Area archeologica Su Putzu, Orroli
Il pozzo sacro è situato all‘interno della vasta area su cui sorgeva il villaggio nuragico, all‘estremità occidentale dell‘altopiano di Su Prànu. È costituito da un vestibolo, dalla scala e dalla camera, contenuti in un corpo murario rettangolare absidato. L‘accesso si apre a Sud/Sud Ovest in uno spazio delimitato da due bracci murari che si saldano ai due lati lunghi del corpo absidato, a formare un‘esedra. Il breve vestibolo precede una scalinata, attualmente scoperta, formata da quattro grossi lastroni, probabilmente gli stessi che costituivano la copertura dell‘originario vano scala, messi in opera in età romana. La scalinata immette nella camera, di pianta circolare e sezione ogivale, attualmente priva della parte terminale della tholos, con un‘apertura a luce tra pezoidale architravata con l‘unico lastrone ancora in situ dell‘originale copertura. L‘opera muraria varia in rapporto alle diverse parti architettoniche: poligonale alla base delle murature esterne, tendenzialmente a filari nelle parti interne della scala e della camera
Il villaggio si estende sul limite occidentale dell‘altopiano basaltico di Su Pranu, in un‘area ricoperta da macchia mediterranea sfruttata a pascolo, a dominio della piana di Pardu e delle basse colline che di gradano verso l‘invaso del Mulargia. Una diramazione dell‘antica strada che congiungeva Orroli ad Escalaplano attraversa, tagliandolo in due settori, l‘intero villaggio; ad Ovest à circa m 200, svetta il nuraghe di Pardu. Il villaggio è composto da numerose capanne di pianta circolare ed ellissoidale, distribuite su una vasta area, visibili tra il materiale di crollo e la vegetazione. Sono state documentate solo le due capanne in miglior stato di conservazione, poste a m 50 circa a Sud del pozzo sacro, scavate nel 1950 dal Lilliu. Fanno parte di un complesso di abitazioni raggruppate attorno ad un cortiletto. La prima (capanna A), la cosiddetta capanna delle “riunioni federali“, ha pianta subcirco lare, ingresso a luce rettangolare (larghezza alla base m 1,40; i alla sommità) privo d‘architrave, orientato a N 209E. Un corridoio strombato verso l‘esterno, con pareti aggettanti, introduceva nella camera di pianta subcircolare, con pavimento lastricato, sfruttando in parte la roccia naturale. All‘interno corre un bancone che si mantiene solo nel lato Nord–Est, usato come sedile. A destra dell‘ingresso si apre una nicchia sopraelevata di pianta trapezoidale (altezza m 1,10; lunghezza alla base m 2 x 1,10). Alla seconda capanna (B), di pianta circolare, si accede da un ingresso a luce rettangolare, che si apre a N 172E, cui segue un andito fortemente strombato verso l’esterno; la camera presenta una nicchia, con stipetto interno, ricavata nello spessore murario del lato destra. I raramenti murari sono costituiti da pietre in basalto di piccole e medie dimensioni, sovrapposte in opera poligonale, poco lavorate, con abbondanti inzeppature. Alcuni blocchi lavorati di forma quadrangolare sono presenti nell’estremità Nord-Ovest del villaggio (secondo le informazioni orali raccolte l’area era adibita a necropoli). Il villaggio venne riutilizzato in cpoca romana, come testi monia l’abbondantemateriale fittile rinvenuto.
Compilatore: Paolo Concu
Testo tratto da “Progetto i nuraghi: Ricognizione archeologica in Ogliastra, Barbagia e Sarcidano” 1990 Consorzio Archeosystem