Durgali-Dorgali: Civico Museo Archeologico

Civico Museo Archeologico, Dorgali

Autore: Fabrizio Delussu 

Il Civico Museo Archeologico di Dorgali, inaugurato nel 1980, è dal 1987 in via Lamarmora, presso l’edificio della scuola elementare. I materiali esposti  provengono da scavi archeologici, raccolte di superficie e ritrovamenti fortuiti; fanno inoltre parte del patrimonio del Museo le collezioni donate da privati cittadini, i reperti raccolti dal Gruppo Grotte di Dorgali e dal Gruppo Grotte Nuorese.

Il Museo si sviluppa in tre sale allestite secondo un ordine cronologico, pertanto vanno visitate in sequenza e in senso antiorario. Nella sala I sono esposti i materiali del periodo compreso tra il Neolitico recente e l’età nuragica: al Neolitico recente sono attribuibili gli strumenti in selce e ossidiana (accettine, coltelli, raschiatoi, punte di freccia ecc.) provenienti da varie località; alla Cultura di Ozieri (3800- 2900 a.C.) appartengono gli strumenti in osso e in pietra e i frammenti di vasi con decorazioni impresse, recuperati in grotta (Bue Marino, Sos Sirios, Sos Dorroles), in domus (MarrasCanudedda) o all’aperto (Doinanicoro, Baluvirde); testimonianze della Cultura di Monte Claro (2900-2550 a.C.) provengono dalle domus di Marras, Pirischè e Campu Marinu; un vasetto miniaturistico proviene invece dal riparo sotto roccia di Merghis; alla Corrente del Vaso Campaniforme (2850-2000 a.C.) è attribuibile il piccolo brassard (placchetta rettangolare in pietra, forata alle estremità, utlizzata dagli arcieri come salvapolso), rinvenuto nel dolmen di Motorra, e il frammento di ciotola decorata ritrovato nei pressi della domus di Lottoniddo; alla Cultura di Bonnanaro (2000-1600 a.C.) sono attribuiti materiali rinvenuti nei dolmen di Motorra e di Sa Barva, nelle domus di Mariughia e Lottoniddo e in grotta (Corallinu, Fuili); molti frammenti ceramici pertinenti a tazze, olle, tegami, provengono invece dalla tomba di giganti di Thomes. La sala mette in mostra anche i materiali rinvenuti nel villaggio di Serra Orrios, uno degli abitat nuragici più noti e visitati della Sardegna si tratta di strumenti in pietra (brunitoi, affilatoi), lisciatoi decorati in steatite, matrici di fusione, frammenti di macine in basalto, strumenti per la lavorazione dei tessuti (fusaiole, pesi, rocchetti) e numerosi frammenti ceramici (tegami, olle, brocche, giare, lucerne ecc.). Nella sala Il sono mostrati prevalentemente materiali di età nuragica e ha inizio l’esposizione dei reperti di età romana; sono presentate inoltre le collane in pasta vitrea provenienti dalla grotta di Ispinigoli, alcune, quelle con vaghi ad occhie a tubetto affusolato, sono ritenute di probabile fattura punica. In questa sala sono infine esibiti i reperti di età imperiale messi in luce nel corso dei recenti scavi dell’insediamento romano di nuraghe Mannu: si tratta di ceramiche fini da mensa, ceramiche comuni e anfore di produzione africana, reperti metallici (anelli digitali, chiodi, ami, scorie di fusione ecc.), monete e resti di animali; completa l’esposizione un frammento di anfora africana con iscrizione graffita, indicante il nome del proprietario della merce trasportata. La sala III accoglie prevalentemente i reperti di età romana e tardoantica alcuni materiali di epoca altomedievale. Tra i reperti più interessanti in vetrina si segnala il lingotto di piombo, del peso di circa 30 chili, con bollo relativo alla produzione di lingotti della famiglia dei Planii, industriali attivi a Carthago Nova, l’odierna Cartagena in Spagna, tra la fine del Il e l’inizio del I secolo a.C. Un’altra iscrizione in bronzo di epoca tardoantica, esposta di recente, menziona il prefetto dei vigili  EGNATVLEIVS ANASTASIVS. Nella sala è inoltre mostrata una piccola bilancia romana (statera) finemente lavorata, uno degli esemplari meglio conservati della Sardegna. Al centro e su un lato della sala sono esposte alcune anfore romane, intere e frammentarie, rinvenute nel golfo di Orosei. Una teca sistemata di lato  mostra un lotto di oltre 300 monete  risalenti alle epoche punica e romana, con  esemplari in oro e  argento. Concludono l’esposizione le anfore rinvenute nel  complesso speleologico di Sos Sirios, attribuite all’età altomedievale






error: Content is protected !!