Mamujada – Mamoiada: Sa Perda Pintà- Stele di Boeli

 

Stele di Boeli – Sa Perda Pintà, Mamoiada

 

Un’attenzione particolare merita una sensazionale scoperta avvenuta nel territorio di Mamoiada, cioè quella del ritrovamento di una grande lastra di granito detta “Sa Perda Pintà”, nota anche come Stele di Boeli dal nome della zona periferica del paese dove è stato trovato. (La lastra è erroneamente chiamata “Menhir” o Stele di Boeli, mentre invece si tratta proprio di una lastra e non di un monolite o perda longa, lo dimostra il fatto che la parte conficcata nel terreno ha dei cerchi concentrici. A breve pubblicheremo uno studio su questa magnifica lastra). Caratteristica di questo reperto è la presenza di una serie di coppelle e di incisioni concentriche che li rendono unici in Sardegna e di importanza europea per l’esclusiva iconografia, simile ad analoghe pietre trovate nell’area dei Celti: Scozia, Irlanda, Galles, Bretagna e Spagna. L’imponente lastra di Boeli misura m. 2.67×2,10×0,57 circa e si trova collocata in un cortile alla periferia del paese. Fu rinvenuta casualmente nel 1996 nel corso dei lavori di costruzione di una casa, purtroppo è stata un po’ danneggiata nel lato destro dal mezzo meccanico che cercava di spostarla durante i lavori di allargamento del cortile quando si trovava capovolta in orizzontale e non si era ancora scoperta la parte istoriata. Chissà da quanti secoli si trovava quasi totalmente interrata, ma forse è proprio per questo motivo si che si è salvata dai vandali e scalpellini antichi e moderni. Ha una sezione piano-convessa e sommità arcuata, le superfici maggiori sono entrambe ben rifinite. Quella anteriore si caratterizza per la presenza di una fitta decorazione incisa: si tratta di una serie di cerchi concentrici incisi a sezione concavo-convessa e piano-convessa.

Nelle principali figure dei cerchi concentrici vi è una incisione rettilinea che interseca i cerchi concentrici terminando in una appendice arcuata. Completano la decorazione tantissime coppelle di diverse dimensioni nella parte superiore e nel settore inferiore della stele. In quest’ultima parte sono scavate coppelle con disposizione a semicerchio regolare. La pietra viene datata del periodo 3200-1800 a.C. Secondo alcuni i simboli sono probabilmente da collegare ai culti legati alla fertilità e al ciclo della morte e rinascita, peculiari della religiosità delle comunità agricole di età neolitica. Ma non sarebbe da escludere l’ipotesi che il monumento sia dedicato espressamente alla preziosa acqua, fonte primaria indispensabile di vita, e legato quindi ai riti e ringraziamenti al dio che la fa sgorgare così copiosa nel territorio di Mamoiada vista la perfetta rappresentazione delle onde concentriche che si formano nell’acqua quando la si tocca con un bastone o si lancia una pietra, effetto ben simulato dalla nostra stele. Anche nel vaso paleo-sardo della “cultura di Ozieri”, (3300-2480 a.C.), stesso periodo, possiamo osservare l’incisione di cerchi concentrici come quelli de sa Perdà Pintà, ed è questo un recipiente atto a contenere liquidi. C’è chi vede nelle incisioni mappe stellari, alcuni accostano il significato dei simboli della stele all’interpretazione della figura femminile, precisamente alla “dea madre”, ma non essendoci simboli dello utero e/o seni femminili (presente in altri monumenti) rendono meno probabile questa ipotesi. Nel nostro territorio sono state rintracciate altre 4 lastre molto più piccole con gli stessi simboli e analogie, non sono integre come sa Perda Pintà ma “esprimono il medesimo interesse scientifico che, a mio avviso, è corretto definire straordinario”, dice l’archeologo Giacobbe Manca.

Fonte: http://www.mamoiada.org/

http://www.mamoiada.org/_pdf/_paeseterr/PerdaPinta.pdf

 

Il monumento (largh. m 2,10/1,30; alt. m 2,67; spess. m 0,57) è costituito da un blocco granitico a sezione piano-convessa dalle superfici ben lavorate.

La faccia anteriore risulta fittamente decorata da una serie di cerchi concentrici incisi, disposti attorno ad una coppella centrale; da questa coppella si sviluppa un’incisione rettilinea che attraversa i cerchi concentrici e termina con un’appendice uncinata. La decorazione è ulteriormente arricchita da ventitre coppelle di varie dimensioni, concentrate soprattutto nelle porzioni superiore e inferiore della stele. In particolare, si segnala la presenza, sul lato inferiore destro, di sette coppelle disposte intorno ad un motivo a cerchi concentrici. La stele, oggi situata all’interno del giardino di una proprietà privata di Mamoiada, è stata rinvenuta a breve distanza dall’attuale collocazione

Testo tratto da “La Sardegna Preistorica” , a cura di Alberto Moravetti, Paolo Melis, Lavinia Foddai, Elisabetta Alba

https://www.sardegnadigitallibrary.it/documenti/17_27_20180612094927.pdf

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