Carbonia: area archeologica di Monte Sirai

 

 

Area archeologica di Monte Sirai, Carbonia

Sistema Museale Carbonia

Cell. 3457559751
Tel: 0781 188 8256

e-mail: [email protected]
Sito: www.carboniamusei.it

 

Come arrivare:

Dalla SS 130 da Iglesias si procede sulla 130  fino a incontrare lo svincolo per Sant’antioco.  si imbocca quindi la SP 126 e si oltrepassa lo svincolo per Carbonia, poi si prosegue fino al km 17, qui si svolta a destra seguendo le indicazioni fino a raggiungere la sommità del pianoro sul quale è ubicata l’area archeologica 

 

 

La città di Monte Sirai si pone come strumento fondamentale ai fini di una maggiore conoscenza della civiltà fenicia e punica poiché il centro abitato, completo in ogni sua fondamentale componente, è privo di sovrapposizioni più tarde. Dopo il suo abbandono, avvenuto per motivi non facilmente spiegabili attorno al 100 a.C., nulla è venuto a sconvolgere o a mutare in modo sia pure minimo la struttura del luogo.

L’insediamento di Monte Sirai è composto di tre grandi settori, che sono i fulcri scientifici e turistici dell’antico centro. Il principale è costituito dall’abitato, che occupa la parte meridionale della collina.

Nella collina settentrionale è invece situato il tofet: è questo il luogo sacro nel quale erano sepolti con particolari riti i corpi bruciati dei bambini nati morti o defunti in tenera età.

L’ultimo settore è costituito dalle due necropoli, collocate nella valle che separa l’abitato dal tofet. Si tratta di una necropoli fenicia a incinerazione, della quale ormai sono visibili unicamente delle fossette scavate nel piano di tufo, e una necropoli punica a inumazione, formate da tombe sotterranee, tutte visitabili. 

risulta particolarmente importante perché è situato lungo la via costiera, alla confluenza con la valle del Cixerri che conduce al Campidano.

La sua fondazione come città si deve probabilmente ai Fenici di Sulcis o forse a quelli di un insediamento anonimo presso l’attuale Portoscuso. In ogni caso, da ciò scaturisce più che evidente la necessità, e anzi l’obbligo, di un’analisi globale del territorio che tenga conto di tutte le componenti storiche che parteciparono alla nascita, alla crescita e alle vicende della civiltà nella regione sulcitana.

Pertanto, questa deve essere sempre considerata nella sua interezza, da Chia a Monte Sirai, da Sant’Antioco a San Pantaleo. Quindi, non è né possibile né corretto lo studio di un solo insediamento che non tenga in debito conto anche la storia e la vita di quelli più o meno vicini, poiché sia la storia che la vita li accomunarono e li accomunano.

Attorno al 540 a.C. Cartagine decise di impadronirsi dell’isola, ma una coalizione di città fenicie, tra le quali certamente Sulcis e Monte Sirai, si oppose alle sue mire espansionistiche. Pochi anni dopo Cartagine inviò in Sardegna un secondo esercito che questa volta ebbe ragione delle resistenze delle città fenicie e dei loro alleati. Monte Sirai fu rasa quasi completamente al suolo e fu spopolata dalla strage dei suoi cittadini. In questo periodo l’abitato fu ridotto a un piccolo centro occupato da non più di una dozzina di famiglie e la vita sul monte da quel momento continuò grama e senza particolari sussulti fino al 360 a.C. circa, periodo in cui Cartagine decise di fortificare numerosi centri della Sardegna tra i quali appunto Monte Sirai.

Dopo il 238 a.C., anno del passaggio della Sardegna dalla signoria di Cartagine al dominio di Roma, periodo che chiameremo neo-punico, la fortificazione fu demolita completamente. L’impianto urbanistico fu ridisegnato e furono costruiti quattro grandi complessi di case a schiera. Attorno al 110 a.C., forse nel quadro della repressione di moti insurrezionali che scoppiavano di frequente nell’isola, Roma decise di deportare gli abitanti di Monte Sirai, poiché collocati in un luogo ben difeso dalla natura. La città fu dunque abbandonata e non più frequentata nei secoli successivi se non in modo sporadico.

Testo tratto da : Monte Sirai, di Piero Bartoloni – Carlo Delfino Editore

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