Arròli – Orroli: parco archeologico Su Motti

 

 

Parco archeologico Su Motti o Su Monti, Orroli

 

La vasta area archeologica nella regione di “Su Motti”, alla periferia settentrionale dell’attuale abitato di Orroli, si trova ai piedi della spettacolare parete basaltica di “Sa Corona Arrubia” e di “Taccu Idda”

Giganteschi blocchi di distacco dalla parete soprastante hanno creato diversi accumuli di frana disposti lungo il pendio sottostante. In questa vasta area, nella parte più settentrionale, è situata una necropoli ipogeica composta da una quindicina di domus de janas.

Le domus, suddivise in tre gruppi, sono variamente dislocate lungo tutto il versante di “Su Motti” e sono scavate sia sulla parete rocciosa che su grossi massi erratici, ai piedi della parete stessa.

Dal punto di vista tipologico, il complesso ipogeico orrolese appare composto da sei domus monocellulari, tre bicellulari e tre pluricellulari; in quasi tutte il deposito archeologico è ormai scomparso da tempo.

Leggermente più a valle, un’apocalittica massa di blocchi di crollo ha creato una vasta distesa ricoperta da un rado bosco di roverelle.

Tra gli accumuli di frana si sono venuti a creare numerosi cunicoli e gallerie, alcuni strettissimi, altri sufficientemente ampi da poter essere percorribili. L’esplorazione di gran parte di queste cavità, oggetto purtroppo anche di interventi clandestini, ha portato al recupero di una grande quantità di materiali riferibili per lo più alla Cultura di Ozieri, ma anche a quelle Eneolitiche di Monte Claro e del Vaso Campaniforme, nonché a fittili di età romana. Fra i materiali di Cultura Ozieri si distinguono ceramiche decorate ed inornate: pissidi, vasi a cestello, ciotole emisferiche, ciotole carenate, tripodi, vasi a collo distinto, ecc. Le decorazioni trovano puntuale riscontro negli spartiti decorativi già noti di questa Cultura, per quanto siano anche presenti variazioni inedite e di grande interesse. Abbondante e varia è pure la tipologia dell’industria litica recuperata, costituita da punte di freccia, lame, raschiatoi, ecc, in selce ed ossidiana.

Fra i materiali pertinenti alla Cultura di Monte Claro sono presenti elementi ceramici, già noti per forma e decorazioni, confrontabili con la “facies” cagliaritana di questa Cultura. Nel sito è stato anche rinvenuto un pugnaletto di rame a lama foliata, provvisto di lungo codolo forato all’estremità, analogo ad altri pochi esemplari similari rinvenuti in altri contesti eneolitici isolani e che sono probabilmente fra i più antichi manufatti metallici finora ritrovati in Sardegna.

Scarsi frammenti ceramici dalle decorazioni tipiche della Cultura del Vaso Campaniforme attestano una frequentazione del luogo, anche se sporadica, da parte di genti in possesso di questa Cultura.

È abbastanza verosimile ipotizzare un uso funerario dei numerosi anfratti di Su Motti, almeno per quelli di più vaste dimensioni, non escludendo però anche eventuali valenze di carattere cultuale, il cui significato, al momento attuale della ricerca, è ancora tuttora da chiarire. Alla relativamente alta percentuale di luoghi funerari finora noti nella regione in esame, non corrisponde un’ altrettanto vasta quantità di resti di abitati.

FONTE: IL NURAGHE ARRUBIU di Orroli  F. Lo Schiavo – M. Sanges

 

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