imperatori romani del III-IV secolo d.C. quando anche le popolazioni delle zone interne erano state romanizzate.

FONTE: Corpora delle antichità della Sardegna
LA SARDEGNA NURAGICA – Storia e monumenti

 

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